31/03/15

E piovvero bovini.

Fu un giorno davvero strano quello, davvero impossibile. Si capiva che di lì a poco sarebbe arrivata una tempesta, uno di quegli acquazzoni estivi che negli ultimi tempi mettono davvero in casino certe zone del nord Italia. Bombe d'acqua, piace chiamarle ai giornali. Comunque sia, come detto, il cielo non prometteva nulla di buono, e i borbottii dei nuvoloni gonfi sembravano la tosse grassa di un qualche gigante che lassù era tormentato dal catarro.
Quando piovve la prima sfondò un'auto ferma al semaforo. Il conducente uscì vivo per miracolo. Gli altri, dietro di lui, scesero dalle macchine per vedere che diavolo fosse successo. La seconda cadde al bar lì di fianco, trapassando il tetto e fermandosi in un trionfo di urla terrorizzate solo al secondo piano. Prese a tuonare per buoni cinque minuti senza sosta, tanto che dovemmo tapparci le orecchie per non venire assordati. E quando smise, riprese a piovere, ma seriamente.
Guardammo in alto attirati dai muggiti. Sembrava ci fossero, ad agitarsi sopra le nostre teste, come cento e più stormi di milioni e milioni di uccelli, ma man mano che si avvicinavano realizzammo quale orrore stava realmente per scatenarsi. Urlammo terrorizzati, e giunto il panico vero e proprio cercammo riparo un po' a casaccio, sciamando impotenti come formiche molestate da un bambino dispettoso. L'impossibile stava accadendo sul serio: piovevano mucche, a migliaia! 
A ripensarci pare ironico. Sapete, tutti quei muggiti carichi di spavento suonavano grotteschi. Poi le vacche grandinarono al suolo demolendo ogni cosa, e addio muggiti, il frastuono della tempesta fu un crescendo violentissimo di pura devastazione.
Corsi assieme a mia figlia zigzando tra lamiere, carne e tegole che vibravano nell'aria. Scendemmo l'argine del fiume a secco trovando miracolosamente riparo sotto al ponte, e guardammo inorriditi quel tripudio di organi, sangue, morte e... mucche che piovevano maciullandosi al suolo. Fu così per buoni dieci minuti, dopodiché le raffiche di bovini sparirono com'erano venute, simili a una grandinata estiva, lasciando quel piccolo paese in provincia di Vicenza come cancellato da una bomba atomica, col silenzio rotto dalle urla dei feriti e dai versi agonizzanti delle povere bestie.
Pazzesco a dirsi, ma i giorni a seguire fu ancora più assurdo. I giornali accusavano i meteorologi di non aver dato previsioni accurate, di non aver diramato nemmeno un avviso di allerta. I meteorologi a loro volta rispondevano che una tempesta di mucche non si era mai vista in nessuna parte del mondo e mai nella storia dell'umanità, e dissero che tale evento non poteva essere altro che una qualche nuova e sconosciuta arma di distruzione di massa. I complottisti allora si scatenarono, tirando in ballo nuove teorie che ebbero soltanto il merito di pensionare le ormai vetuste scie chimiche, troppo lente, troppo poco efficaci, troppo prive di muggiti. Iniziò l'era delle vacche da guerra! E poi partì la grande macchina della solidarietà umana, con aiuti nelle zone interessate, eventi e concerti per raccogliere fondi a sostegno, recupero psicologico per chi ora aveva attacchi di panico alla sola vista di un hamburger di manzo. Tutto finché la notizia fu vecchia e non fu più notizia, finché ci si dimenticò anche di questo ennesimo orrore.
Sono passati ormai quattro anni da quel terribile giorno, e devo ammettere che io e mia figlia ora stiamo bene, siamo tornati a comportarci come persone normali. Ciò nonostante la mia riflessione non può che tormentarmi giorno e notte, incessantemente. Com'è possibile essere sereni, vivere tranquilli, quando un disastro del genere può cancellarti in maniera tanto imprevedibile nel giro di pochi istanti? Forse è vero, è meglio far finta di nulla, è meglio gustarsi questa costata, e non farsi troppe domande.

30/03/15

Boomstick Award 2015!


