29/09/15

Nuovi inizi e tre V.

Prima di spiegarvi le tre V del titolo torno a scrivere di catzi miei, che è un pezzo che non vi dico niente. Stronzo che sono.

Spero, cari lettori, che abbiate passato una buona estate. Io l'ho fatto quasi fino alla fine, che poi a metà agosto come già detto alcuni acciacchi mi hanno costretto a letto. Però con l'autunno ci siamo. L'autunno mi piace, mi vede in forma. Daje!
Settembre sembra un nuovo inizio, molti dicono sia come un Capodanno anticipato, pieno di buoni propositi che puntualmente verranno sfanculati e ricco di colori, come quelli dei fuochi d'artificio di San Silvestro. Qui ovviamente si parla di foglie rosse, gialle, arancio e marroni, di vallate variopinte e boschi e aria fresca che ti ricordano quanto siano buone le castagne e il vin brulé. Quanto mi manca il vin brulé. 

Gli inizi però Cervello, devi parlare degli inizi, non fare l'alcolizzato!
L'università e il primo tra gli inizi, nonché il più stonato. Sì perché comincio l'ultimo anno e in effetti già non vedo l'ora di finire, di diventare dottò. Ultimo di una triennale comunque, che io anche se c'ho ormai un'età mi sono dilettato a perdere tempo in percorsi sbagliati. Ma poi, sarà stata davvero una perdita di tempo? No, e ne sono sempre più convinto.
Un altro inizio è quello di una collaborazione, che mi vedrà dare una mano alle attività di quel pazzoide di Riccardo dal Ferro nella sua ambiziosa Accademia Orwell, progetto e persona questi che ammiro molto. Ieri c'è stata l'inaugurazione, e se volete rivedervi la serata vi basterà cercare su periscope il profilo di Rick DuFer. Se non sapete cosa sia periscope comunque, ve ne parla qui Ispy.
Inizio che è più un riiiinizio poi, è il tennis. Non che abbia mai smesso, pausa sfigata a parte, ma si riprenderà presto con gli allenamenti e sono davvero gasatissimo. Il lavoro svolto lo scorso anno, in questi tornei estivi, ha dato i suoi frutti, e dopo essermi rimesso nelle competizioni ripartendo dalla classifica più bassa possibile, quella di N.C, sono riuscito a raggiungere la classifica 4.4 nel giro di un paio di tornei e ho accumulato abbastanza punti per salire a... e chi lo sa! Lo scopriremo nel 2016. La volontà comunque è quella di riuscire a vincere un torneo di quarta categoria e classificarmi per giocare in terza.

Accantoniamo ora il discorso sugli inizi però, che vorrei dirvi un altro paio di cosette. Anzi, ben tre. La tripletta di V che nomino nel titolo sono tre micro racconti che usciranno nei prossimi giorni sul blog: Viola, Vanesia e Veleno. Perché questa scelta particolare? Di che parlano? Non vi anticipo nulla, scopritelo da soli. Sempre più stronzo eh?! 
Sappiate soltanto che saranno molto brevi, così non avete la scusa del Ma scrivi roba troppo lunga, nei blog ci vuole brevità e sticazzi e trallallà, e che a parte la lunghezza, racconteranno tutti di una singola storia mostrata in tre differenti punti di vista. E questo è tutto. Per Viola dunque, vi aspetto venerdì! 

E ora tocca a voi. Che avete fatto in questo inizio d'autunno? Qualche nuovo inizio? Nuovi propositi? Raccontatemi un po' di catzi vostri su! ;)

25/09/15

I Origins e gli occhi come specchio dell'anima

''Forse alcuni umani sono mutati e hanno un nuovo senso, un senso spirituale e percepiscono un mondo che è proprio sopra di noi e ovunque, proprio come la luce per quei vermi.''

Studiare l'evoluzione dell'occhio umano per poter finalmente mettere la parola fine all'eterno dibattito sull'esistenza o meno di Dio, di un creatore intelligente. Questo è l'obiettivo, a tratti quasi ossessione, del biologo molecolare Ian Gray, giovane brillante e talentuoso con una vera e propria attrazione per gli occhi delle persone. Passione che un giorno, durante una festa in maschera, lo porta a incontrarne due di molto speciali, quelli di una ragazza: Sofi.

