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27/05/16

Kobane Calling | Farsi delle domande

Se bazzicate abbastanza da queste parti saprete sicuramente di quanto mi piaccia Zerocalcare. I suoi fumetti mi hanno attirato anni fa con le strisce pubblicate sul blog e poi definitivamente conquistato con le storie La profezia dell'armadillo e Un polpo alla gola, di cui comunque ho già parlato proprio qui. Se siete curiosi, andate a dare un occhio.

Oggi vorrei dire due parole sul suo ultimo lavoro, il fumetto Kobane Calling, che a detta di qualcuno è molto simile a un reportage giornalistico e in effetti potrebbe pure somigliarci vagamente non fosse altro che il giornalismo, come dice lo stesso fumettista, è qualcosa di diverso e di sicuro non è quel che lui vuol fare.
In questo nuovo albo, probabilmente il più corposo tra quelli proposti (261 pagine), Michele racconta dei suoi viaggi avvenuti tra 2014 e 2015 col progetto #RojavaCalling, che intende dare solidarietà al popolo curdo nella sua lotta all'oppressione tanto di Isis quanto dallo Stato Turco (che, come tiene a  far notare è ben diverso dal popolo che lo compone). Si va inizialmente a Mesher, un piccolo agglomerato urbano al confine con Kobane per portare medicinali, servizi, cibo e aiuti di ogni genere, e poi continuamente tra le zone del Rojava appartenenti ai gruppi di resistenza curdi YPG e YPJ e visitando zone a un passo dai militanti del califfato nero.

18/02/15

La vita di Adele vs Il blu è un colore caldo.

Il film La vita di Adele mi incuriosiva parecchio, e ancora di più il fumetto da cui è tratto: Il blu è un colore caldo. Finalmente sono riuscito a vedere il primo e a leggere il secondo, e... risultato? Mi sono piaciuti? E' meglio uno o l'altro? Sono veramente porni come dicono? Scoprivatelo qua sotto!

Il tema centrale di entrambe le opere è ovviamente l'omosessualità. Questa ci viene mostrata attraverso gli occhi di Adele, Clémentine nella controparte cartacea, una quindicenne alla scoperta della propria sessualità che si accorge, non senza l'insorgere di una marea di dubbi, di non essere del tutto a proprio agio nella relazione con un ragazzo. Conoscerà quindi Emma, una ragazza più grande dai capelli tutti blu, e per lei proverà subito un'attrazione irresistibile, senza controllo.

La vita di Adele.
E' un film abbastanza lungo, il cui ritmo non aiuta di certo. Mi è piaciuto, certo, ma non posso non dire che qualche volta fa capolino la noia. Da un lato questo è dovuto alla lungaggine delle scene tra Emma e Adele, da quelle dei loro primi incontri, delle chiacchierate, degli sguardi, arrivando a agli incontri sessuali, che per carità, si guardano con interesse (che poi l'attrice che interpreta Adele è veramente una bonazza che ciao proprio!) ma risultano persino a te, spettatore col durello, piuttosto lente. Non è un porno, quindi perché dilungarsi tanto?
Dall'altro invece il tedio lo si sente nello scorrere degli eventi. Si parla infatti di una vita normale, che scorre via senza alcun evento particolarmente degno di nota. Certo l'omosessualità vuole essere presentata nella sua normalità, e questo non è affatto un punto a sfavore, ma le difficoltà che stanno dietro a questa storia non vengono assolutamente mostrate. E' accennata la tensione tra Adele e i genitori, ben mostrata, e per fortuna, quella con gli amici di scuola, ma per il resto nulla. C'è una storia normale, come tutte le altre, fatta di passione, vita quotidiana, sbagli, litigi, e appunto, noia.
Ottimo invece uno spunto che nel fumetto è completamente assente, ovvero il tema della mancanza. Adele ed Emma, in un certo punto della storia, non si vedono, e ci viene mostrata l'ossessione della prima per la seconda, che percepisce la sua assenza in maniera fortissima. Un'assenza non solo dettata dall'affetto, ma anche e soprattutto dal sesso, dagli stimoli fisici e dal piacere carnale che la distanza fa riaffiorare in continuazione mischiandosi tragicamente alla tristezza, al malessere. Questo mi è piaciuto, il tema della mancanza, non più visto finalmente sotto il mero punto di vista dell'amore platonico e cazzate simili. 

29/01/15

Il valore di un fumetto (guest post MikiMoz)

Benvenuti! Oggi a intrattenerci ci sarà il caro MikiMoz con un guest post tutto in ambito fumettoso. Siete pronte signorine? Vi consiglio di leggerlo perché mi son rotto un po' i maroni di voi altri là fuori (e siete in tanti) sempre pronti ad additare questa forma d'arte come qualcosa di indegno e stupido. Ma bando alle ciance, a lui la parola... e ascoltatelo o finisce che vi prende a fumettate in testa! Moz: un nome una garanzia.