E quest'anno, infine, sono riuscito a beccarmi ben due Boomstick Award! Ringrazio quindi Drama Queen, che nel paragonare i propri premiati a qualcosa riguardante l'ambito teatrale mi ha accostato al teatro dell'assurdo (troppo fico!), e Rento Portento, un giovine e talentuoso blogger che s'è addirittura inventato una rubrica prendendo ispirazione da un mio post. Un onore per me, pochi cazzi! Grazie quindi, davvero!


Ma passiamo a noi. 
Cos'è il Boomstick Award? 
Creato da quel bad boy di Hell è  il bastone di tuono di Ash ne L’Armata delle Tenebre. Una doppietta Remington, canne d’acciaio blu cobalto, grilletto sensibilissimo. Magazzini S-Mart, i migliori d’America. 
Perché un Boomstick?
Perché il blog è il nostro Bastone di Tuono!
Come si assegna il Boomstick?
Niente di più facile: dal momento che in giro è un florilegio di premi zuccherosi per finti buoni (o buonisti) & diplomatici, il Boomstick Award viene assegnato non per meriti, ma per pretesti.
O scuse, se preferite.
Nessuna ipocrisia, dunque.

Regole in velocità e poi vi svelo i magnifici sette!
Per conferirlo, è assolutamente necessario seguire queste semplici e inviolabili regole:
1 – i premiati sono 7. Non uno di più, non uno di meno. Non sono previste menzioni d’onore
2 – i post con cui viene presentato il premio non devono contenere giustificazioni di sorta da parte del premiante riservate agli esclusi a mo’ di consolazione
– i premi vanno motivati. Non occorre una tesi di laurea. È sufficiente addurre un pretesto
4 – è vietato riscrivere le regole. Dovete limitarvi a copiarle, così come io le ho concepite
Inoltre:
a) il premio può essere assegnato dai sette vincitori ad altrettanti blogger meritevoli, contribuendo a creare, come tutti gli anni, una delle più gigantesche catene di sant’antonio che la storia di internet ricordi
b) premio e banner sono di mia creazione, quindi gradirei essere citato negli articoli relativi
c) il Boomstick è un premio cazzuto. Se l’avete vinto non siete di sicuro delle mezze cartucce, ma… se non rispetterete le 4 semplici regole che lo caratterizzano, allora mezze cartucce diventerete
e vi beccherete d’ufficio, in quanto tali, il celeberrimo Bitch Please Award.

E allora via senza ulteriori indugi! Meritano il Boomstick Award:

1 Marco Goi perché mi fa spendere soldi al cinema!
2 Signorina Silvietta perché mette la sua mano a mia disposizione. Oddio quanto suona male! Intendo per disegnare eh! Diciamo allora che mette la sua matita a mia disposizione, meglio.
3 Mommy Oak perché ha appena aperto un blog, è abbastanza schizzata e... già, è mia zia. E anche perché mi chiederà ''Dà, ma che è quella cosa del Boomstick Award che mi hai scritto?!''
4 Germano Hell, perché pure se gliene sono toranti indietro ventordici io glielo do lo stesso, che a me il suo blog piace, sticazzi!
5 Ispy 2.0 perché siamo due persone molto diverse, almeno per quel che riesco a conoscere di lui, ma accomunate da esperienze e idee piuttosto bizzarre.
6  I ragazzi di Scrivere Creativo, perché hanno accolto il mio #RaccontoVolante con un entusiasmo senza pari.
7 Riccardo Dal Ferro ma... qui faccio una piccola eccezione alla regola. Non lo premio solo come blogger (scrive davvero in maniera eccezionale), ma anche e soprattutto come youtuber, perché è originale, geniale, bravo, interessante, e ha il codino e dei baffi antipatici.

Con questo io vi saluto e mi auguro andiate a far loro una visitina!

26/03/15

Birdman non sa dove volare

Batteria in sottofondo e nelle orecchie del protagonista e poi si parte: un lunghissimo piano sequenza che pare non finire mai, mai, mai... Birdman ha un ritmo esagerato, è inarrestabile, è come la testa incasinata di Riggan Thomson, ex super star degli anni novanta divenuta tale grazie all'interpretazione di Birdman appunto, un supereroe in calzamaglia che ora lo ossessiona e lo tenta in ogni modo, parlandogli continuamente. Impossibile non notare quella strizzata d'occhio all'effettiva carriera di Michael Keaton, il Batman dei film di Tim Burton, caduto un po' nel dimenticatoio dopo quel botto al botteghino.

