29/01/15

Il valore di un fumetto (guest post MikiMoz)

Benvenuti! Oggi a intrattenerci ci sarà il caro MikiMoz con un guest post tutto in ambito fumettoso. Siete pronte signorine? Vi consiglio di leggerlo perché mi son rotto un po' i maroni di voi altri là fuori (e siete in tanti) sempre pronti ad additare questa forma d'arte come qualcosa di indegno e stupido. Ma bando alle ciance, a lui la parola... e ascoltatelo o finisce che vi prende a fumettate in testa! Moz: un nome una garanzia.

Da sempre considerato un media di serie B, specie rispetto al più blasonato romanzo, solo in questi ultimi anni il fumetto sta conoscendo un processo di sdoganamento agli occhi della massa.
Lui si chiama Mozgus e converte a suon di Bibbiate in testa!
Addirittura facendosi chic per quanti, spesso gli ignoranti di ieri, oggi se ne vanno al parco a leggere la propria graphic novel o l’ultimo lavoro di qualche vignettista. Tra questi e la massa di cui sopra, non ho alcun dubbio su chi salvare: nessuno. Ma almeno, pur come moda, si dà voce al fumetto.
Che è in realtà un mezzo di comunicazione stupendo, perché unisce le parole di un romanzo all’arte del disegno.
In passato, si è detto di tutto sui fumetti, e sempre in negativo. Tanto che nella nostra lingua, definire qualcosa “fumettone” non è certo lusinghiero. Colpa anche della scuola e dei vecchi insegnanti tromboni, per nulla avvezzi alle novità o forse spaventati di fronte a qualcosa che faceva leva sui più giovani.
Sì, non sia mai che paragoniate un libro a un fumetto! A scuola fanno leggere solo libri, tacendo sul resto.
Ma quanti sanno, aspiranti scrittori, quale grande lezione di ritmo e dialogo può essere appresa grazie al fumetto?
Ma quanti sanno, rampanti lettori, che ci sono fumetti che nulla hanno da invidiare (anzi…) ai romanzi?
Personalmente conosco decine di opere che ritengo assolutamente superiori a molta della produzione libresca. E, come per i romanzi, ci sono opere commercialissime. E altre bruttissime.
Titoli per ogni età, per ogni gusto, di ogni genere. 
Diverse “scuole”, da quella americana a quella francese, passando dal Giappone all’Italia.
Un vasto mondo fatto di storie adulte, mature, ma anche divertenti e scanzonate. Supereroi, criminali, indagatori dell’incubo, guerrieri, santi cavalieri, combattenti in marinaretta, omini blu, cowboys, soldati, astronauti, artisti, ladri… Un mondo infinito che abbraccia Topolino e Diabolik, Valentina e Batman, L’Uomo Ragno e Lucky Luke, Lupin e Goku.
Il fumetto ha un valore, un valore immenso. Ultimamente se ne sono accorti anche a Hollywood, sempre più a corto di idee originali e a caccia di storie già pronte. Come quelle, colorate o b/n, dei fumetti.

27/01/15

Scrittura collettiva! Giochiamo giochiamo giochiamo?

Ho recuperato un pc. Olè! Per un po' di tempo almeno, perché l'ho scroccato ai nonni e finché sono in vacanza posso approfittarne. Comunque sia, post breve, che oggi voglio soltanto invitarvi a giocare.
Ho iniziato a frequentare un corso di scrittura creativa, roba molto figa, tenuta da un tipo molto in gamba che non solo scrive ed è un blogger, ma ha pure un canale youtube. Qualcuno di voi magari lo conosce già, si chiama Riccardo e lo trovate cliccandoci sopra. Cliccate Riccardo dai, cliccatelo!
Vabè ma arriviamo al punto. 
Mi è venuta voglia, proprio prendendo spunto da una delle sue lezioni, di fare Scrittura Collettiva con voi. Un giochino facile facile eh, niente di troppo impegnativo e complicato. Giusto per vedere cosa viene fuori.