Da sempre considerato un media di serie B, specie rispetto al più blasonato romanzo, solo in questi ultimi anni il fumetto sta conoscendo un processo di sdoganamento agli occhi della massa.
Lui si chiama Mozgus e converte a suon di Bibbiate in testa!
Addirittura facendosi chic per quanti, spesso gli ignoranti di ieri, oggi se ne vanno al parco a leggere la propria graphic novel o l’ultimo lavoro di qualche vignettista. Tra questi e la massa di cui sopra, non ho alcun dubbio su chi salvare: nessuno. Ma almeno, pur come moda, si dà voce al fumetto.
Che è in realtà un mezzo di comunicazione stupendo, perché unisce le parole di un romanzo all’arte del disegno.
In passato, si è detto di tutto sui fumetti, e sempre in negativo. Tanto che nella nostra lingua, definire qualcosa “fumettone” non è certo lusinghiero. Colpa anche della scuola e dei vecchi insegnanti tromboni, per nulla avvezzi alle novità o forse spaventati di fronte a qualcosa che faceva leva sui più giovani.
Sì, non sia mai che paragoniate un libro a un fumetto! A scuola fanno leggere solo libri, tacendo sul resto.
Ma quanti sanno, aspiranti scrittori, quale grande lezione di ritmo e dialogo può essere appresa grazie al fumetto?
Ma quanti sanno, rampanti lettori, che ci sono fumetti che nulla hanno da invidiare (anzi…) ai romanzi?
Personalmente conosco decine di opere che ritengo assolutamente superiori a molta della produzione libresca. E, come per i romanzi, ci sono opere commercialissime. E altre bruttissime.
Titoli per ogni età, per ogni gusto, di ogni genere. 
Diverse “scuole”, da quella americana a quella francese, passando dal Giappone all’Italia.
Un vasto mondo fatto di storie adulte, mature, ma anche divertenti e scanzonate. Supereroi, criminali, indagatori dell’incubo, guerrieri, santi cavalieri, combattenti in marinaretta, omini blu, cowboys, soldati, astronauti, artisti, ladri… Un mondo infinito che abbraccia Topolino e Diabolik, Valentina e Batman, L’Uomo Ragno e Lucky Luke, Lupin e Goku.
Il fumetto ha un valore, un valore immenso. Ultimamente se ne sono accorti anche a Hollywood, sempre più a corto di idee originali e a caccia di storie già pronte. Come quelle, colorate o b/n, dei fumetti.

04/11/14

Zerocalcare | Tempismo, rimorsi e ricordi. Intanto ridi.

Quando mi appassiono a qualcosa mi verrebbe da urlare a tutti ''Cazzo, fatelo anche voi! Guardate che figata, provate!'' Oggi allora lo urlo qui e parlo di tre fumetti dello stesso autore, Michele Rech, in arte Zerocalcare, tre che sono poi quelli che mi sono piaciuti di più, e che secondo me lui stesso sente maggioramente. 
Perché il bisogno di costringervi a leggerlo? Perché sto ragazzo è bravo, è veramente ma veramente bravo. Ed è uno di noi, uno che ti racconta la sua storia normale e comune ma facendoti brillare gli occhi di meraviglia, facendoti ridere come un coglione da solo, facendoti provare anche uno e più colpi dritti al cuore.

La profezia dell'armadillo
Pelle d'oca
Iniziare da La profezia dell'armadillo è senz'altro il metodo migliore per approcciarsi a Zerocalcare. Ci sono più storie auto conclusive che si susseguono tenute assieme dal filo conduttore che è un lutto: il nostro protagonista perde una sua vecchia amica. Dico che è il modo migliore per avvicinarsi proprio perché c'è tutto il tempo di ambientarsi e conoscere il suo modo di scrivere e raccontare. Calcare disegna infatti la realtà alterandola, portandoti ad esempio a vedere la sua stessa coscienza che interagisce con lui sotto forma di armadillo gigante antropomorfo, o a chiacchierare coi suoi conoscenti rappresentati come cinghiali arrapati, anatre starnazzanti e chi più ne ha più ne metta. Una simbologia insomma che permette a lui di lasciarsi andare liberamente e a te di empatizzare subito con tutti, cogliendo le caratteristiche più evidenti di ognuno e ridendo come un imbecille per quanto comica sia la vena pulsante di Michele, persino se si parla di un lutto, sì.
Qui sta la magia che ha saputo conquistarmi la prima volta. Si ride tantissimo e intanto ci si fanno ragionamenti seri sul tempo che passa e scappa via, e soprattutto sul tempismo, che non riusciamo mai a trovare per la paura di fare figuracce, di non essere accettati e di uscire allo scoperto facendoci male. Lo trovate a qualche euro in meno su Amazon qui.

Un polpo alla gola
La sua seconda opera è forse la mia preferita. Un ampio respiro sull'infanzia di Calcare, un tuffo negli anni '80/ '90 che sono omaggiati sempre e comunque da milioni di citazioni e di richiami, sempre in tono ironico, chiaro. L'infanzia e i suoi drammi sono quindi i protagonisti, problemi piccoli, roba da bambini, che però sono ingigantiti proprio per il punto di vista formato ridotto di quel periodo.
E' geniale allora notare come il tema del rimorso sia rappresentato da un polpo alla gola, vedere come una figura tanto scema significhi qualcosa di tanto problematico nella vita di tutti quanti.
Ed è una bomba d'emozioni infine, vedere fino a dove riescano a spingersi certi polpi, e quanto facile sia in realtà scioglierne alcuni, e quanto invece difficile altri. Anche questo lo potete trovare qui.