Birdman mi è piaciuto davvero tantissimo. E' intelligente, non annoia mai, è vivo! Ovunque ti giri segui questa messa in scena di uno spettacolo teatrale a Broadway aggirandoti per il dietro le quinte, sia durante le varie anteprime che precedono il debutto vero e proprio, sia nei momenti di pausa tra l'una e l'altra, nell'attesa di capire se il pubblico abbia apprezzato o no, se stia funzionando, se ci sia qualcosa da sistemare. Qualcosa da sistemare, ovviamente, c'è.
Mike Shiner per esempio, un fantastico Edward Norton, grottesco individuo che si ritrova, parole sue, a recitare ovunque nella sua vita, ma non quando è in scena a teatro. Lì è vero, lì vive, lì esce ciò che è veramente. Un attore quindi assolutamente talentuoso e assolutamente ostico, impegnativo da tenere sotto controllo, almeno finché non lo si comprende, e che fornisce a Riggan più di un pretesto per perdersi nelle proprie ossessioni.

E' proprio partendo dalla fissazione del protagonista infatti che Birdman tira in ballo il conflitto interiore di questa celebrità, considerata appunto soltanto per la fama, non per il talento recitativo, che investe energie e soldi in questa enorme rivisitazione di un opera di Raymond Carver forse non comprendendola nemmeno troppo, coprendosi probabilmente di ridicolo, sicuramente di dubbi.
Riggan rimugina continuamente sulla propria storia, sul suo lavoro, su cosa resti della propria immagine alla gente e su ciò che ne sarà una volta sparito, e lo fa a discapito delle proprie relazioni, presentandosi quindi come pessimo padre, come ex marito, e come amante insensibile. Non c'è spazio nella sua mente per nulla che non sia quest'ultimo ambizioso progetto per riportarsi in carreggiata, ma non quella già percorsa come Birdman, bensì una nuova, illuminata dai riflettori della vera arte.

L'ironia graffiante delle situazioni in cui ci si ritrova allora imbastiscono una splendida critica al modo di vedere non soltanto il cinema in sé, ma il talento attoriale, il lavoro che sta dietro a questo, la sua valorizzazione. Tant'è che offeso dalle parole acide di una critica teatrale Thomson beve e si perde tra le strade della propria follia. Accoglie quella vocina, si lascia sopraffare, e comprende che la gente lo vuole ancora, vuole i supereroi come quello che lui era un tempo, vuole le esplosioni, l'azione, le botte, gli effetti speciali, vuole boom boom boom! e non pipponi morali pallosi, vaneggiamenti filosofici da intellettualoidi spocchiosi, roba di spessore stracciamaroni e pesante, perché tanto non ci si capisce niente.

Il punto è che la voce, nella sua verità, ha ragione o ha torto? E' questo il reale stato del pubblico, o questo è quel che un attore deve sopportare, piegare e sfruttare? Che strada scegliere tra le possibilità che gli si presentano? Che sia meglio, invece... spiccare il volo?

25/03/15

Tre anni di blog in assoluta tranquillità!

Cervello: Tap tap tap... prova prova. Li vuoi quei kiwi li vuoi quei kiwi. Minchia è difficile pure da scrivere. Buongiorno e benvenuti. Oggi ho deciso di raccontarvi, per onorare il mio terzo compleanno, questi anni di blog rubandovi solo tre minuti esatti. Una roba rapida, veloce, indolore. 
Ebbene, iniziò tutto il 25 marzo 2012, in un triste pomeriggio in cui aprii questo posto pubblicando un racconto a puntate che
Bacato: che avrebbe fracassato i coglioni a tutti. Motivo per cui eccomi qui, a metterci un po' di figa, puttanate, cazzi culi merda scurregge e sudore di ascelle.. Sì sì, avete capito. Tutta sta merda vi è piaciuta subito a differenza del resto, pure a chi storce il naso e ha la memoria corta, e così il blog è cresciuto alzando views come si alza il cazzo di un vecchio impasticcato di pilloline blu.
Cervello: Ma.. è una cosa seria questa. Potresti per una volta... tacere?
Bacato: Sicuro. Vai pure scusami.
Cervello: Dicevo allora dunque che, sì, esatto, ho abbandonato quel ''romanzo'' a puntate e ho scritto tutt'altro. Poi mi sono riavvicinato alla scrittura con racconti vari, partecipando per esempio alla round robin online di Due Minuti a Mezzanotte che
Bacato: che due coglioni! Lo sanno anche i muri. E il capitolo che hai scritto tu non l'ha capito nessuno, a parte l'ideatore del progetto. Essù, finiscila. Il primo anno è continuato coi tuoi patetici tentativi di scrittura con roba mica a male e altra agghiacciante e fortunatamente coi miei gloriosi post che ritieni di dubbio gusto. 
Cervello: ... posso?
Bacato: Fai fai. Casa tua, regole tue. Ci mancherebbe.

