24/08/15

Non te lo dicono gli occhi.

Il buio per molti ha un colore preciso: il nero. Nero come la notte senza luna né stelle, nero come la veste delle suore che si privano di ogni altra sfumatura, nero come il mondo che scegli di vedere quando chiudi gli occhi perché di vedere, in quel momento, non ne hai per niente voglia. Lei, che di occhi buoni come i nostri ne possiede di certo, e forse pure di migliori, ricordava appena cosa significasse il colore nero, e in egual modo aveva soltanto una vaga sensazione di cosa fosse in effetti il colore come concetto.
Era questo il nocciolo del problema: l'idea di colore, di vista, di forma e dimensioni, spazi tangibili e misurabili, l'aveva perduta per qualche strano scherzo della mente. Il suo cervello, da un giorno all'altro, aveva deciso che non ne valeva la pena di ricordarsi di cosa fosse la vista, e nonostante gli occhi funzionassero in realtà alla perfezione, non servivano al loro scopo tanto quanto avrebbero fatto un paio d'orecchie in un mondo sotto vuoto e privo di suoni.
Il buio le appariva vivo proprio quanto il suo contrario. Il senso privato, per lei, non era una mancanza poiché non ti manca ciò di cui dimentichi l'esistenza, e tale era il suo bizzarro stato che gli altri quattro sensi, decisi a compensare, donavano vita vera a ogni cosa e in ogni momento, persino al silenzio, persino al buio di una stanza scordata da tutti.
Un giorno mi disse che ero bellissimo. Le chiesi il perché, curioso di capire in che modo. Guardava in un senso che solo lei sapeva, uno che potevo forse capire ma non comprendere, il che è buffo pensando che quello privato di qualcosa, in difetto, non ero di certo io. Domandai allora di dirmi cosa ci fosse in me di tanto bello, e capii infine che l'aspetto di cui ci circondiamo è il limite più grande in cui imprigioniamo noi e l'esistenza stessa, poiché pieghiamo tutto sotto di esso, anche ciò che non può essere visto.
Quando le chiesi di me, certo sapevo non avrebbe tirato in ballo l'aspetto, ma piuttosto il carattere che dimostravo di avere, o il modo in cui l'accarezzavo e baciavo, o ciò che le raccontavo e trasmettevo nei momenti che passavamo assieme. Parlò invece di tutt'altro, di visioni a dir poco impossibili, troppo complesse per essere percepite facilmente, per esserne colpiti; visioni che se ragionate hanno una loro indubbia bellezza e poesia, sia chiaro, ma inadatte a me e a noi, a un mondo di struttura e occhi che appare tanto logico e assurdamente scontato.
Mi raccontò del profumo buono delle mie parole e di quello aspro di certi silenzi, disse che le piaceva il ritmo che la natura aveva dato mio corpo, e trovava irresistibile e sorprendente la risata oscena che erano i miei capelli, pungenti come spine di rosa e altrettanto delicati. Quel che eravamo noi le era ben chiaro. La complicità, i mille difetti, i momenti dolci e quelli impossibili. Non le era ovvia, invece, la parte di me più fisica, quella che persino un bambino potrebbe disegnare con una matita e un foglio. 
Imparai da lei che se non sai cosa significa vedere, se scordi all'istante tutto ciò che il tuo sguardo può cogliere, allora ogni giorno è una sorpresa, e ogni logica perde la sua ovvietà. Tra tutte, mi confessò, io per lei ero la sorpresa più bella, e fu avvilente accorgermi di quanto per me fosse una sconfitta non sfiorare nemmeno quel che lei capiva all'istante. Il buio per me era nient'altro che nero. Il nero, per lei, nemmeno esisteva, ma esisteva il buio.

19/08/15

La parola nel pozzo | Un invito a creare e giocare.

Cervelli carissimi, lettori occasionali, curiosi, ficcanaso, fan sfegatati e adoratori... ciao! Come ve la passate? Vi state godendo la bella stagione? Vi siete abbronzati e sbronzati? Avete fatto all'amore?
Ecco, bravi. Beatevi di questi momenti perché l'estate sta finendo, e con lei tutto il meraviglioso bendiddio che state vivendo. Sì, sì, li sento i vaffanculi che mi state tirando, li percepisco tutti, credetemi. Ma levatevi quei medi alzati dalle mani (scena splatter) e ascoltatemi un attimo, perché oggi sono qui per invitarvi...