Il film, dopo un breve excursus sul lavoro dello scienziato, racconta l'avvicinamento e lo scontro tra il pragmatico Ian e la più spirituale Sofi, mostrando una storia d'amore piena di passione, contraddizioni e domande, le stesse che il protagonista evita di porsi da sempre poiché fermamente convinto della loro intrinseca inutilità e insensatezza. Lui crede nei fatti, la fede non lo riguarda.
Da qui allora inizia un percorso pieno di meraviglia, difficoltà e anche soddisfazioni, che culmina nel maturo convincimento di Ian del proprio ideale di realtà, sfociando poi improvvisamente nel dubbio assoluto, nel ripresentarsi insistente di quelle domande che lui nemmeno voleva considerare. Comincia una rivoluzione, un cambio di prospettiva che forse può mettere in discussione ogni cosa.

Difficile capire se I Origins mi abbia soddisfatto o meno. Davvero, non lo capisco. Se da un lato la parte umana mostrata dai personaggi principali mi ha convinto più del dovuto, altrettanto non è stato per il modo in cui si è voluta sviluppare la ricerca della risposta essenziale. 
Il tema è chiaramente quello proposto nei primi momenti: Dio, la vita dopo la morte, ciò in cui è lecito credere o meno. Ed è anche efficace sviluppare questo dibattito interiore portandolo sul piano prettamente scientifico, sistemandolo su un tavolo da laboratorio per sezionarlo passo passo, fino a raggiungere la certezza assoluta al fatto che No, non ci sia nulla dopo, Dio non esiste, oppure che Sì, qualcosa, una luce che non possiamo percepire perché privi di un senso spirituale che ce la spieghi, c'è. 

Come dicevo però non mi ha convinto la maniera. 
Se il cuore di tutto è la domanda trita e ritrita posta in migliaia di opere prima di questa, qui efficacemente presentata grazie a un pizzico di innovazione in più, è un peccato venga banalizzato a causa di un contesto che non ne valorizza gli sviluppi. Sono pochi i momenti in cui la curiosità per l'ossessiva ricerca di Ian, e quindi per l'intera messa in discussione dei propri valori, sia la stessa che si percepisce da spettatori. Lo svolgimento del racconto manca come di empatia, non ti fa sentire, e questo è un peccato. 
Questo è forse il motivo per cui non capisco se sono soddisfatto o meno. Un'idea originale nel discutere di qualcosa che tocca tutti noi nel profondo, utilizzando gli occhi visti come specchio in cui e su cui riflettere, ma un modo di raccontarla che personalmente non è riuscito a far breccia e toccare quelle corde. 

20/09/15

Walkman | Agosto e settembre

Bentornati a Walkman, la rubrica del blog tutta dedicata alla musica. Agosto è stato un mese un po' problematico a causa di vari acciacchi che hanno ben pensato di costringermi a letto, togliendomi non solo la voglia di scrivere ma pure quella di ascoltare musica. Ho vegetato, ecco tutto. Ma ora ci siamo e quindi vi racconto le scoperte musicali di questo mese e mezzo appena trascorso.

Birdy
Si fa conoscere ad appena dodici anni vincendo il talent show Open Mic UK, sfondando nel 2011 con la canzone Skinny Love. Così l'ho conosciuta pure io. Capelli infuocati, voce da brividi e dita che si muovono leggere sul pianoforte, la giovane artista mi ha letteralmente stregato col suo nuovo singolo Let It All Go.

Foals
Il gruppo si forma a Oxford nel 2005. Come sempre vi riporto un guazzabuglio di generi che possono dire tutto e niente: indie rock, math rock, post punk. Vaaaa bene. Li incontro per la prima volta, sempre grazie al santissimo spotify, nell'agosto del 2013. Fortissime Total Life Forever e My Number. Tornano a farmi visita con un nuovo album esattamente due anni dopo, il 28 agosto 2015, dal titolo What Went Down di cui piacciono un casino London Thunder, Snake Oil e Mountain At My Gates.