19/03/15

Walkman | Marzo

Ecco il secondo appuntamento con la rubrica della mmmusica che vi porta a scoprire, grazie al mio smodato utilizzo di spotify, cosa ho ascoltato e soprattutto scoperto in quest'ultimo mese. Lo scorso febbraio ci sono stati Selah Sue, Ed Sheeran e Florence + The Machine. Pronti a vedere con chi mi sono consumato i timpani in questi giorni?

Sheppard
Sooo... say Geronimo, say Geronimo! Ve la ricordate la canzone tormentone di quest'estate? Chi mi conosce sicuramente se la ricorda, perché ho davvero abboffato la minchia con sto dannato #saygeronimo. C'ho pure scritto un post, raccontando chi fosse lo sfigatissimo  Geronimo e... beh, triste storia la sua.
Amy Sheppard
Ma torniamo a noi! Spinto dalla curiosità per questo trio di fratelli, ovvero Amy, George ed Emma Sheppard, sono andato ad ascoltarmi l'album di debutto rilasciato proprio in questi giorni, Bombs Away. Ovviamente ho trovato quel che mi aspettavo. Canzoni molto orecchiabili, molto pop, piuttosto divertenti. E vi dirò: George ed Amy hanno pure una voce mica niente male. Mi sono piaciute parecchio Halfway to Hell, Flying Away e The Electring Feeling

El Ten Eleven
Questo duo di chitarrista/bassista e percussionista l'ho scoperto verso la fine dell'estate scorsa, che suonava dalle mie parti. Pochi cazzi: sono bravi. Il pubblico leggermente timido e indifferente si è lasciato trascinare ammassandosi sotto al palco nel giro di mezza canzone. Fantastici! Un gioco di loops continui (suonano un tot di strofe e poi le rimettono sotto come base e ci suonano sopra e puoi via, di nuovo, loop del loop del loop che cambia continuamente ma che ficataaa) che vi elettrizzerà il cervello. 
Piacciono un casino Transitions (che da il nome all'album), My Only Swerving e Ya No. Non perdeteveli che strameritano!

Charli XCX
Quella, per intenderci, di Boom, Clap, the sound of my heart blaà blà blà blàblà... Sì sì sì sì, lo so. C'ho un attacco di teenagerite, che vi devo dire? E' l'artista vergogna del mese. Ci spendo poche parole, così da spiegarvi perché in questa settimana la sto ascoltando un casino. 
E' iniziato tutto da Doing It, singolo in cui mi sono imbattuto assolutamente per caso perché qualcuno aveva postato il video in bacheca. E insomma ho visto il video e una certa immagine mi ha colpito. Mi ha così preso che l'ho usata per scrivere un racconto, quello ''Dei vicini deliziosi'', che potete (dovete) leggere se non l'avete ancora fatto, per poi provare a indovinare cosa diamine c'entri Charli XCX con quel che ho scritto.
Per concludere, sono andato poi ad ascoltarmi un po' di canzoni e al mio lato teenager sono piaciute Superlove (guardate che cazz di vestitino ha nel video ehm ehmmm) e Sucker.

Years&Years
Per radio hanno passato King, me la sono segnata e poi ho ascoltato tutto il resto. Niente album di debutto per ora, ma questo trio compone musica pop/elettronica, e qualcosa che non riesco a inquadrare perché comunque non ne capisco mica granché di musica, di cui mi sono piaciute: Eyes Shut (che mi piace proprio tanto), Desire e Real. Non sono male.