Dimentica il mio nome
L'ultimo passo lo dovete muovere quindi verso Dimentica il mio nome, il suo lavoro più completo, maturo, e anche difficile. Si nota infatti che tutto l'universo di simbologie presente anche negli altri due capitoli è ora spinto al suo massimo. Ci sono momenti, mentre si legge, in cui non si capisce veramente cosa ci sia dietro a certe immagini, ma lo si intuisce soltanto, proprio come accaduto a Zero mentre le ha vissute.
Si parla principalmente di ricordi, di eredità e di famiglia, il tutto partendo dalla nonna di Calcare, che si è spenta. Una ricerca indietro nel tempo che parte per risolvere alcuni piccoli misteri che poi si fanno via via più grandi, divenendo un punto di domanda grande quanto una casa. Sfumature a tratti assurde e a tratti sinistre, impossibili da credere. E anche qui chiaramente tante risate ma anche tante riflessioni, una tra tutte quella circa la libertà, che non è mostrata con evidenza se non nelle ultime pagine, pur restando presente in maniera fortissima in tutto l'albo, ma nascosta, con gran stile e per un gran perché. Sempre su amazon è disponibile qui.

Tre fumetti quindi che se non li avete mai presi in mano beh, questo è il momento. Riderete tanto, penserete tanto, e vi emozionerete ancora di più. Se poi non avete i danari sotto mano, non siete convinti, o bramate di avere sotto il naso qualcosa di suo adesso e subito, qui trovate il suo blog.

08/04/13

Le Suore Ninja che scazzottano Chiesa e società!... E ''i zombi'', pure i zombi, sì!

Finalmente sono riuscito a mettere le mani su 'ste benedette Suore Ninja! Il primo volumetto di quest'opera di Davide La Rosa (che scrive le storie) e Vanessa Cardinali (che disegna e pure bene), devo dire m'è abbastanza piaciuto. Premetto che per un lettore un po' bigotto e piuttosto close-minded questo fumetto è probabilmente riassumibile con una semplice e schietta frase: Blasfemia portami viaaa!!! Sì perché già dalle protagoniste, cioè delle suore ninja, capisci che qualcosa di strano (e parecchio) andrai a beccartelo, e sai pure che sarà solo la punta dell'Iceberg.

Come ben vi è noto non mi diletta affatto spoilerare la storia, non mi piace, e quindi la prendo sempre alla larga dicendovi ciò che ho apprezzato e ciò che meno ho gradito. Olè!
Punti di forza sono senz'altro l'irriverenza e la ''sfacciataggine'' con cui si parla di Chiesa, di cardinali, di papi, di Dio. Roba che se fosse stato pubblicato anni fa, e forse nemmeno troppi, ai nostri poveri itaGliani gli partivano gli occhi giù dalle orbite dall'incredulità. Ora che ci penso potrei provare a farlo leggere ai miei nonni. Ok, ora che ci penso bene è meglio di no... Ma poi, pensandoci ancora più più meglio, i fumetti sò per bambini e non se lo cagherebbero in qualunque caso. Ma ora non divaghiamo!
Si diceva quindi sfacciataggine nell'affrontare certi sacri temi, la stessa che si può ritrovare nel blog di uno degli autori, ovvero Davide La Rosa, che ci vizia e ci abitua tanto bene e ci strappa parecchie risate condite spesso e volentieri da riflessioni importanti. E qui il tutto lo si ritrova, perché Suore Ninja non è risate fini a se stesse, ma piuttosto è un trampolino di lancio verso ragionamenti un po' più profondi, quali l'omosessualità, la chiusura mentale della Chiesa, il bigottismo, la rigida ortodossia di certe persone, e chi più ne ha più ne metta. E' un piccolo scherzoso dipinto del nostro mondo. Molto scherzoso, questo è da ricordare!

Idola!!!
E a proposito di ''dipinto'', parliamo quindi dei disegni. Cioè regazzi, che collegamenti vi faccio per passare da un discorso all'altro, eh?! Da ''dipinto'' a disegni. Ma quanto fico sono?! (e fu così i lettori   s'indignarono e migrarono in altri luoghi del web...)...
Ok, per quelli di voi rimasti, che hanno resistito alla mia simpatia degna d'un chiwawa rabbioso (ma quanto vi odio!?), proseguiamo. I disegni! I disegni sono molto stile cartoon anni '90, e tale definizione non so se riuscite a comprenderla perché non credo d'averla realmente capita io stesso, ma cribbio, prendetevi Suore Ninja e magari sarete d'accordo con me. Io personalmente questo stile non lo amo, ma lo trovo comunque ben fatto e accurato. Insomma, la Vanessa Cardinali ne sa, e si vede, e quindi credo siamo tutti d'accordo col dire che il fumetto è disegnato ok! (solo non è nel mio stile ideale).
Parlando del look dei personaggi, e delle tre suore in particolare, cioè... Wow! Sono bellissime, e le loro armi sono davvero cazzutissime. L'osso che s'allunga di san Epipodio! Ahahah ma che figata è?! Che poi la suora che lo usa è una nerdazza, e quindi ci piace. 100 punti a Grifondoro! 

