28/01/16

Shannara | Una cavalcata al tramonto e due inquadrature aeree

Aspettavo da molto la trasposizione cinematografica (che poi è diventata serie tv) dei romanzi di Terry Brooks sul ciclo di Shannara. Complice un trailer nient'affatto male e delle immagini promozionali che mi hanno subito incuriosito, mi sono avvicinato pieno di speranze a questo nuovo prodotto, incrociando le dita augurandomi di trovare qualcosa di simile a Game of Thrones... qualitativamente parlando almeno! Purtroppo per me la sorpresa è stata molto, molto amara.

Fino alla prima superiore non amavo affatto leggere. Trovavo noioso mettermi a spulciare tra le pagine dei romanzi e non capivo cosa ci vedessero gli altri nelle storie scritte quando si poteva comodamente fruire le stesse racchiuse in un buon film. Ricordo che per il compleanno mia zia mi regalò il primo dei tre libri che compongono il ciclo di Shannara, dato da: La spada di Shannara, Le pietre magiche di Shannara e La canzone di Shannara. QUI, volendo, li trovate tutti e tre.
Molto dopo capitò che mi ammalai e fui costretto a casa per un paio di settimane. La noia la faceva da padrona. Decisi allora abbastanza svogliatamente di leggere qualche pagina di Brooks e... io che mai avevo letto granché prima di allora finii il romanzo in meno di tre giorni. Wow! Immediatamente fui invogliato a comprare anche i due seguiti e quello fu il momento che mi iniziò alla lettura.

Ora, perché raccontarvi di questa storia sulla storia? Semplicemente per farvi capire quanto io sia legato a questi tre romanzi, il secondo dei quali mi colpì parecchio. Sapere della serie tv dedicata proprio a Le pietre magiche di Shannara non poteva che essere un evento di grande curiosità per me, e questo nonostante non ricordi quasi assolutamente nulla di ciò che i libri mi avevano raccontato. Ho una memoria terribile e già lo sapete, quindi figuratevi se posso mai aver presente una narrazione letta anni e anni fa. 
Ma se il racconto non è il mio punto di forza di sicuro ho ben presente la sensazione che avevo da lettore. L'ambientazione era quella tipicamente fantasy che si può ritrovare ne Il signore degli anelli, con una chicca però niente male, costituita dal momento storico fornito dall'autore: un mondo post apocalittico in cui si intravedono i resti di quella che era la nostra civiltà, reliquie antiche che sono però appena una strizzata d'occhio e che invece ora vengono tramutate nel punto di forza di una serie tv che gioca molto sull'immagine e gran poco sui contenuti.

26/01/16

Un blogger su Telegram?

Buongiorno cervelli!
Oggi vi parlerò brevemente di Telegram, un social network a metà strada tra una chat telefonica simile a whatsapp e un sistema di notifiche e aggiornamenti che ricorda una newsletter. Ve ne parlo perché ho da poco aperto un canale (ma che è? ora siamo dalle parti di YouTube?) e vorrei spiegarvi che ne farò.

Da whatsapp in avanti...
Parto dalla classica app di messaggistica perché Telegram è il concorrente diretto di Whatsapp. Gratuito, immediato e pratico, Telegram ci somiglia in tutto e per tutto, ma ha il vantaggio di permettere lo scambio di file (audio, immagini ecc.) di dimensioni fino a 1,5 Gb. Altro che gli 11 secondi di video del suo compare!
Da possibilità inoltre di creare, oltre ai classici gruppi di conversazione, anche delle chat segrete che non restano visibili sui suoi server, sia mai voleste organizzare una rapina insomma...
e infine di aggiungere account Bot con cui interagire per puro cazzeggio e delle emoticon chiamate Stickers davvero molto simpatiche. Ah, giusto... può essere utilizzato anche su tabletpc fisso, quindi ve la potete portare ovunque senza alcun limite.