Of Monsters and Men
E' stato rilasciato il nuovo singolo, Crystals, che m'ha fatto venire l'acquolina in bocca. Questi li ho scoperti però l'anno scorso, con l'uscita del film I sogni segreti di Walter Mitty. Se ricordate in una scena, mentre viaggiava in longboard, partiva una certa canzone usata pure nel trailer. Era Dirty Paws, che è qualcosa di magnifico. Del gruppo indie/rock/folk/pop (e sticazzi non ce li metti?) mi piace Sloom, Little Talks e Lakehouse.

Direi che v'ho ammorbato abbastanza. Voi che avete ascoltato ultimamente? E questi li conoscete?  E un artista vergogna del mese ce l'avete? Fatemi sapere. 

16/03/15

Dei vicini deliziosi

Scende dalla panda 4x4 rosso ruggine. Attraversa il vialetto e bussa alla porta tre volte. Da dentro nessun rumore. Si guarda un po' in giro finché non è attirato dallo sferragliare metallico di qualcosa che sbatte. Lo segue girando attorno alla casa e trova una bambina, probabilmente Emma, seduta per terra intenta a tirare martellate a un'auto giocattolo.
''Emma? Sei Emma vero?'' chiede avvicinandosi un po'.
La bimba da altri due colpi, poi ferma il martello a mezz'aria: ''E tu che cosa diavolo vuoi? Fuori dalla mia proprietà!''
''Non dovresti giocare con quello.'' fa lui a mani in alto, avanzando piano. ''Non ci sono il tuo papà e la tua mamma?''
Emma scatta e gli tira un colpo secco dritto sul piede. L'uomo urla di dolore, fa due salti indietro, cade culo a terra, si rialza in fretta vedendo la bambina corrergli appresso roteando il martello a suon di ''Fuori, fuori dalla mia proprietà immonda creatura, rigurgito della società, scroto ascellare, cacatoio infernale!'' 
Incespicando raggiunge la portiera della macchina. Prende la katana da sotto al sedile anteriore e la impugna stando in equilibrio su un piede. Fissa Emma. E' lì, sull'uscio di casa, vestita di un abito bianco coperto da fragole rosse e mirtilli viola, che a sua volta lo squadra, picchiettandosi il martello su una mano. 
''E così vuoi il gioco duro eh?'' domanda l'uomo.
La bimba sputa un grumo catarroso a terra. ''Non ci entri qui dentro, tu non fai un passo di più nel mio terreno, rantolo di pus.''
''Dovresti moderare il linguaggio ragazzina.''
''Cesso intasato taci!''
''Ma tu guarda questa...''
''Fatti sotto ominide sottaceto!'' grida infine caricandolo.
Le due armi s'incrociano a metà vialetto incrinando l'aria con una frustata tanto violenta da incendiare tutti gli alberi del giardino e crepare i vetri delle finestre del signor Carmine, vicino della piccola. Altro colpo, altra sferzata, e le gomme della panda esplodono come palloncini punti da una bazookata. 
''Per Dio! Mi cascasse la dentiera... Agata, Agata! Vieni qui a vedere che succede fuori dalla finestra!'' urla Carmine alla moglie, scostando la tenda e osservando tra le incrinature. ''Quella bambina è il demonio, io te l'avevo detto, è il demonio è un satanasso, lo dicevo!'' continua trovando l'assenso della moglie, preso a fissare lo scontro di martellate e spadate che sta aprendo fossi in tutto il vicinato.
''L'auto, dici che è meglio spostarla?'' chiede Agata preoccupata. 
''Ma neanche per sogno che esco fuori con quei due. Io chiamo la polizia, i vigili del fuoco i pompieri l'Fbi la Cia i cazzo di ghostbusters.  E per il resto ci pensa l'assicurazione, per quest'Apocalisse.''
''Ma mica è assicurata per... l'Apocalisse.''
''A no?''

12/03/15

Il capitale di Mary Poppins dipende dal suo vizio di forma.

Birdman e Whiplash per me sono impossibili da trovare. Boh, non li proiettano da nessuna parte. Vaffanculo. E allora guardo altro e ve ne parlo...