Come giocare e quando
La prossima settimana, di martedì 3, pubblicherò le primissime righe di un racconto qui sul blog. Che dovete fare voi? Continuarlo nei commenti, in due, tre, quattro, massimo cinque righe a testa, ovviamente agganciandovi al punto della storia a cui sono arrivati i commentatori che vi precedono. Tenendo presente la media di commenti del blog non credo la cosa andrà avanti troppo per le lunghe, ma non si sa mai. Io comunque il martedì successivo, a distanza di una settimana, posterò il racconto completo tutto in un pezzo, così potrete leggerlo comodamente senza andare a vedervi i millemila commenti.

Regole?
Pochissime. 
  • Se volete rispondere al post senza giocare potete farlo tranquillamente, come sempre.
  •  Per rispondere al post continuando il racconto invece, iniziate anticipando il vostro pezzo con la scritta RACCONTO. 
  • Importante è che potete contribuire con un solo intervento a testa. 
E questo è quanto. Vi aspetto martedì 3 febbraio, siateci!

22/01/15

Quando te la chiami.

Alcuni ritengono sia il destino che fa il suo corso, altri invece al destino ci pisciano in bocca, e credono sia tutto governato dalla casualità... poi ci sono io, che so perfettamente che cosa c'è sotto: pura, semplice, rottainculo e stronzissima sfiga.
Non so se v'è mai successo, ma io a volte la sfiga me la chiamo proprio, tipo l'altro ieri sera. Me ne stavo in macchina a guidare facendo i cavoli miei, quand'ecco mi metto a ragionare sulla roba che sto scrivendo, quell'ebook di racconti in fase di lavorazione. Ecco che arriva, bastardo (e grammaticalmente scorretto), il pensiero Ma pensa se mi si rompe il pc... e come faccio? Non ho nemmeno salvato in chiavetta gli ultimi file! Manco a farlo a posta e Sbam! Inculato con la sabbia. Il pc il giorno dopo s'impianta lì, col monitor nero e nient'altro. Insomma, questo è il motivo per cui il Signore s'è trovato insultato un po' più del suo solito. Scusami eh!

Questo emozionante preambolo quindi per dirvi che? Ebbene, il punto che voglio affrontare oggi è... rullo di canguri... di quando me la chiamo! La sfiga intendo, sì, di quando mi chiamo la sfiga.
Pronto? Si parlo con la sfiga? Ecco, vattela a pijà n'culo!

Sono finite le scuole medie e sono in vacanza in Croazia con i miei e mio cugino. Bel villaggio, bel posto. La sera sto camminando con lui e un paio d'amici. A un tratto eccolo lì, sul lato del sentiero, al buio, a una ventina di metri da noi: un cane grande quanto un orso che si fa i fatti suoi senza uno straccio di collare addosso, ma soprattutto un padrone che gli stia dietro. Continuiamo a passeggiare come niente fosse. Poi mi viene spontaneo dire Ma pensa se a questo adesso gli prende male e ci corre dietro per mangiarci! L'avessi mai detto?! Ecco l'amabile grizzly mettersi in posizione d'attacco, ringhiare e poi partire alla carica puntando giusto noi. BellaSimona (nome dell'amico) salta in braccio a mio cugino urlando, l'altro tipo corre via, io chiudo gli occhi conscio che la morte sta arrivando, cugino grida ''Ma che cazzo fai?''. E poi niente, a un passo dallo sbranamento un fischio lontano lontano richiama quel mostro.

Siamo in uscita col catechismo. Non ricordo dove e quando. C'è un campo bello grande, si gioca a rincorrersi. Mi allontano dai due amici e mi ritrovo un pallone da calcio tra i piedi. L'amico, inseguito dall'amica, urla verso di me ''Aiutami maledetto! Perché sei scappato via, aiutoo!''. Ho il pallone comodo comodo e che faccio? Sono una ciofeca a calcio, e questo ve lo può assicurare chiunque, ma mi viene la malsana idea di Pensa se adesso tiro il pallone e la prendo giusto in faccia! Mi preparo, tiro a caso verso di loro e Sbam! Presa in pieno, bambina tramortita. Daje!