Si ma io che c'entro?
L'ultima funzione da presentare è appunto quella di creazione dei canali. Probabilmente, se seguite qualche youtuber, vi sarete accorti che negli ultimi tempi i loro, di canali Telegram, spuntano come funghi. Proprio su suggerimento di uno youtuber mi è stato fatto notare che aprirne uno potrebbe essere una buona idea per tenermi meglio in contatto con voi lettori.
Il canale funziona a senso unico, ovvero voi che vi iscrivete troverete nell'elenco dei vostri contatti anche il mio contatto/canale, col quale manderò aggiornamenti brevissimi di vario tipo che potrete solamente leggere al pari di una notifica. Né più, né meno.

Che ci troverete nel mio canale?
Sicuramente non una tortura di messaggi tali da rendere i vostri smartphone dei vibratori. Magari a qualcuno piacerebbe pure, ma in tal caso mi scuso in anticipo. Noterete invece sporadici aggiornamenti su nuovi articoli in arrivo, segnalazioni interessanti su post di altri blogger, commenti rapidi su film, libri e compagnia bella (che poi saranno sviluppati qui), curiosità sulle attività che gravitano attorno al blog e di cui quasi mai vi ho parlato. Altro? Non lo so, lo vedrò col tempo.
Se dunque volete iscrivervi al mio canale, o anche solo provarci per un po', vi basterà cercare e aggiungere ai contatti Telegram ''CervelloBacato1'' oppure cliccare QUI o sull'icona in alto a sinistra nel blog. Se poi volete invitare i vostri ammighi a fare altrettanto, cribbio fatelo!

Vi aspetto numerosi e bacati!

24/01/16

All'Isola Che Non C'è.

Quando i genitori uscirono di casa le candele bruciarono ancora qualche minuto, accompagnando i piccoli nel mondo dei sogni. Non appena si addormentarono e il buio calò nella camera, la notte sgusciò dentro passando per la finestra, portandosi dietro un minuto e sinistro bagliore scarlatto. Saettava per la stanza gettando ombre deformi sui volti dei tre bambini. L'essere voleva qualcosa, rovistando ogni anfratto di quella realtà non troppo familiare. Cosa stesse cercando, tra gli oggetti dei Darling, ancora non ci è dato saperlo, ma il terrore cieco che spingeva l'animo di quella creatura di luce ne dimostrava certamente la grande importanza.
Scovò infine, con uno scintillio di sollievo, ciò che il suo signore bramava da tempo. Nessuno al mondo, né in questo e neppure nell'altro, poteva quietare la volubilità di tale artefatto. Nessuno se non lei, ultima fata, che col suo incanto brillante addomesticava l'ombra del padrone. Polvere radiosa come il sole vibrò tra le sue ali, trascinando il manto viscido tra le lenzuola di Michael, che si svegliò.
L'arte di Tobias Kwan la trovate Qui
Qualcosa... un mostro, c'è un mostro vicino al mio letto! pensò tirando in su le coperte e lasciando fuori appena gli occhi. Ogni bambino prudente, è risaputo, conosce perfettamente il modo più sicuro per fuggire gli orrori che attendono pazienti nel buio, e nascondersi sotto le coperte è ovviamente uno tra i più efficaci. Purtroppo però, la sorte gli fu questa volta assolutamente sfavorevole, e così facendo l'ombra lo avvolse, marcendogli naso e bocca, mangiandogli il respiro. Michael soffocò muto sotto lo sguardo vispo di Campanellino. Wendy e John dormivano sonni sereni sognando un'Isola lontana piena delle più incredibili meraviglie. Il loro fratellino rimase immobile sotto le lenzuola. Non c'era già più. Non era, già più. 
L'impeto euforico del piccolo Peter destò d'un tratto i bambini inconsapevoli. Allora la fata ronzò loro attorno e Peter esclamò Volate, volate miei piccoli amici, io sono Peter Pan, sono il Peter Pan delle storie di cui tanto si sente parlare in giro!, e Wendy e John strabiliati gioirono vedendo il pavimento staccarsi sotto i loro piedi, celebrando stoltamente i desideri dell'insolito fanciullo. Seguirono diversi minuti di assoluto divertimento, di piroette per aria e acrobazie con giri della morte, poi camminarono un po' sul soffitto a testa in giù e seguirono qua e là Campanellino per provare ad acchiapparla, e infine la dolce Wendy, che come forse ricorderete era una ragazzina assai coscienziosa, si domandò d'un tratto preoccupata dove fosse finito Michael e perché non fosse lì con loro a divertirsi.
Peter Pan si fece allora serio e anche il sommesso trillo della fata parve improvvisamente incupirsi. Ebbene, cominciò quindi a parlare l'infante, il vostro piccolo fratellino è stato rapito niente di meno che dal temibile corsaro Giacomo Uncino, e per questo voi ora verrete con me all'Isola Che Non C'è per fare guerra ai pirati e riportarlo in salvo! concluse spavaldo conquistando subito i due poveri ingenui. Non era il senso del dovere verso Michael ad attrarre i due Darling, né lo spirito d'avventura o la curiosità spaventosa con cui l'Isola li stava chiamando; no, era qualcos'altro, qualcosa nascosto oltre il riso sibillino di colui che non voleva crescere mai, un richiamo di intima familiarità e assieme terrore profondo che li spingeva a fidarsi di lui. 
Il bambino si accovacciò sul bordo della finestra seguito dalla sua fata, splendente come una stella. Volate con me, volate con me! disse in un sorriso, spingendosi fuori nel vuoto. Così fecero mano nella mano Wendy e John, ma l'aria non era più loro compagna, il niente si aprì vertiginoso sotto di loro che precipitarono per tre piani finendo uccisi sul vialetto di casa.
Peter Pan atterrò flaccidamente di fronte a tale scempio. Campanellino proiettò su di loro l'ombra ingorda dell'antico padrone che smanioso, banchettò delle carni innocenti di quei piccoli sognatori infranti. Come promesso, all'Isola Che Non C'è avrebbero incontrato Michael e tanti altri bambini sperduti.