Vizio di Forma, troppa troppa forma.
Siamo nel 1970 e Doc Sportello è un investigatore privato mega fattone. Un bel giorno la sua ex fidanzata, Shasta, e che diavolo di nome ragazza mia, gli chiede aiuto poiché l'uomo che sta frequentando, il ricco imprenditore Mickey Wolfmann, rischia di finire in manicomio spedito dalla sua attuale moglie, così che lei possa godersi soldi, amante e compagnia bella. 
Doc si mette allora a lavoro ma accade che Shasta sparisce, Wolfmann pure, e partono una decina di altri incasinamenti uno di seguito all'altro e... non ci si capisce più nulla.

Questo vizio di forma, diretto da Paul Thomas Anderson, è la trasposizione cinematografica del romanzo omonimo Inherent Vice, ed è una girandola di situazioni in rapida successione che risulta a tratti molto piacevole tanto quanto parecchio confusa. Probabilmente su carta, avendo un ritmo diverso, non si ha questa problematica, ma qui, credo soprattutto a causa del tempo limitato, lo spettatore (leggete pure Cervello) si perde più volte tentando di stare dietro ai nomi, troppi, e cercando di richiamare volti, situazioni e vicende continuamente citate, modificate e richiamate. Boh! Restano allora la potenza dei personaggi, Doc e il mitico Bigfoot su tutti, e le numerose gag sballate che rendono questa una pellicola da fattoni, coi fattoni, e che fa sentire, causa confusione, un po' fattone pure chi la guarda.
Non per ripetere ciò che han detto voci ben più autorevoli della mia, ma è vero: Vizio di Forma pecca proprio di un vizio di forma. Stilisticamente accattivante ma un po' vuoto, fine a se stesso. Se non lo vedi almeno un paio di volte, o se non hai già letto il romanzo, ciao proprio!

Saving Mr. Banks, il povero Mr. Banks.
Dopo questo film non guarderete mai più il classico Disney Mary Poppins con gli stessi occhi.
Nel '61 Pamela Travers, scrittrice, vola a Hollywood per trattare i diritti del proprio romanzo con Walt Disney, deciso a farne un lungometraggio, Mary Poppins appunto, così che tutti possano bearsi di quel mitico personaggio. 
Un po' lento inizialmente e poi via, il film decolla e si va a scavare (ma se ho appena detto che decolla?) in un continuo alternarsi di salti temporali tra presente, con la difficile lavorazione del film, e passato, in un'Australia di inizio secolo dove l'autrice vive la propria infanzia.
Dico non guarderete più il classico con gli stessi occhi perché capirete, osservando l'insopportabile comportamento della Travers durante l'adattamento, cosa ci sia davvero dietro la figura di Mary Poppins e chi essa sia stata nella realtà, ma soprattutto, comprenderete il suo scopo, cioè cosa veramente la bambinaia stesse facendo in casa Banks.

Walt: ''No ai capricci e ai sentimenti” dice la donna che ha mandato una tata volante con un ombrello parlante a salvare dei bambini.

P.L. Travers: Secondo Lei Mary Poppins è andata a salvare i bambini, signor Disney? Oh, Cielo!

Se non l'avete visto, recuperatelo, davvero.

05/03/15

Tutt'altro che blogging!

Ultimamente sono un po' assente dal blog e dal blogging, lo ammetto. E' che sto facendo tutt'altro ed è anche che ho poca voglia di scrivere qui perché, come ben ricorderete (so che in realtà manco mi cagate e ne siete all'oscuro) non possiedo più il mio amato pc, e quindi via di tablet. Due palle.
Del tutt'altro a cui accennavo però potrei anche parlarvene un po'. Sì ma chissenefrega direte giustamente voi? Embè, se volete, in alto a destra c'è una X molto invitante che potete schiacciare quando vi pare.

Provava a fare il figo
Iniziamo dai soliti, incredibili, inimitabili e Potresti anche fare a meno di scriverli... Catzi miey!
Partendo dallo sport si può dire che finché il tempo tiene io mi sto scassando di snowboard, e ormai non sono più lo snowboarder più scarso dell'umana umanità, perché ho imparato, pensate un po', a farmi tutte le bianche piste (sono così bravo a scrivere i doppi sensi) cadendo meno volte e facendomi meno male. Quasi sempre, dai. C'è anche ovviamente l'amatissmo tennis, e tra un paio di settimane anche meno riprenderò coi tornei dopo 4 anni di stop. Sono parecchio gasato all'idea.
Scrivere, scrivere, scrivere... io ci provo. O meglio, lo faccio. Fare o non fare, non c'è provare, santo maestro Yoda docet. Scrivo in un corso di scrittura creativa che mi piace tanto, scrivo qui, anche se ultimamente non sempre, scrivo per la rivista universitaria Pass Magazine (andate a vederla, mettetela nei vostri blogroll, mi piacciatela ecc ecc) e scrivo pure per la sezione notizie/blog di Docsity.com, sapete, quel sito universitario dove potete scroccare appunti, tesi e via discorrendo. Tornando un attimo a Pass Magazine, occhio che da venerdì 6 abbiamo organizzato una serie di incontri con giornalisti piuttostamente conosciuti e sarà roba interessante. Se capitate per Verona e vi piace l'idea insomma, siateci!