Siamo in auto e la serata sta per iniziare. Per arrivare dove dobbiamo andare dobbiamo passare per stradine secondarie in mezzo ai campi. Il guidatore guida sereno, anzi un po' grintoso, ma insomma, tant'è, nulla di particolarmente strano. Però penso Ma pensa se adesso facciamo uno sbaro (incidente), qui in mezzo al nulla... Dieci secondi dopo, non so come né perché, siamo tutti in un fosso a testa in giù. Sbam!

Sono a letto, luce spenta, buio. Questo solitamente è il momento in cui mi faccio le migliori pippe mentali. E abbassate quel sopracciglio e levatevi il sorrisino malizioso. Giuro che sono pippe mentali, brutti deficienti! Comunque sia, tra una pugnetta e l'altra, arriva un Ma pensa se, dato che è da un secolo che non succede, riparte quella cosa bruttissima che è il terremoto. Un paio di giorni dopo, proprio mentre sono a letto a dormire, indovinate che succede? Terremoto!

E' maggio ormai, e io devo andare a Roma a vedere gli Internazionali d'Italia, ma in realtà ci vado solo per lui, il Re, Roger Federer. Eccitato come un Giuseppe Simone mi passa per i neuroni un Ma pensa se proprio ora che posso vederlo dal vivo Federer si ritira! Apro la pagina di sport sull'internet e Sbam! Prima notizia: Federer non parteciperà al torneo di Roma... Panico, sudorazione, ansia, un vero e proprio momento mariomerolo alla doc manhattan. Perché, perché non me ne sto (mentalmente) zitto?! Il giorno dopo fortunatamente la smentita, e il mio cuore riprende a battere. E quindi il giorno della partita ero lì, a guardarlo brillare, quel talento immenso, quel genio, quel Dio! Ero lì a consumarlo con gli occhi dicendomi Ma pensa se adesso, al primo turno, contro sto mr Sconosciuto, perde. Sbam! Roger perde.

Sono o non sono una merda? E a voi, giusto così per sapere, capitano mai ste cose? Io non capisco. Sarà che ho un superpotere sfigato? Intanto che pensate a cosa rispondermi io provo a... ma pensa se adesso quelli che leggono domani mattina si svegliano stronzi! 

19/01/15

Exodus: Ramsexy aveva ragione.

Io e Vale usciamo dalla sala. Ho sempre il sorrisino stampato quando esco dal cinema, pure quando il film fa cacare al cazzo. Non è questo il caso per fortuna.
''Allora?'' le faccio, ''Come ti pareva?''
''Beh dai, non male ma un po' un'americanata, no?''
''Tu stai cercando sooolo guai! Sì, e non c'erano i due sacerdoti che facevano le magie!''
''Vero! Ehh il Principe d'Egitto era figo.''
''Beh, meglio Il principe d'Egitto! Deehh ma Ramses il pelato ti piaceva però!''
''Sì vabè, che figoo! Comunque, sai... mi fa pensare che, sto Dio...''
''Sto Dio?''
''Insomma. Dio si schiera, però voglio dire, li ha creati tutti lui, ha creato l'intera umanità, e perché allora decide di stare solo dalla parte degli ebrei a discapito di tutte le altre popolazioni? E le vuole pure annientare!''
''Beh, gli ebrei credono in lui e vengono torturati e uccisi e...''
''Sì ma che senso ha?''
''Ha dato all'uomo il libero arbitrio. Sì in effetti se gli lasci libertà di scelta non è che puoi prendertela a male.'' 
''Appunto. E poi Ramses che dice...''
''Ramsesxy vorrai dire!''
''Ahah sì esatto, che figoooo. Comunque, Ramsexy che dice Quale fanatico crede in un Dio massacratore di bambini? Cazzo ha ragione!''
''Già, mi sono trovato d'accordo pure io.''
Ridley Scott è proprio un bravo regazzo quando si tratta di mettere in scena lo sfarzo del popolo egizio. E poi i panorami mozzafiato, le ambientazioni perfette e curate, la fotografia pulita e profonda che sicuramente in 3d potrebbe rendere ancora meglio... insomma, una meraviglia per gli occhi questo film, nulla da dire. Però, il resto?
Niente di incredibilmente innovativo a dir la verità, ma forse non è che ci sia molto di cui aspettarsi da una storia del genere. La vicenda di Mosè in effetti la conosciamo tutti, e lo splendido Il principe d'Egitto firmato Dreamworks non è nemmeno così lontano nel tempo da essere dimenticato. Anzi, è proprio a Il principe d'Egitto che ho pensato guardando il film, canticchiando nella testa la canzoncina ''Tu stai cercando soooolo guai!'' di quando l'uomo di Dio affronta i due sacerdoti di Ramses a colpi di magie e trucchi. Non potevo fare a meno di paragonare i due, nonostante la loro rappresentazione non possa essere più diversa.