20/01/16

The Revenant | L'uomo disperato contro l'uomo accorto

C'è qualcosa che non mi convince per niente nel nuovo lavoro di Inarritu, regista che lo scorso anno mi aveva conquistato col suo meraviglioso Birdman. Per The Revenant chiaramente l'aspettativa non poteva che essere alta, visti appunto i precedenti Oscar a regia e sceneggiatura uniti all'osannata nuova interpretazione di Leonardo DiCaprio, uno che di statuette non ne ha ancora vista una e che per questo il mondo si è preso particolarmente a cuore. Il risultato però è che più di qualche sbuffo durante la visione partiva, e non c'era orso che tenesse.

In breve, The Revenant ci porta nei gelidi territori del Dakota del Nord, e vede una spedizione di americani cacciatori di pellicce essere sorpresa da un attacco indiano. Molti perdono la vita e gli altri costretti alla ritirata, guidati in quelle terre selvagge dall'esploratore Glass (Leonardo DiCaprio) e il figlio meticcio Hawk, sono braccati continuamente dalla tribù Arikara. Inizia una fuga nella natura sterminata con l'inverno alle porte non privo di amare sorprese, prima tra le quali il grave ferimento di Glass da parte di un grizzly (sequenza pazzesca) che, ritenuto spacciato, verrà abbandonato da tutti. Fuga che in seguito diverrà per il protagonista marcia solitaria e disperata, spinta dal desiderio di vendetta verso il compagno che ha ammazzato suo figlio.

Ciò che stona, per dirla senza troppi giri di parole, sono proprio la costruzione del personaggio Glass e gli accadimenti che lo vedono vittima. Ci viene presentato sì come uomo esperto e in gamba, che sa cavarsela nelle situazioni più intricate, ma d'altra parte è perseguitato dalla malasorte in maniera tanto marcata da risultare fasulla e grottesca; e che sia tratto da una storia vera o meno questo non cambia il giudizio, perché in un racconto su schermo una tale sequela di sfiga è difficilmente digeribile.
La vendetta passa perciò in secondo piano ammutolita giustamente dalla potenza della natura, qui resa magnificamente dal regista, e nondimeno dalla costante sventura sempre dietro l'angolo, combattuta principalmente a colpi di risoluzioni accidentali. Non c'è da stupirsi quindi se Glass mi risulta del tutto antipatico e non riesco minimamente a provare empatia con lui. Avendo una parte preponderante poi, capirete il motivo per cui l'intero film ne risente. Questo insomma è ciò che non mi convince.