E poi niente, un po' di cose a random!
C'è Costantino VitaGliano, che è il papa, e io lo amo perché è uno stronzo, perché è più umano di quanto non si voglia ammettere. Così come amo i cardinali, in particolare quelli più cciofani, che si fanno i cannoni allegramente perché il caro papa giustamente gli dice ''Ma chi l'ha detto che è peccato farsi gli spinelli?!'', e allora via che parte la festa mentre fuori in piazza ci sono...
Gli zombie gay! Ahaha gli zombie gay in Vaticano, ma scherziamo?! Una piaga che già senza ''zombie'' ma solo coi ''gay'' pare insormontabile per la Chiesa, perché la critica qui la si sente forte e secondo me è da applausi. I gay, i gay! Ma che v'hanno mai fatto, cosa?! E nulla, questi sono lì a manifestare il loro ''Pride'' e il loro astio verso il non riconoscimento dei loro semplici diritti in quanto umani, sfruttando l'elezione del nuovo pontefice. Purtroppo per un certo motivo diventano pure zombie e quindi ecco, un incubo peggiore per il neo papa non poteva esserci. Ma meno male arrivano le nostre tre eroine che, come ormai avrete capito, hanno uno spazio non troppo grande in questo primo numero, ma tant'è. Un po' d'introduzione ci sta!

Difetti ce ne sono comunque, altrimenti mica dicevo che m'è piaciuto solo abbastanza. Il primo è la brevità del volume. Finisce subito pur avendo un certo numero di pagine. Volevo un po' di più, sul serio. Il secondo è qualche passaggio (e torno ai disegni) un po' confusionario, in cui devi un attimo puntare gli occhi e guardar bene per capire. Un terzo potrebbe essere a mio avviso la troppa presa per i fondelli alla religione. Per me, sia chiaro, va bene così, ma da regazzo che ha vissuto il mondo cattolico con catechismo e compagnia bella (un po' come tutti), riesco a immedesimarmi in molte persone che pur non essendo bigotte ma semplici credenti, potrebbero trovare ''fastidioso'' il troppo sarcasmo presente fra queste pagine. Purtroppo c'è da dire che non è argomento facile da trattare. L'umorismo si sa, non è cosa da ''scemi'', ci vuole una certa intelligenza e un certo tatto, specie se vuol far riflettere e non è semplicemente demenziale.

Suore Ninja quindi per ora è promosso a buonissimi voti, sperando in un inasprimento delle critiche (col giusto stile) verso ciò che non va bene in questa Chiesa e società, insaporito dalla già sperimentata ironia che è niente male davvero! Attendo con curiosità il seguito, auspicando quindi ad una grande attenzione anche verso chi in Dio e nella Chiesa ci crede, ma che può trarre buoni spunti di critica, come è giusto che sia in ogni ambito di questo grande e grosso mondo. Il pericolo di sbagliare e giocarsi quella fetta di pubblico è grande, sicché vedrem!

27/03/13

Non profumo di primavera, ma puzza di Tex e motoseghe per denti...

Tornando verso casa da una giornata di studio pazzo scassa balle, condito dal recupero di sei tonnellate di appunti arretrati (ricopiati soltanto per un quarto) che di certo non hanno giovato al mio tetro umore, me ne stavo a camminare sotto la pioggia senza ombrella con l'espressione più inebetita che potreste mai vedermi. Ero cotto, completamente, e il clima atmosferico che questa primavera frizzantina mi offriva era piacevole quanto una ditata nell'occhio!... Una ditata col dito sporco di salsa piccante e carne di kebab... Carne andata a male... Ecco... Che Londra era bella, per carità, ma il freddo che c'era dopo un po' m'aveva un pelo inacidito le fauci, e quindi m'aspettavo che nella nostra cara Italia la bella stagione fosse già pronta coi suoi fiori sbocciati e il sole che bacia i belli come me. Invece nulla... Pioggia... Ma questo non è un post sul clima, e nemmeno sulla mia bellezza.
La mia stereotipata visione della primavera...
Ero lì che camminavo con la faccia che pareva un culo, uno di quelli brutti, tipo di Maurizio Costanzo facciamo finta (no ma adesso perché mi devo mettere ad offendere aggratis le persone poi?!), e non trovavo consolazione nemmeno nella soave voce di Florence che m'accompagnava nelle orecchie. Ma ecco il mio sguardo che si posa su: la libreria del mio paesello! ''Fico!'' mi dico. ''Ora ci entro per la prima volta e mi do uno sguardo ai fumettazzi!'' mi dico. ''Che strano, ce l'ho sempre avuta qui di fronte sta libreria, e non ci sono mai entrato. Davvero strano...'' mi dico. Ancora (purtroppo) ben
memore di quel paradiso di Forbidden Planet, loco in cui giovini, vecchi, adulti, donne e esseri indefiniti affollavano ogni metro quadrato leggiucchiando comics, manga e graphic novel, entro già sapendo che la Signora Amarezza mi avrebbe teso un agguato.