Il punto è che a fronte di uno spettacolo visivo eccezionale ho trovato davvero debole la narrazione, aspettandomi molto di meglio proprio perché quel che sarebbe dovuto accadere lo conoscevo già. Si va via molto lentamente in alcuni punti, in altri, al contrario, rapidamente, e i collegamenti di troppe parti sembrano non esserci affatto, quasi mancassero scene all'appello, forse tagliate, chi lo sa. I personaggi poi, sono un altro punto debole davvero imbarazzante. Il principe d'Egitto e Ramses, che sono i due protagonisti assoluti, non vengono approfonditi quanto meriterebbero, ma accennati, tratteggiati appena, dando punti interessantissimi che però ti lasciano l'amaro in bocca visto lo spreco. Perché il Mosè schizzato male che vede Dio è davvero splendido, e notare i suoi occhi da pazzo fanatico quando minaccia il fratello è uno dei momenti più strani di tutta la pellicola, pensando appunto che qui si sta parlando di un'opera che esalta Dio stesso e la sua potenza. Dall'altro lato invece, troviamo Ramses, il dio in terra, che si ritrova inadatto, insicuro e ferito nell'orgoglio, ma è talmente preso da sé che con testardaggine continua per la sua strada finché non perde ciò che ha di più caro. Fighi tutti e due allora, per carità, ma... di più, scaviamo di più nell'animo del principe e del faraone. E infine tutti gli altri, che sono niente più che comparse nonostante i nomi importanti che prestano il loro volto, come Aaron Paul, Ben Kingsley, John Turturro e Sigourney Weaver, messi lì giusto per fare presenza.

Se si accenna alla potenza visiva comunque non si può non parlare delle piaghe d'Egitto, rese superbamente e con un pizzico di plausibilità scientifica che di certo non guasta, e quindi di Dio, che è rappresentato non solo come l'arbusto in fiamme che non brucia, ma anche come un bambino, immagine davvero emblematica. Sì perché si evidenzia quanto il Signore sia capriccioso e vanitoso, pieno di rabbia, incomprensibile, contraddittorio nelle sue stesse parole e scelte, proprio come un bambino appunto, e non per ultimi anche violento e sadico, tant'è che quando uccide ogni primogenito maschio del popolo egizio, Ramses distrutto dal dolore chiede a Mosè, così come ci chiediamo anche noi che guardiamo, Quale fanatico crede in un Dio massacratore di bambini?
Una bella critica che può essere estesa alle religioni in generale, ai suoi credenti, e alle contraddizioni che i vari credo si portano appresso.  Il film è comunque promosso, quindi andate con Dio!

12/01/15

Top 10 | i film del 2014

L'anno è ormai finito e dunque, mi chiedevo, perché non fare una top 10 dei film che ho preferito tra quelli visti durante il 2014 al cinema?
Ecco, appunto, non c'è risposta, quindi la faccio! Pronti? Viaaa...
Ah già, solo un secondo. Cliccando sui titoli finirete alle varie recensioni. E ora via!

10 White Bird in a blizzard
Qui doveva starci Grand Budapest Hotel (quindi se volete lanciatemi pallettoni di cacca cinefili cari, sono pronto) ma giusto all'ultimo arriva l'uccelletto bianco che lo scalza.
La madre di Kat scompare da un giorno all'altro senza lasciare traccia. Siamo a cavallo tra gli anni '80 e '90 e viviamo la storia di un'adolescente tra sesso, amicizia e nuove difficoltà familiari. Scopriamo inoltre il conflitto misto a complicità tra madre (mentalmente instabile) e figlia, alternando leggerezza e mistero, passioni e incubi, certezze e cose non dette. Una Shailene Woodley fantastica e un sound in sottofondo che rimarca quegli anni lasciando un sorriso nostalgico. Imperdibile!