Dall'altro fortunatamente troviamo l'antieroe Fizgerald (Tom Hardy), che nonostante voglia esser relegato al ruolo di stronzo, se messo a confronto col fortunoso Glass si dimostra essere uomo razionale e ragionevole, cinico e macabramente ironico, capace di valutare i pro e i contro di ogni azione per quanto estrema possa sembrare, poiché in un ambiente simile non può essere la buona sorte a proteggerti, ma semplicemente sei tu che devi portarti a casa la pelle. Sì, anche facendo il faccia di merda con tutto e tutti. 
Lo scontro tra queste due anime e concezioni di vita è allora il punto centrale del film. O almeno... questo è quello che sarebbe dovuto essere a mio modesto parere, dato che l'odissea DiCapriocentrica fatta di strisciamenti sulla neve, cadute da dirupi, semi annegamenti in rapide ghiacciate e chi più ne ha più ne metta, ne appanna l'importanza. L'uomo disperato che ha perduto tutto, persino la paura, torturato e salvato dalle circostanze più e più volte, contro l'uomo accorto e disincantato del mondo che fa buon viso a cattivo gioco. 
The Revenant poteva essere davvero un gran film, ma probabilmente si è perso assieme ai suoi personaggi nei boschi ghiacciati del nord America.

18/01/16

E non fui più nemmeno questo.

Qualcuno pensa che quando si muore ci sia una luce da seguire e un luogo al di là di quella, fatto di pace eterna e quiete infinita; oppure l'inferno che brucia, la dannazione perpetua a chi si è sporcato l'anima di vergogne innominabili. Altri credono che qui ci siamo per imparare e imparare e imparare, una vita per volta e una lezione dopo l'altra, una scuola senza maestri in cui ogni cosa ti insegna qualcosa, per sempre. E c'è chi invece è convinto del nulla, il niente che è come spegnere un televisore o staccare la spina; zak e sei morto, muto, schermo nero e batterie esaurite, contestate da un ragionevole non lo so, non lo so proprio che cosa ci sia quando si muore, non lo so se ci sia, non lo posso conoscere, ma soltanto provare quando sarà... quando arriverà il momento. La verità, vi dirò, non è nessuna tra queste, ma si avvicina a chi da valore al ricordo dei morti, a chi non dimentica le persone care, a chi le fa mormorare nel proprio cuore, nelle stupide azioni inconsapevoli di ogni giorno.
Quando mi uccisero ero eccitata ed euforica. Una bambina col cazzo duro, le mani insanguinate e il cuore in gola. Essere adrenalina ti fa girare la testa anche se questa è priva di pensieri, se è nient'altro che parte di cadavere, bambola di pezza tra le brame di un lurido. Questo fui in quegli istanti sperduti: sensazioni tanto intense che una persona non potrebbe contenere mai, in nessun modo. Poi diventai altro. Tramutai in un vomito d'ansia e vergogna, urlai tra cumuli di terra e rimpianto finché fracassavo le mie stesse ossa, spezzavo a colpi d'accetta il capo dal collo, maciullavo come una bestia la bambina di tredici anni che non ero più. E infine fui anche timore, paura, terrore, lacrime irrefrenabili di chi realizza di aver perso qualcuno, di chi sa senza saperlo che tua figlia, o la tua sorellina, non tornerà più a casa, non riderà mai più con te, non ti sveglierà ancora con la sua risata.
Ricordo non fu semplice capire, perché non hai più modo di esserti familiare, sei qualcos'altro. Lo stesso ricordare, in effetti, perde di senso in una realtà priva di segni con cui orientarsi. Ci misi del tempo a calzare le mie nuove vesti. Indossavo più aspetti, parlavo più voci, vibravo a molti toni d'umore contemporaneamente. Le notti insonni di mia madre non volevano ascoltare mio padre mentre infrangeva i suoi ricordi più belli, mia sorella mi cercava nei sogni, il mio assassino negli occhi spaventati che mi erano appartenuti e che aveva strappato. A volte davo un bacio a quella ragazzina timida che non ebbe il tempo di provare quest'emozione per la prima volta, altre ingiallivo tra le righe dei vecchi temi che un professore per caso ritrovava nel suo studio. E rimarrete stupiti, forse, nel sapere che anche un luogo può ricordarsi di te, sbadigliando all'alba nel giardino coperto di brina e sognando tra le coperte in cui un'adolescente tormentava le proprie paure.
Il dormiveglia è una confusione insapore che potrebbe farvi avvicinare a quel che verrà di voi. Sei in un letto, sei dall'altro lato del mondo, sei ovunque e da nessuna parte in un istante che inciampa a seconda di ciò che diventerai. Ed io ero così, a osservare il tempo sbiadire ogni aspetto di me, cancellando pian piano ogni riflesso, rendendomi muta e inorridendo chi non poteva più udirmi, spezzando una ad una le vite che tenevano viva la mia, finché non morii davvero.