Gironzolo per gli scaffali, dando uno sguardo qua e là, cercando il settore ''fumetti'' che non trovo, e nel mentre mi dico ''Stupido ma dove credi d'essere?!'' e mi riorganizzo le idee dicendomi ''Ok, non esiste un settore fumetti, probabilmente è nel settore Ragazzi/Bambini che devo guardare''. Ma anche lì nulla, a parte roba di una certa Dora l'esploratrice e qualcosina circa alcuni mostri che erano un misto fra i Gormiti e i Beyblade... Mostri roteanti fate conto, o qualcosa di simile. Sì insomma... Non ci spendo altre parole al riguardo... Brrr...
Non trovo nulla. Aspetto finisca la coda alla cassa, composta da ben Una sola persona, e mi accingo a parlare col commesso.
''Scusi, dove tenete i fumetti qui?''
Mi fissa per qualche momento, pensando (secondo me) ''Questo alla sua età cerca fumetti?! Ahh giusto, li cercherà per un regalo ai suoi fratellini o nipotini!''.
Mi risponde con un ''Beh, nella sezione bambini c'è qualcosa di buono, non so se hai guardato, per il resto... Ma che genere di fumetti ti interessavano scusa?''
Gli rispondo ''Beh, in realtà erano per me. Ma non credo ne abbiate. Stavo cercando il primo numero di Suore Nin...''
A stronzo, ma che t'ho fatto io?!
Mi interrompe ''Ah perché vedi, noi qui non vendiamo più fumetti, perché non vanno per nulla i fumetti. Pensa, se passavi un paio d'anni fa magari trovavi i Tex. Ce n'erano parecchi di Tex, ordinavo un sacco di Tex, o di Dylan Dog, ma non so perché non riuscivo a venderne poi molti. Cioè la gente oggi non è più interessata ai fumetti, e quindi noi non li vendiamo più. Ma se vuoi puoi ordinarmeli, in caso credo potrei riuscire a farti avere quel che cerchi. Cosa cerchi?''.

Mi ricordo di Tex, delle sue pagine ingiallite, dei suoi volumi puzzolenti di studio dentistico perché tale studio, nella sala d'attesa, era stracolmo di giornalini di Tex, e quindi io associando Tex=dentista non posso che odiare Tex, odiare il suo odore da studio dentistico e il suo rumore di trapano e denti e brontolii sommessi dei pazienti mentre cerco di non pensarci e le seghe fanno rumore e quelli urlano e io cerco di immergermi nella lettura di Tex e c'ho ll'ansia... Ffhu fufu... 
Respira Cervello, va tutto bene, respira... non è successo nulla...

Gli rispondo ''E' un fumetto recente, uscito da poco. Credo si possa ordinare comodamente ma se non li ordina nessun altro non so se sia il caso di...''
''No infatti'' mi risponde, ''cioè non mi conviene. E' un peccato ma io di fumetti moderni non me ne intendo, e anzi non so anche se provassi quanto andrebbero via poi, capisci? Cioè... Tex non se lo filava più nessuno e quindi insomma c'ho dato un taglio coi fumetti. Mi dispiace.''.
''Non fa niente dai, buona serata!'' gli rispondo sorridendo.
''Buona serata a te, mi dispiace!'' mi risponde lui.

Mi rimetto a camminare sotto la pioggia ancora col sorriso stampato in faccia. Un sorriso macabro e spaventoso, che i passanti a momenti si facevano il segno della croce per non essere intaccati dal demonio che avevo dentro... Niente Suore Ninja (solo loro potevano salvarmi), niente fumetti, Tex Tex Tex... Che giornata di merda... Meno male che poi sono andato a vedermi Oz e... No ok, ribadisco... Che giornata di merda!

30/08/12

Kishimoto e le conseguenze (il)logiche della rivelazione su Tobi.


Questo post è molto spoileroso, quindi, chi non avesse letto l'ultimo capitolo spoiler uscito, è pregato di non continuare. Siete avvertiti ;D

Dunque, ieri è stata finalmente svelata l'identità di Tobi, l'uomo dietro la maschera. A quanto pare molti sono rimasti delusi nel vedere che dietro essa infine, ci fosse Obito. In effetti si, ce lo aspettavamo. (Colpo di scena 'sta cippa!) E c'è da dire che questa rivelazione crea non pochi problemi alla ''logicità'' della trama generale. La domanda cruciale che a questo punto viene in mente infatti è:

Se quello è Obito, allora anche l'uomo che ha combattuto col Quarto lo era?!

Tobi era Madara
Proviamo a ragionare usando passaggi plausibili e che non facciano scadere nel banale e ridicolo la trama (certo, come se un intero villaggio ''ripristinato'' grazie a un cazzo di jutsu ultra powa' non l'avesse già fatto!).
Se ricordate, durante l'attacco di Tobi  al villaggio, Obito era morto. Dato che in 'sto benedetto manga comunque sono pure apparse le resurrezioni, se anche Obito a quel tempo fosse appunto tornato dalla tomba (scelta disgustosa), non sarebbe sicuramente potuto essere il Tobi che Minato ha affrontato, in quanto non solo avrebbe avuto un power up esageratamente spropositato, ma soprattutto la Volpe non avrebbe fatto quella strana faccia nel vederlo in azione, e facendo intuire a tutti che tale maschera fosse in realtà Madara...
Questo potrebbe quindi significare che Tobi, a quel tempo, non fosse Obito. Fosse così sarebbe tutto ok (tranne la parte di Obito resuscitato che farebbe comunque schifo):

Madara attacca il villaggio controllando la volpe. Madara, non si sa per quale motivo (magari vecchiaia SantIddio!?), muore e fa diventare suo successore Obito. Kabuto in seguito, durante la grande guerra che si sta combattendo, resuscita tra i vari morti anche Madara, levando il problema del ''Madara vivo= Tobi''.