Lo so che a settembre con l'arrivo del fresco e della solita routine ci si sente vivi come bradipi. Capisco anche che le giornate lunghe, il cielo limpido e le regazze e i regazzi in costume sono preferibili a foglie che cadono, vestiti pesanti, buio, lavoro e scuola. Du palle! Per questo il mio invito a giocare, per questo vi dovete armare proprio ora di carta e penna, o di smartphone e dita (mi spiace per i vostri medi), e appuntarvi le paroline magiche che seguono:
Settembre, weekend da venerdì 18 a domenica 20, bosco, scrittura, creatività, letteratura, divertimento, gioco. In sintesi, La parola nel pozzo.

La parola nel pozzo è un evento tenuto dal blogger, youtuber, docente, divulgatore di filosofia e scrittore Riccardo dal Ferro (sì, e poi, qualcos'altro?!) che prevede tre giorni da passare presso Santa Caterina del Tretto, Schio (VI), in una casa vacanze immersa tra i boschi, in cui la parola d'ordine è creatività. Durante questi giorni ci saranno grossomodo tre momenti distinti:

Il Seminario, in cui Rick introdurrà riflessioni che spazieranno dalla letteratura alla filosofia, passando per cinema, pittura, sport, attualità, sane pippe mentali e supercazzole, e sarà seguito poi da

Il Workshop, dove utilizzeremo gli spunti, i confronti e gli scontri avvenuti durante la fase precedente per armarci di carta e penna e creare con una serie di esercizi singoli o collettivi, sperimentando, provando, brainstormingAndo, facendoci male e ridendo come idioti, giungendo infine a

Il Simposio, che sarà festa, musica, cibo, chiacchiere, casino insieme, camminate nel bosco, giochi notturni!

Perché tengo a La parola nel pozzo e vorrei partecipaste o deste almeno un'occhiata?
Perché quest'anno ho avuto l'occasione di stare a contatto con Riccardo (in questo weekend gli darò una mano) frequentando alcuni dei suoi corsi di scrittura creativa, e mi sono divertito notando la sua passione e soprattutto stupito osservando gli altri. Vedere tante persone tutte così diverse tra loro (soprattutto per età) messe assieme per confrontarsi e scrivere, è stato, e perdonate la parola banale e molto da finto ciofane, fico! Che poi, quanti di voi scrivono, disegnano, coltivano le proprie passioni senza dar loro lo spazio che meritano? Pare quasi non esserci più tempo per certe cose, considerate inutili e stupide per la vita di tutti i giorni. Non è una buona occasione per cambiare qualcosa questa?

La domanda lascio lì. Però pensateci. E l'invito resta. Un weekend diverso, in un posto bellissimo, con gente che non conoscete (a parte me s'intende ehehehehechecazzo e allora non verremo mai!) mettendo alla prova ciò che sapete fare o avreste voglia di provare a fare ma ancora non avete fatto. Tipo questi giochi di parole osceni. Se vi garba, siateci, parlatene e condividete! Però occhio che i posti sono limitati e le iscrizioni terminano i primi di settembre!!!

Tutte le info su costi, come arrivare, cosa portare, quanto essere belli ecc. le trovate di seguito:

Io, Riccardo e Arianna vi aspettiamo!

16/08/15

Ant-Man | Le dimensioni non contano, basta saperlo usare!

Ultimo film Marvel della fase 2, Ant-Man è la pellicola sul supereroe col super potere di diventare piccolo come un insetto e comandare le formiche, così da rendersi irritante disturbando i vostri picnic e farsi accoppare facile facile con una sola pedata, con un po' di Raid o con una racchetta elettrificata scaccia insetti. Utile! Ti vogliamo tra gli Avengers Ant-Man, sei fortissimo cazzo!

Quando inizi a guardarlo ti chiedi davvero come cazzo faccia uno col potere di diventare piccolo ad essere in qualche modo utile. Ok, gli indizi te li danno: Scott Lang, il protagonista, è un ladro provetto, sa infiltrarsi ovunque voglia, quindi se si rimpicciolisce il proprio lavoro lo fa pure meglio, no? Sì va bene, ma a parte questo? A parte rubare cose? Che può fare di fico? A noi ci piacciono i super eroi che si danno le mazzate, quelli che boom, sbam, sdang! Cazzo la guardiamo a fare una roba coi poteri se non ci fai sentire la potenza dei cazzotti di Hulk, i booster brucia culo di Iron Man, la faccia come la menta di Cap America o le tette esplosive di Vedova Nera?