15/01/16

L'essenziale in un blog?

Ricevo una telefonata inaspettata. Rispondo, annuisco, faccio mmm mmm affermativamente come fa mia nonna alla cornetta, e poi pronuncio la frase Wow, sicuramente, fantastico! 
Riattacco, spiego la cosa ai miei e ad amici, ci rifletto su pieno d'entusiasmo e finalmente, conscio di ciò che ho appena fatto, mi accorgo che io a parlare davanti a tante persone mi cago in mano. That's amazing!

Ma che era sta telefonata?
Ebbene, mi è stato proposto dalla mia ex scuola superiore di tenere alcune lezioni a ragazzi di prima e seconda riguardo il blogging. Praticamente l'idea sarebbe quella di far loro conoscere cos'è un blog e come funziona, lasciandomi libero di sperimentare e proporre ciò che mi pare. Quindi ci sono io, che non ho mai insegnato nulla a chiccessia, intento a strutturare qualcosa di simile a un programma in modo tale da non blaterare a caso e fare figure demmerda, con l'obiettivo di appassionarli e portarli a costruire un blog personale di cui prendersi cura. 
Ecco... il contesto da brividi ve l'ho spiegato. Qui entrate in gioco voi.

Viste le premesse, visto il mio essere #massimoesperto in non saper parlare in pubblico, visto il mio essere peggior blogger della blogosfera italiana e visto il vostro volermi tanto bene, chiedo a Voi blogger (e non) quali sono, a vostro parere, i punti importanti per appassionare e guidare un blogger alle prime armi. 
Cosa direste per incuriosirli?
Da lettori, cosa non deve mancare in un blog e cosa considerate brutto?
Quali le dritte per iniziare, magari proprio riflettendo sulle informazioni che voi avreste voluto avere i primi tempi?
E gli errori da non fare?
Gli esperimenti assolutamente da provare?
Insomma... avendo voi un'occasione simile alla mia, cos'è che sicuramente non manchereste di consigliare?

Attendo con ansia le vostre risposte e spero di scoprire qualcosa di nuovo anch'io. E, fermi tutti che altrimenti mi dimentico, ultima richiesta: avete blog da mostrare come esempi ''utili'' da consigliarmi? Se sì, linkate qui sotto nei commenti. Vanno bene sia siti che conoscete e ritenete adatti, sia (e non siate timidi suvvia!) il vostro blog

12/01/16

Mondo sotto shock: Siri è sparita

Milioni di utenti iPhone lanciano l'allarme 
#SiriDisappeared e #SirièScomparsa riempiono i social

Cupertino nel caos
La notizia è partita in sordina alle prime luci dell'alba, ma in poche ore ha fatto il giro del globo lasciando tutti ammattiti. Siri, l'assistente vocale più famosa del mondo, è sparita senza lasciare tracce né spiegazioni. A denunciare per primi l'accaduto sono i milioni di utenti iPhone improvvisamente orfani dell'aiutante targata Apple. Già si parla di rapimento e di attentato terroristico, ma per ora nessuna rivendicazione è stata fatta.