Ricordiamo poi un'altro episodio a sostegno della tesi ''Tobi era Madara''. Quando finalmente Naruto riesce a beccare Sasuke, quest'ultimo gli entra in testa e va a farsi due chiacchiere e una spaghettata con la Volpe a nove code. Qui, il Kyuubi, commenta gli occhi del giovane Uchiha dicendogli come essi gli ricordino quelli di Madara, unico tizio in grado di controllarla...

Ovviamente sono tutte supposizioni che trovano purtroppo alcune piccole assurdità e ''sgradevolezze'' al loro interno:

1)Intanto Obito non è morto, e questo di per sè fa schifo. Spero sia semplicemente sopravvissuto e non resuscitato perchè altrimenti.... Blah!
2) Se come detto è Madara a combattere con il Quarto, come può avere gli occhi di Obito? E' andato a cavarglieli per poi rimetterglieli? Neanche fossero le carte dei pokemon che uno si scambia, purcaza la putanaza!!!
3)Perchè la Volpe prova tanto astio verso Tobi anche di recente, dato che è risaputo che sotto la maschera c'è Obito e non più Madara?!

Ecco insomma che questa scelta crea ''brutte'' spiegazioni alternative ai fatti di cui siamo venuti a conoscenza. Perchè Kishi, perchè non c'hai risparmiato 'sto duro colpo?!

Tobi era Obito
Proviamo ora a ribaltare la situazione però, dato che mica è così scontato che quello visto sia ''realmente'' Obito. (Cioè qui pure se vedi in faccia uno non sei sicuro che sia lui... Ma ditemi voi a che livelli siamo arrivati con questo cazzo di manga....):

1) Se non è Madara a combattere col Quarto, ma bensì Obito, come diavolo ha ottenuto un Power Up tanto potente nel giro di qualche anno? E soprattutto come ha fatto a imparare a controllare la Volpe? Anche qui, qualunque sia la soluzione, non può che essere una boiata pazzesca.
2)Obito a questo punto, che diavolo di motivazioni potrà mai avere per fare tutto quel che sta combinando? Non ditemi che è posseduto da un jutsu malefico, perchè non se ne può più di super tecniche ultra segrete che spaccano cooli a tutti!

O un'altra inquietante svolta...
Visti i dubbi e le oscene possibilità che vengono a profilarsi ambo le parti, non resta che esporre l'ultima, oscura, oscena e scandalosa via che si sta ma mano delineando...
Madara potrebbe aver trvato un jutsu per incoolare (rubare) i corpi di altri ninja, in modo da vivere praticamente per sempre. Il suo potere di controllo della Volpe perciò, non sarebbe più legato all'abilità oCulare data dallo Sharingan come pensavamo, bensì da una sua abilità innata slegata dai mitici occhi Uchiha. Conseguenza ancora più tragica: se resusciti (a lungo andare) più di un ex corpo abitato da Madara (e si può fare come avvenuto pochi capitoli fa), hai praticamente un mini-esercito di bbbestie. Ma sono sicuro che no, questa via non verrà imboccata dal nostro amato mangaka...

Kishimoto insomma, svelando questo ''mistero'', non ha svelato un bel niente. Bel lavoro piccolo stronzetto! Cioè, ''bel'' un par di cazzi! Guarda un po' che strade ti tocca andare a battere adesso... Non ci resta quindi che attendere il Grande Spiegone. Perchè diamine, Obito era morto e ora è vivo!!! E questo non mi piace... Se il caro Masashi comunque riuscirà ad uscire da questo pantano in maniera buona, tanto di capello, ma visto l'andazzo son pessimista...

Saluti e ditemi voi che ne pensate :D

24/07/12

Batman: the killing joke


Questo piccolo albo di Batman mi è capitato sott'occhio durante una triste giornata di studio in biblioteca. Ecco quindi che piuttosto che perdere la testa in grafici del cavolo mi sono mangiato questa sessantina di paginette.


Dunque che dire? E' una storia breve ovviamente incentrata, come s'intuisce dal titolo, sul personaggio di Joker. Scritta nell'88 da Alan Moore e disegnata e (ri)colarata da Brian Bolland, presenta una trama molto semplice ma comunque ricca di spunti. I principali sono: il misterioso passato di Joker, il domandarsi da parte del cavaliere oscuro del senso di questo loro rapporto conflittuale e ripetitivo, e soprattutto il tema della pazzia e la sua ''ragione''.

Ora, io di Batman non avevo mai letto nulla e credo che nemmeno sia necessario per affrontare questo fumetto. Il Joker lo si conosce, Batman pure, il commissario Gordon anche. L'unica cosa che mi era oscura (ma che comunque viene detta nell'ultima pagina) era il fatto che la figlia di Gordon fosse anche Batgirl e che quindi consce l'identità dell'uomo pipistrello. Vabè...! E' solo una minuscola parentesi.