Dirty Vegas
E come capita spesso poi si cambia totalmente genere, e andiamo quindi verso l'elettronica/house/deep coi Dirty Vegas, gruppo britannico che m'è passato per le casse dell'autoradio nel febbraio del 2014 con la magnetica (almeno per me) Let The Night, che ha pure un gran bel video. Fichi questi, mi sono detto, non sono i soliti tunz tunz spacca maroni, e me ne han dato conferma subito dopo i singoli Emma e Reckless. Il bello è che poi passa il tempo e rimango di nuovo piacevolmente sorpreso in questi primi giorni di settembre, con l'uscita del nuovo disco Photograph. Vi invito dunque ad ascoltare la bellissima Photograph, che ne da il nome, Heartbeat e Madness, ma non sul tubo, che non si trovano, bensì su spotify, che se ancora non avete siete lammerda!!!

The Weeknd
Concludiamo infine con questo cantante canadese dalla capigliatura improponibile di cui non so davvero una cippa. Qual è il suo genere? Boh! Da dove salta fuori? Non lo so. L'unica certezza è che Can't Feel My Face è la mia nuova ossessione. Probabilmente nel giro di una trentina di giorni mi farà schifo al cazzo.

E per questi due mesi, più o meno, è tutto. Conoscevate già qualcuno tra questi artisti? E che avete ascoltato di bello in questo periodo? 

14/09/15

Ti porto due doni.

Ti porto due doni.
E tu, da dove arrivi? Sei un angelo? 
No, non lo sono.
E che cosa sei? Dio?
Non dire sciocchezze. Prendili, avanti. Vedi? Questo è buon senso.
Che dovrei farmene?
Per esempio, eviteresti domande stupide. In secondo luogo, sapresti scegliere se accettare il secondo dei regali che ti porgo: la verità.
Verità riguardo a...?
Questo è il buon senso che parla per tua bocca, lieto tu abbia accettato. Conoscerai il tuo destino, il destino di un uomo e il ciclo delle cose. Soddisferai una semplice curiosità, la domanda che ti fai da qualche tempo.
Sulla mia fine?
Sì, sulla tua fine.
Il buon senso dice che farà male, ma non dice quale parte.
Conoscerla, viverla, affrontarla. Potrebbe essere una tra queste o tutte e tre assieme.
Credo che... credo che accetterò comunque. E poi sono ancora un bambino, il tempo è dalla mia parte.
Il tempo, dici.
Accetto il secondo dono.
Non vorresti sentirti dire che alla fine inebetirai il dolore nei ricordi annebbiati, sorridendo amaro di amori e amicizie che il caos ha portato via. Non vorresti sapere che nutrirai ogni giorno che rimane mordendo rimorso per le occasioni perdute e ogni parola non detta, che ti piegherai in due vomitando null'altro se non sofferenza e paura sudata e che ne avrai i vestiti impregnati, di entrambe. Non vorresti vederti mentre cerchi rifugio come un verme sotto le lenzuola, trovando scioccamente le mani di tua madre in quelle di un'infermiera che ti rimbocca le coperte, perché quando sarà il momento nemmeno il tuo Dio ti darà consolazione. Se sarai fortunato, sarà il tuo male a renderti incosciente  abbastanza da non vivere il tramonto.
Vorrei consolarti, credimi, ma non lo farò, perché tu hai accolto la verità, e la verità è che continuerai a esistere come se tutto fosse possibile per sempre, come fossi immortale, infinito, invincibile, perfetto. Crederai con tutto te stesso di essere il protagonista di una storia incredibile, il solo di cui valga la pena parlare e innamorarsi, l'unico che dovrebbero ammirare, qualcuno di veramente speciale. Sentirai perciò la bruttura di quest'ingiustizia nel gonfiore stantio del tuo stomaco quando la malattia verrà a prenderti, te ne scorderai quando riuscirai a combatterla. La senilità infine prenderà sottobraccio la tua anima, ti incrinerà nella flaccida debolezza delle tue carni, tra le rughe di un viso che non sembrerà più il tuo, e lo specchio ti guarderà malinconico dicendo che ieri, appena ieri, non era così, ma era tutto diverso, era possibile. Ieri potevi ogni cosa ed è passato così in fretta, ieri ne valeva la pena, ogni cosa, anche se priva di un senso, persino la noia, la stupida inutile noia, e nell'oggi ti maledirai come un cane, perché come hai potuto lasciarglielo fare? Quando è successo? Ti resterà il conto da pagare e perduto come un bambino ingoierai tutto il resto del tempo smarrito, legato in un cappio stretto dentro alla gola. Il senso però starà tutto lì: quel conto non potrai far altro che saldarlo.
Ma tu chi sei? E perché mi dici tutto questo?
Credo tu sappia bene chi sono io.
Il... tempo?
Io sono il Tempo.
Perché hai fatto questo per me? Per un bambino?
Buon senso e verità, sono doni che non sempre le persone accettano. Gli adulti, la paura di aprire gli occhi...
Anche i bambini hanno paura.
Una paura differente, non la nebbia calda sopra l'oblio, l'appiglio di stracci che lo sfida, inutile.
Non hai risposto. Perché hai fatto questo per me? Un bambino?
Domanda, ormai, scorretta. Di quale bambino parli?
Che... significa? E perché continui a non rispondere?
Non posso che sorridere all'evidenza dei fatti, resasi così ambigua nelle tue convinzioni. Ciò nonostante, non sei lontano, e non è mia intenzione eludere la questione: è l'effettiva mancanza di prudenza, innata nei giovani innocenti, che mi ha spinto a farlo, la genuina ribellione verso quell'appiglio. Ma tu, in tutto ciò, ancora non poni attenzione: non sei già più, un bambino. Che farai ora?
Io... io credo che... urlerò. Urlerò per provare il mio nuovo grido. Sarà divertente.
Sarà divertente.
Sì, e credo che poi me ne andrò a giocare, perché perché... insomma, cos'altro potrei fare a questo punto?
Già, cos'altro?
Quindi ti saluto, se per te va bene. Ci rivedremo. E... grazie di tutto.
Non potevi fare scelta migliore. Io, non potevo farne una più curiosa.