Eroe di contorno con bonus punti trama!
Ant-Man è l'eroe che entrerà negli Avengers per fare la parte intelligente delle missioni mentre tutti gli altri spaccheranno a caso città e persone e monumenti importanti, così da rendere i prossimi episodi di gruppo dell'universo Marvel non solo degli hamburger d'effetti speciali che una volta ingurgitati ti lasceranno uno strano senso di disagio alla panza mandandoti a cacare, ma qualcosina di più, e per di più si intende senso logico degli eventi, storia! Perché se ve lo steste chiedendo, a me, Age of Ultron, ha fatto quasi schifo. La città volante sul finale ragazzi, la fottuta città volante... ho pianto sangue!

Ma comunque... Ant-Man!
Questo risulta uno dei migliori prodotti (ovviamente a mio parere, inutili teste di melma già col dito carico di spocchia puntato) visti fin'ora. C'è molta ironia, certo, ma funzionale e funzionante, proprio come accade coi Guardoni della Glassa e non come per quell'abboffaminchia di Thor 2 in metropolitana; c'è anche una trama abbastanza carina e interessante, e soprattutto una buonissima caratterizzazione del personaggio principale. Così, per dire, è paragonabile un pochino a Tony Stark per simpatia e senso dell'umorismo, con giusto un po' di idiozia in più. Fico insomma! Sì lo so, continuo a dire fico come un teenager. A non essere un granché fico però è purtroppo il nemico di turno, ma ormai c'abbiamo fatto l'abitudine, vero Ultron?

Altro da dire?
Vi divertirete molto. E sorpresa sorpresa, il super potere di diventare piccolo non è affatto una scemata, ma è sfruttato in maniera intelligente per soluzioni visive interessanti e trovate sceniche davvero esilaranti. Che poi, per sto Ant-Man, non è che le dimensioni contino molto. Come dicono sempre: Ce l'hai piccolo? Basta saperlo usare! E qui lo sanno usare. 

P.s Falcon fa cagare al cazzo! Qualcuno lo uccida!!!

01/08/15

Walkman | Luglio

A giugno mi lamentavo che non era abbastanza caldo e luglio m'ha accontentato con settantordici gradi all'ombra e tanto buon sudore a spruzzo.
Ma anche con musica nuova ovviamente! Che ho ascoltato e scoperto di bello sto mese?

Elle King
Country, soul, rock e blues: Elle King, classe '89, è un mix perfetto e pieno d'energia di tutto questo. Per radio gira il suo nuovo singolo, Ex's & Oh's, l'amo a cui ho abboccato facile facile e che poi mi ha spinto a cercare questa giovincella su spotify e youtube. Vi consiglio quindi Song of Sorrow, la mia preferita in assoluto, Kocaine Karolina e America's Sweatheart.

Caparezza
L'artista che la gente non ascolta perché Eh, ha una voce fastidiosa! Madonna, quanto siete stupidi, lasciatevelo dire. Coomunque...
L'uscita di Museica, il suo ultimo strafighissimo album, non l'ho cagata un granché, lo ammetto. Ma complice lo Sherwood Festival e la chiusura del suddetto proprio con Capa, ho dedicato finalmente il tempo che quest'ultimo lavoro meritava. Imperdibili dunque Argenti Vive, China Town e Mica Van Gogh. Innamorato pure di una vecchia gloria: Follie Preferenziali! Wow!

Mannarino 
Il cantautore romanaccio che spara una poesia dietro l'altra. Se non lo conoscete siete brutte persone, sapevatelo! Anche lui, come Capa, non è una nuova scoperta, ma l'ho semplicemente ripreso in questi giorni. Favolose Maddalena, L'Onorevole (vi farà venire la pelle d'oca alta così) e Me So' 'Mbriacato.

Marta sui Tubi
E si conclude coi Tamburi Usati, anagramma, dicono, di Marta sui Tubi, che son troppo pigro per controllare se effettivamente sia così. Nuova scoperta? Nossignore! Luglio è un mese di rispolverate. Voi ascoltatevi Di Vino, Il Giorno del Mio Compleanno (che aveva ispirato questo post delirante il giorno del mio 24esimo compleanno) e Cromatica col caro Lucio Dalla.

Per luglio, cari ammighi, è quindi tutto. Voi avete ascoltato qualcosa di nuovo per rinfrescare le vostre giornate? Fatemelo sapere qui sotto e alla prossima.