Perchè dovreste leggerlo?! Semplice, perchè il nemico pagliaccio di Batman è fantastico! Viene infatti rimarcato più volte il motivo della sua pazzia e la sua ''filosofia di vita'' nell'affrontare le difficoltà e la spietatezza del mondo. Il protagonista quindi è Joker e non il vigilante mascherato (che mi è risultato pure parecchio antipatico e troppo logorroico...). Viene narrata infatti l'ennesima fuga del criminale con le sue ovvie e naturali conseguenze: bisogna prenderlo e sbatterlo nuovamente dentro a una cella. Ed è proprio il ripetersi di questa situazione che comporta in Bruce il chiedersi come sia possibile odiarsi così tanto senza nemmeno conoscersi, come sia possibile tanta violenza e follia. E la risposta a queste domande la si trova appunto nel flashback (stupendo il modo in cui è disegnato e colorato) della nemesi di Batman, che pur venendo partorito dalla mente deviata del Joker, e che quindi potrebbe difettare di credibilità, fornisce una tesi affascinante su ciò di cui realmente è convinto questo personaggio: basta una giornata storta per cambiare completamente un uomo. Una frase assolutamente semplice ma che ti sbatte in faccia sia l'enorme somiglianza fra ''la sfortuna'' di questi due antagonisti, sia la loro incomparabile differenza nell'affrontare appunto questa ''giornata storta''. La conclusione poi è azzeccatissima e in un certo senso, poetica! (come piace a me :P).

Insomma, non posso dire altro perchè altrimenti andrei a spiattellarvi la storia, resta comunque il fatto che il ritmo è serrato e sa trasportare il lettore (merito anche della modesta quantità di pagine probabilmente) e le illustrazioni che accompagnano il tutto sono curatissime sia nei dettagli (da notare la ricchezza nell'espressività dei visi) che nella loro colorazione, che risulta tetra ma comunque suggestiva. Metteteci poi qualche breve comparsa del Pinguino e di Harvey Due Facce che ti fanno pure tanto piacere, e il gioco è fatto.

Concludendo: nonostante la brevità quest'albo mi è piaciuto molto! Joker spacca!

22/05/12

Ecco perchè gli anime mi fanno incazzare!

Vorrei brevemente raccontarvi ciò che a me fa incazzare degli anime facendo particolare rifermento a 3 di questi, cioè Naruto, One Piece e Dragonball. Premetto che non sono un esperto di tecniche d'animazione o quant'altro, ma per esprimere il mio pensiero userò termini che spero siano quelli adatti.

Due cose in particolare mi fanno girare gli zebedei negli anime:
1) I filler
2) Lo stile d'animazione

Riguardo ai filler c'è poco da dire. Intanto per chi non lo sapesse, i filler sono puntate ''riempitive'' che non hanno nulla a che fare con la storia principale e non sono basate sulle pagine del manga. Teoricamente vengono create per allungare il brodo dell'anime quando questo si sta avvicinando un po' troppo alla controparte cartacea, praticamente però non accade proprio sempre così, basta pensare che metà della prima serie di Naruto è costituita da puntate filler (che non ho guardato assolutamente perchè provavo ribrezzo). Giusto per farvi capire, altri esempi possono essere la saga di Garlik Jr. in Dragonball (che non so nemmeno come si scriva dato il mio totale disinteresse e odio!) oppure quella del cacciatore di taglie che ha il corpo come un termosifone in One Piece.
Concludendo perciò, capisco la necessità dei filler ma mi pare che troppo spesso ne abusino oltre ogni limite di sopportazione (NARUTO NARUTO NARUTO NARUTO).

Parliamo perciò dell'animazione! 
Partendo da Dragonball, che è ''datato e vecchio'' quanto volete ma che comunque non lo fa pesare poi tanto, si possono notare drastici cambiamenti di stile nel giro di due puntate. Se la prima infatti è graficamente appagante e ben disegnata, la seconda sembra creata da un cerebroleso che s'è dimenticato come si disegna e tenta di imitare i personaggi che noi tutti conosciamo storpiandone i tratti. Non ci credete o non l'avete notato?! Prendiamo due scene dalla saga di Freezer, QUI potrete notare un Goku che spesso e volentieri ha addirittura gli occhi storti  e i capelli che assumono forme al limite dell'assurdo per non parlare del combattimento in sè che fa schifetto, mentre QUI uno scambio di mazzate davvero perfetto e curato (la qualità del video è scarsa ma penso si capisca ciò che sto dicendo)!

Su One Piece invece non molto da dire, se non che a me la serie sembra spaccata in due. La prima metà dell'anime ha colori più ''spenti'' e calibrati (e li preferisco assolutamente così) e personaggi sicuramente più curati nei tratti e nel dinamismo nelle loro scene d'azione, la seconda metà invece presenta chiaramente una colorazione sgargiante (troppo, troppo, troppo) a discapito però dell'azione, che nei combattimenti mostra il peggio di sè in più di un'occasione facendo sembrare i partecipanti agli scontri dei burattini legnosi e dal corpo ''mutaforma'' ad ogni singolo cambio d'inquadratura. Sono sicuro di non dire ''cassate'' perchè in diversi gruppi facebook e forum noto tante, tante e ancora tante persone lamentarsi di questi nuovi episodi sempre più malamente disegnati. Io comunque non lo seguo più, sto solo col manga e sono felice così!

10/05/12

One Piece... e il dubbio dello scroccone!