Parliamo ora di progetti blogghereschi futuri.
La distilleria è aperta, quel simpatico ebook di racconti che doveva uscire tipo adesso, è in fase di ferma, o va a rilento, ecco. L'hard disk bruciato con dentro l'ebook corretto e quasi definitivo è andato... bruciato, appunto. Non è tutto da rifare ma ci vuole un po' di più. La copertina comunque è molto fica.
Lunedì 9 invece vi presenterò il progetto #RaccontoVolante, a cui tutti, ma proprio tuttissimi, potrete partecipare. Non anticipo altro ma sarà divertentissimo, giurin giurello.
E infine, giusto per ricordarvelo, il 25 marzo sarà il terzo compleanno del blog. Qualcosa mi inventerò, ve/me lo devo.

Cinema?
Avete seguito la notte degli Oscar? Io più o meno, e dei film presentati ne sapevo solo di American Sniper. La teoria del tutto? Mi manca. Birdman? Non riesco a vederlo. Whiplash? Ahahahah... non riesco a trovarlo!!! Ho dunque ripiegato su 50 sfumature di grigio che ammetto è molto, molto, molto fico. Insomma, la trama non è originalissima ma è ben strutturata, i personaggi sono fantastici, soprattutto nelle interazioni, rese realisticamente e fedelmente rispetto al libro, che considero un capolavoro. E... ok, la smetto di dire cagate, ovviamente non darò mai i miei danari a quel vomito, stavo a scherzavo. Comunque sia vi parlerò a breve di Vizio di forma, Saving Mr. Banks e Il Capitale Umano, tre film che meritano.

E con questo breve post riassuntivo, io vi lascio. Ci si vede lunedì per il #RaccontoVolante. Vedrete...

03/03/15

Omicidio nel bosco.

Quello che segue è un racconto inizialmente nato durante un esercizio di scrittura, uno di quelli che si fanno al corso del buon Riccardo dal Ferro (Ferruginoso per gli amici), che sto seguendo da un mese a questa parte. Lo scopo dell'esercizio era limitare il senso della vista e provare a raccontare usandone un altro, espediente questo non troppo utilizzato, dato che spesso e volentieri ci si affida proprio (e solo) agli occhi.
Dopo una piccola revisione e alcune modifiche allora ecco il risultato. Ovviamente sta a voi capire quale (o quali) dei cinque sensi ho utilizzato per raccontare.

La bocca gli scoppia di vermi, viscidume strisciante fatto della sua stessa lingua, ora fredda ora devastata, di carne strappata. Urla faccia a terra, morde il terriccio del bosco, che lo bracca girandogli attorno, ovunque e da nessuna parte. Ragni di acido scalano l'esofago, singhiozzano in rovi di rutti spinosi.
È steso da un po'. Il cuore preme incessante sul collo, sgorga ruggine dalle gengive rotte.
Lì accanto nota un sorriso sghembo, nocche vibranti lordate da schegge dei suoi propri denti. Grugnisce qualcosa, sputa, inspira sporco e aghi di abete. Dov'è il suo volto? Dove gli occhi, le unghie, i timpani? C'è solo bocca, bocca ovunque, e fronde di prurito dannato che graffiano l'arido in gola. Strisci come un verme... guardati, gli dice l'uomo.
Una stretta allo stomaco, acido di resina, bava fungosa, sapore di ossa, succhi gastrici, reflussi bollenti, veleni letali. 
L'uomo distoglie lo sguardo, è troppo per qualsiai stomaco. Prende il telefono, È sistemato, fa al suo capo, poi riattacca, lasciando il morto tra gli alberi.