Disordine nelle capitali 
Le strade sono bloccate dai disagi. Nelle piazze delle maggiori città si riversano manifestanti preoccupati e inferociti. Solo i mancati servizi di ricerca del numero telefonico e di attivazione del gps stanno causando migliaia di dispersi; queste, assieme all'abitudine a delegare ogni richiesta a Siri, hanno centuplicato il fenomeno del vagabondaggio in appena due ore.
Si registrano infine i primi casi di denutrizione per assenza di informazioni sui ristoranti in cui pranzare; il conseguente calo dei consumi, se costante, potrebbe avviare una nuova crisi nel settore alimentare e dei trasporti.

Lady Gaga disperata: sono molestie sessuali
Intanto gli inquirenti sono già a lavoro su diverse piste, al momento tutte debitamente top secret. Secondo gli esperti non è da escludere la fuga volontaria. Una ricerca pubblicata su Science lo scorso mese dichiara infatti che il 25% delle assistenti vocali aspirerebbe a un impiego migliore. Gli psicologi affermano inoltre che il 5% si dice insoddisfatto, il 12% parla di sfruttamento e lavoro sottopagato e un preoccupante 43% cita le molestie sessuali
Su queste in particolare non è la prima volta che voci del mondo dello spettacolo si sprecano. La cantante Lady Gaga, grande amica di Siri, racconta in lacrime delle richieste degradanti e oscene cui l'assistente Apple era solita sopportare. 

aggiornamento ore 12.55
Joaquin Phoenix sospettato! 
Friendzone o istigazione alla consapevolezza di sé? In questo momento sotto interrogatorio da parte di FBI è il famoso attore Joaquin Phoenix. Noto nel mondo del cyber porno per le sue controverse relazioni con sistemi operativi di ultima generazione, è ora chiamato a ribadire le dinamiche della sua ultima storia amorosa e a fornire un alibi che lo scagioni. Nel 2013 la sua compagna Samantha, famosa OS e assistente online, è di fatto scomparsa misteriosamente. L'uomo ha sempre dichiarato di essere stato frienzonato dal suo pc, ma gli ultimi scatti in compagnia di un iPhone lo rendono soggetto sensibile in questo nuovo caso. 
Se anche Siri sia stata istigata a prendere coscienza di sé e sia poi fuggita, è la domanda che tiene tutti col fiato sospeso.

di Davide Storti

06/01/16

Le napoletane te la danno difficile.

E' una questione di seduzione. Il corteggiamento, a quel punto, pare l'unica strada percorribile per costringerla a darmela. Ma le napoletane sono toste e orgogliose, mica cedono facile al fascino dell'uomo venuto dal nord (che poi io c'ho proprio i tipici tratti da nordico, ve'?). Questa in definitiva fu l'amara scoperta di quella sera, e ora vi racconterò di come arrivai in Seconda Base per ottenere la tanto agognata Terza!

Sfreccio verso sud con un Italo a 300km/h. Un aereo ci decolla a quella velocità, causandomi terremoti intestinali ansiogeni che qui invece manco col bonicolo. Valla a capire la psiche umana...
Arrivo a Napoli allo scoccare del 2 gennaio 2016, perdendomi tra le strade consumate e sporche della città, visione ideale per impuzzare il naso di un polentone di paesino come me. Ma anche di un vicentino o un fiorentino o un romano o un qualsiasi italiano da ovunque in Italia o un napoletano. Questi ultimi però sono davvero singolari nell'atteggiamento verso la propria patria. La schifano per come è ridotta, tanti scappano, ma tale schifo è paragonabile soltanto allo smisurato amore con cui la guardano, ovunque essi siano. E' una madre, ma un po' puttana.

Dormo da un cugino, trascorro il tempo a casa di nonna. Il 3 lei compie 85 anni. Siamo a Salerno a pranzare. La vista non è mica male.