Da sempre accanito lettore di One Piece e pure scroccatore di scan online, mi sto chiedendo da un po' di tempo se non mi stia perdendo il gusto vero di quest'opera a causa della sua lettura capitolo per capitolo di settimana in settimana...

I volumi li compro sempre quando escono, e me li mangio letteralmente, però non godendomeli appieno come già detto sopra. Quello che vado a leggere l'ho già visto, ne ho già assorbito quasi ogni singola vignetta grazie alle discussioni (e sono tante, davvero tante) fatte nelle varie fanpage su Faccialibro. Dovrei forse fermarmi ed aspettare di leggere i singoli volumetti uno ad uno non appena arrivano qui da noi? E se lo facessi (cavolo dove le trovo le forze?!?!) sarei davvero in grado di aspettare... Quanto, un anno? Di più?!... per poter finalmente giungere al fatidico Nuovo Mondo e trovarmi di fronte a tutta una serie di capitoli mai letti e ancora tutti da scoprire?! Solo assaporare la ventina di pagine settimanali mi fa ''star bene'', ma se penso che potrei averne molte, ma molte di più e tutte in una volta...

Questo si che un grande dubbio! Voi che seguite One Piece come lo leggete? Scan? Volumi? E qualcuno si è mai posto questa simpatica domanda!?

04/04/12

Il manga perfetto per le vostre ''sedute spiritiche''!

Citando poco tempo fa la splendida correlazione fra manga e gabinetto (che potete trovare qui http://cervellobacato.blogspot.it/2012/03/leggi-manga-in-gabinetto-se-ti-fan.html) m'è venuto in mente il manga ideale che può allietarvi durante le vostre ''sedute spiritiche'' (non so voi ma io spesso e volentieri ho proprio un demonio dentro)!

Si tratta di ''Worst-La legge del più forte'', che iniziai a leggere nel periodo delle superiori ma che poi persi di vista per motivi che non ricordo proprio.
Lo ritengo un manga da gabinetto perchè è una lettura piacevole, non troppo impegnativa e con scene tremendamente divertenti! E' sufficiente lo stile di disegno adottato nelle varie gag per farmi morire. E' l'ideale insomma per i vostri momenti di evasione dalla quotidianità in quel breve lasso di tempo in cui vi trovate soli con odori/rumori molesti e quant'altro.

Detta brevissimamente, la storia racconta di questo ragazzotto di campagna di nome Hana (il tipo tutto sorridente che vedete qui a fianco) che decide di trasferirsi in città per poter frequentare l'istituto superiore Suzuran. Tale istituto (così come la città) si rivelerà un'accozzaglia di brutti ceffi pronta a organizzare scazzottate facili e vere e proprie bande criminali con gerarchie ben definite!
I personaggi sono molto ben caratterizzati (unico difetto sono i miliardi di nomi cacofonici che ''purcaza la putanaza'' ti fanno venire la confusione in testa!), i disegni abbastanza curati (quando iniziano a suonarsele l'azione si capisce bene) e l'intreccio narrativo... beh forse leggermente meno eccellente, ma potrei avere un ricordo distorto dato il tempo trascorso dall'ultima lettura.

Resta il fatto che lo straconsiglio (anche se volete leggerlo al di fuori dal gabinetto eh!) e quasi quasi vado a ricercarmelo pure io! Adiosss!

26/03/12

Leggi manga in gabinetto, se ti fan cagare tanto meglio!

Una piccola soddisfazione sono riuscito ad ottenerla quando mia madre si è guardata ''Il castello errante di Howl'' e ''La città incantata''. ''Beh, belli sti' cartoni!'' mi ha detto la donzella.
Parlo di piccola soddisfazione perché 1) sono davvero molti i ''cartoni'' (come lei li chiama) che vorrei far conoscere ai miei due creatori e questi due anime ne sono una piccolissima parte e 2) sono felice che la mia mamma abbia (finalmente!!) capito che il fatto di essere storie presentate in ''animazione'' e non ''a film'' non siano necessariamente: la prima il corrispettivo di ''cazzata, bambinata, minchiata, stupidata'', mentre la seconda di ''serietà, profondità (o profondezza?), bellezza ecc ecc.''


Non parliamo poi di manga! (Ora, non che io sia questo gran cultore del fumetto di nipponica origine, ma qualcosina lo leggo pure, o almeno ho la volontà e il piacere di farlo scoprendo e facendomi consigliare autori che nella mia solitaria passione non avrei mai nemmeno trovato.). Si perché tentare di posare un volumetto di Worst, OnePiece, Death Note ecc ecc. sul mobiletto nel gabinetto del mio babbo non ha mai sorbito alcun effetto.
Che cavolo pà! Se anche non ti piacciono potresti dargli un'occhiata almeno mentre fai la cacca! Tanto meglio poi se ti fanno schifo, andrai di corpo con più efficacia!.

Niente da fare comunque... Non so se a voi capita la stessa cosa, ma almeno per quanto riguarda la mia famiglia (eh ahimè, pure molti miei amici) non c'è nulla da fare. Meno male che i miei fratellonzi mi fanno contento leggendo i ''mangHini'' che colleziono. 



Chissà se mai un giorno cambierà l'associazione ''Manga/anime = strunzat' (cit. del mio vecchio)''