Dopo X-men first class si gioca a fondere la vecchia saga con il più recente reboot, e ci si riesce alla grande, dando coerenza, aggiustando buchi logici provenienti dagli altri episodi, e inaugurando un prossimo capitolo da far venire l'acquolina in bocca. Il film in sé, comunque, è una bomba. 

Secondo capitolo del reboot de Il pianeta delle scimmie, che raccoglie l'ottima eredità del suo episodio di lancio e ci porta a vedere uomini e scimmie sempre più simili tra loro, con gli stessi pregi e gli stessi terribili difetti. 

Un esperimento senza precedenti che vede un film girato nell'arco di 12 anni, con gli stessi attori che crescono e interpretano la vita di una famiglia in continuo divenire. Per qualcuno può essere palloso, per me è estremamente interessante.

Ho finito l'anno con questa ciliegina sulla torta e ne sono davvero felice. Un Ben Affleck in parte e una Rosamund Pike fantastica. Ambientazione fredda e precisa, una colonna sonora tagliente ed efficiente. Merita!

5 Italy in a day
Per quanto sia... empatico, diciamo, io non mi commuovo praticamente mai di fronte a un film. Qui mi è scesa una lacrimuccia. Italy in a day è bellissimo, poche storie.

McConaugay è dannatamente bravo, e ci mostra la lotta di un uomo prima contro la sua malattia e poi contro un sistema che pensa più ai propri sporchi soldi che alla salute dei pazienti, perché anche la malattia in questo mondo è un dannato business.

Adoro Christopher Nolan e mi aspettavo un capolavoro da questo Interstellar. Le mie aspettative altissime sono state deluse però, perché non ne è uscito un capolavoro, bensì un ottimo film, che va comunque benissimo, e che ho visto due volte in sala, e io non vado mai due volte in sala. Da non perdere!

Di Caprio, carissimo di Caprio, per quest'intepretazione ti amo, ma forse amo di più quella bonazza che ti bombi nel film. Di Caprio, Leo carissimissimo, in The wolf of Wall Street, sei comunque un grande.

Un film perfetto, visionario, dolce, toccante, intelligente. Non solo Her è il mio film preferito dell'anno, ma è forse diventato uno dei miei preferiti di sempre. Ma ho già speso tantissime parole per questa pellicola, quindi non aggiungo altro, se non Andate a vederlo cazzo!

E voi, cari donzelli, che mi dite? Quali sono stati i vostri film preferiti per questo concluso 2014?

08/01/15

Je suis Charlie, je suis confus.

Verso le 11.30 del 7 gennaio tre attentatori entrano nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e ammazzano dodici persone ferendone undici, quattro gravemente, inneggiando Allah. 
Parigi è sconvolta, la Francia è sconvolta, il mondo intero è sconvolto. La matita di Charlie Hebdo ha terrorizzato gli jihadisti, loro di contro terrorizzano con le armi. Bisogna temere l'integralismo islamico, bisogna temere l'Islam, bisogna dividere e creare odio per far si che i musulmani diventino i nemici, così che i nemici del mio nemico diventino miei amici: l'Islam contro tutti, perché tutti contro l'Islam.

La prima reazione a questa merda è stata lo sdegno per l'accaduto e il sostegno alle vittime. Poi il casino, come sempre, perché questo mondo di cui facciamo parte è effettivamente un gran casino.
Si riflette sulla matita come simbolo, sulla libertà d'espressione, sul non aver paura di parlare di certi tabù, facendolo con ogni mezzo e in ogni modo, uno dei quali la satira appunto, che non è semplice ironia o comicità, ma è un attacco intellettuale che dietro una risata vuol far pensare e riflettere. Tutti diventano paladini della libertà d'espressione. Poi eccoli, ci sono quegli altri che dicono Fermi tutti, qui c'è l'ipocrisia! e sostengono che è facile riempirsi la bocca di questi discorsi proprio ora, quando invece la maggior parte dei giornalisti, dei politici, dei centri d'informazione e potere praticano la censura come a bere un bicchier d'acqua. Pure le persone comuni, per dire, si autocensurano mettendosi su la maschera del politically correct, e chi non lo fa viene etichettato come razzista e intollerante. L'Islam è nata come religione violenta, usando la violenza nel corso della propria storia, ed è scritto nero su bianco, documentato, perché non dirlo? Perché sei stronzo! Beh, e tu ignorante!