11/09/15

Open Minded | Iniziare dal Post Scriptum (di Manuel MG Ganderle)

Come annunciato un bel po' di tempo fa ecco arrivare una puntata di #OpenMinded completamente dedicata alla musica. Ospite sul blog è il rapper Manuel Ganderle, in arte MG, che ci racconta della sua passione, di questo particolare stile musicale e del gran lavoro che si deve affrontare quando c'è la volontà di far nascere il primo disco, che a fine intervista potrete comunque trovare, ascoltare e se vi garba, acquistare. Si chiacchiera anche di passioni, donne, scrittura, ispirazioni, Fedez(?), invidie, pecore, talento e molto altro.
Ma bando alle ciance, eccovi Manuel. Buona lettura e... Aprite le vostre Menti (e le orecchie perché vi giuro che spacca!)

Caro Manuel, iniziamo da chi sei tu e magari anche parlando del tuo nome d'arte.
Salve a tutti, sono Manuel Ganderle, nativo di Malo. Nomi d'arte MG, GunMa, più uno che meglio non dire e... Easy B, ispirato da un famosissimo rapper americano, facente parte della crew ancora più famosa degli N.W.A, ovvero Eazy E (R.I.P). Il mio però non è un vero e proprio riferimento a lui. Easy B, dove la B sta per blasphemy, viene dal fatto che in compagnia mi chiamavano spesso il mingherlino dalla bestemmia facile. MG, il mio nome d'arte principale, riporta semplicemente le mie iniziali.
Se un MG incontra un CervelloBacato

La passione per il rap e la musica in generale come è nata?
E' nata da piccolino. La musica fa parte della mia famiglia da sempre, ce l'abbiamo nel sangue. I miei per esempio insegnavano country, facevano corsi a duecento coppie, e loro mi portavano alle serate lasciandomi nella culla e io stavo là, a dormire beatamente sotto cassa. Poi vabè, da piccolino ho sempre ascoltato la radio e i vari pezzi che trasmettevano (avevo trovato una frequenza in cui passavano soltanto hip hop, non chiedetemi che frequenza fosse perché non è ho la più pallida idea). Ricordo che per la maggiore trasmettevano i Fugees (amo Lauryn Hill da sempre), B.I.G., Nas e chiaramente Eminem, che girava per Mtv quando ancora facevano musica e non era tv/spazzatura e basta. Poi ricordo che all'epoca delle medie ascoltavo molto il gangsta'rap, ero ammaliato dal suono oscillante e deciso tipico di questo genere.