07/01/15

American Sniper il cecchino, White bird in a blizzard le bombe!

American Sniper
Clint Eastwood ci porta a conoscere Chris Kyle, un Bradley Cooper super pompatissimo che interpreta il soldato americano divenuto una vera e propria leggenda, ovvero il cecchino più letale nella storia degli Stati Uniti. 
Un film in cui i momenti di grande tensione non si contano, tant'è che partiamo subito da Kyle in missione in Iraq, intento a proteggere dall'alto come un angelo custode i marines sul campo di battaglia, col mirino puntato su una donna e su un bambino forse armati. Uno dei temi principali è quindi il modo in cui chi sta dietro l'arma affronta la decisione di premere o meno il grilletto, dato che poi con quelle morti ci deve convivere per il resto della vita. E si scava allora indietro, nell'infanzia del protagonista, dandogli un background che spieghi perché si trovi in missione, come sia arrivato a quel punto e quali siano i principi che lo guidano.

Non si può dire molto di American Sniper senza imbattersi in spoiler, anche perché la trama in sé, basata sull'autobiografia dello stesso Kyle, alterna periodi di missione con momenti di ritorno alla vita tra i civili, quella di marito e padre. Si può però parlare degli intenti di Clint Eastwood, che per quanto registicamente regali una visione coi controcazzi, non fa lo stesso sul piano dei contenuti. Questo perché, ovviamente a parere mio, accenna soltanto a un paio di tematiche importanti ma poi non le sviluppa. E' come un cecchino che prende di mira il suo bersaglio ma poi si rifiuta di sparare per chissà quale motivo.
Risultato? Ne esce fuori un film buono, ma piuttosto vuoto, che anzi, per chi non digerisce molto l'american way of life potrebbe addirittura infastidire, sembrando una mera esaltazione del classico eroe americano patriota invicibile supermuscoloso e supergiusto. Non c'è una riflessione che sia una, nella testa del cecchino, non c'è un ripensamento, un tentennamento, nemmeno un ragionamento sulla guerra che sta combattendo, sul fatto che sia sensato o meno quel che fa. Tutto, dentro di lui, pare diviso perfettamente in: loro sono i cattivi, noi i buoni, devo difendere la mia America a tutti i costi perché è il paese più bello del mondo. E anche nel ritorno alla civiltà, con tutte le difficoltà dovute allo stress da campo di battaglia, Eastwood non da segno di voler approfondire, mettendo in scena pochi istanti di dramma interiore e correndo poi con superficialità verso il loro buon esito.
Un peccato quindi perché poteva essere una vera e propria bomba. Ma quindi, se di bombe dobbiam parlare, parliamo di...

White bird in a blizzard
... e parliamo delle bombe di Shailene Woodley, che non mi convinceva propriamente come attrice, ma qui, cari miei, vince tutto, e non solo perché mette in bella vista le sue fantastiche tette. Siamo a cavallo tra gli anni '80 e '90 e la madre di Kat Connors, così di punto in bianco, sparisce senza dire niente a nessuno. Suo padre, un uomo semplice e parte debole della coppia, non si capacita di cosa sia successo, gli investigatori dal canto loro non sembrano giungere da nessuna parte, e lei, in bilico tra la sua vita da adolescente e qualche seduta dallo psicologo ricostruisce di volta in volta scene del proprio rapporto con la madre, dall'infanzia agli ultimi momenti prima della scomparsa.