Tra l'altro il tuo esordio sul palco è stato proprio alle medie, no?
Eheh esattamente, facendo Baloo nel musical Il libro della giungla, cosa di cui mi vergogno molto e infatti l'anno dopo ho cercato di sabotare lo spettacolo e... ma ok, questa è un'altra storia.
Comunque dopo anni che ascoltavo l'hip hop americano, con cui ho iniziato, sono passato un po' di più a quello italiano.

Così magari capivi i testi anche?
Esatto, perché all'inizio quando ascoltavo ero catturato principalmente dal suono e dal ritmo molleggaito tipico del rap, infatti amavo anche ballarlo. Poi ho cominciato a seguire assiduamente la scena italiana, di cui prima ero praticamente all'oscuro. Ricordo che rompevo un sacco i coglioni ai miei compagni di classe perché cantavo perennemente pezzi ad ogni ora, e sicuramente se ne ricordano. Ho anche cominciato a scrivere le prime rime...

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Quand'è che hai deciso di fare sul serio?
Allora... siamo nel 2015, quindi... sono sei anni circa. Con le prime, paleolitiche oserei dire, cercavo di scrivere qualcosa in rima ma erano proprio le basi, strofe rudimentali. Poi così, a tempo libero, ho cominciato a fare qualcosa con Bruno aka Mind, e a buttare giù le prime battute e facendo i primi freestyle. Ah poi ho conosciuto un amico, che adesso per vari motivi non canta più con noi. Mi aveva chiesto se volevo fare una canzone assieme a lui, dato che come me aveva questa passione, e mi ha portato da un tizio che conosceva che aveva uno studio home made di registrazione, ovvero dai fratelli Marco e Paolo Canaglia (che salutiamo!!). Lì ho fatto la mia prima canzone ma... è una vera merda il risultato e quindi non ve la farò sentire... MAI. Da quel momento sono andato avanti a scrivere e a scrivere e a scrivere senza fermarmi.

05/09/15

Odiare Pierce Brosnan, odiare agosto.

Mi sembra doveroso e necessario riprendere il blog in mano partendo da Pierce Brosnan.
Dovete sapere che agosto mi è sempre stato un po' sui coglioni, proprio come il detestabile Pierce. Tutto gagliardo con una faccia di schiaffi che madonna quanti te ne darei, l'ottavo mese inizia col suo classico caldo torrido e i giorni lunghi che sanno di sudore ascellare e libertà, per poi finire che... esatto, è praticamente autunno, e lui ti fa tiè col medio alzato in perfetta posa da James Bond sfigato quale è (sì vi giuro su Dio che quel particolare agente non lo sopporto).

Stavolta però no signor Brosnan di sta gran fava, stavolta non mi hai fregato infrangendo i miei caldi sogni estivi, perché mi ci sono messo io a sabotare la tua aurea di sbruffoneria malinconica. Ti ho anticipato e mi sono chiuso in casa per tutta la seconda metà del mese, con la febbra, il mal di gola, a mangiare ghiaccioli... stronzo! Quindi che vuoi ne sappia di che tempo c'è fuori dalla finestra? No, no, non credere, povero illuso,  non seguo nemmeno Studio Aperto caro mio. E ti dirò di più,  mi sono spinto oltre, che qui a noi ci piace osare, ci piace fare le cose in grande: pure settembre me lo sto vivendo a letto sotto le coperte in stato vegetativo. Non te l'aspettavi mr. Bond, ve'? Noi siamo furby come volpy, siamo volpy come furby. Noi chi, poi? 

Amici lettori di questo blog ultimamente disgraziato... tornerò, ve lo giuro. Giusto il tempo mi passi il malanno cui accennavo poc'anzi (modalità scrittura MioNonno attivata) e trascorreremo assieme altre et svariate piacevolezze tra le righe internautiche di questo loco. Soltanto un po' di pazienza. 

Nel frattempo però ricordate:
Vaffanculo ad agosto e a Pierce Brosnan sempre e comunque!