La narrazione scorre via che è un piacere, e viviamo la vita di Kat, tra sesso, primi amori e avventure (miracolosamente senza un briciolo di romanticismo e sdolcinatezze da diabete come magari il trailer poteva far pensare) che mostra il contrasto nettissimo con la figura della madre, una donna bellissima, elegante, perfetta, ma infelice, a causa soprattutto del matrimonio che ha visto realizzare i suoi sogni ma non ha saputo darle una visione futura di se stessa. Un'eterna ripetizione dei soliti momenti, una routine senza senso snervante, diretta verso la pazzia.
C'è allora il confronto continuo su ciò che la madre era e non è più potuta essere, e quel che la figlia Kat è adesso, combattuto sul classico teatro di guerra che vede figli adolescenti contro genitori, un confronto fatto di continua tensione ma anche di sottile intesa: la figlia riesce spesso a capire sua madre Eve, ma non ne giustifica certo gli atteggiamenti.
Si aggiunge allora il continuo rimando al mistero, ma non puntando sulla volontà di risolverlo, quanto piuttosto mostrando cosa significhi per Kat e suo padre dover andare avanti senza Eve. E si va avanti così senza grossi accadimenti, col tempo che scorre quasi monotono come nella normale vita di tutti i giorni, tra sogni bizzarri della protagonista, che vede la mamma coperta di neve in una tormenta, e qualche parola che di tanto in tanto ne rammenta l'ambiguità e l'instabilità mentale.
Null'altro da aggiungere, data anche l'esigua durata del film, ma sicuramente una delle migliori visioni dello scorso anno, e non lo dico solo per Eva Green o per le tette di Shailene Woodley, lo giuro!

05/01/15

Ambienti.

Quando mi metto a scrivere un racconto, o quando ho voglia di scriverlo, e poi ci provo e non salta fuori una ceppa di nulla, parto solitamente da un paio di input: una scena reale o immaginaria, costituita da uno scambio di battute, oppure un ambiente, cioè un paesaggio o un luogo che solo per la propria presenza estetica mi comunica qualcosa.
Non so se capita lo stesso a voi, ma io funziono così. Soffermandoci soltanto sul secondo punto, quello degli ambienti, ecco un breve elenco di quelli che preferisco, e non solo per scriverci su, per immaginarci qualcosa di mio che deve finire per forza di cose nero su bianco, ma piuttosto anche per i singoli pensieri, per le varie seghe mentali che mi faccio quotidianamente, per le emozioni e le sensazioni che l'immagine fa nascere.

Temporale. 
Di sicuro il cielo grigio, l'assenza quasi totale di luce e il borbottio del temporale che sta per scatenarsi è uno degli ambienti che preferisco, tant'è che dell'estate, assurdo a dirsi, amo anche e soprattutto questi momenti. Hai una giornata splendida col sole che spacca e nel giro di una mezz'ora ti ritrovi col cielo nero e l'odore dell'asfalto bollente che inizia a bagnarsi. Magnifico! 

Pioggia sul finestrino.
Mi piace l'immagine di una persona riflessa sul finestrino di un treno, sporco di gocce, con la notte fuori e le luci della città che giocano sul vetro e sull'acqua. 

Strada di montagna.
Asfalto grigio scuro umido ma pulito, e abeti o boschi di un verde bello scuro che abbracciano il percorso. Il cielo s'intravede soltanto, ed è coperto.

Prato e cielo.
Erba folta e scura, prati enormi, e a sfondo un cielo immenso e stellato. In alternativa verde brillante, tipicamente primaverile, e il cielo che tende al tramonto con qualche nuvola che va dall'arancione al rosa.

Alberi.
In tutte le salse. Da quelli ricoperti di fiori primaverili a quelli pieni di chiome rigogliose, arrivando poi all'esplosione di colori tipica dell'autunno e ai rami spogli e scuri, quasi neri, dell'inverno, magari coperti di neve. Ecco, adoro la neve, ma sempre associata alla natura e in particolare agli alberi.

Acqua e cielo.
Di solito meglio il mare calmo e al tramonto, col sole che pare tuffarsi in acqua, o in alternativa anche bello incazzato, con onde alte e schiumose e un cielo grigio piombo. Perfetto anche il gioco di specchi tra acqua (calma, quindi ancora meglio coi laghi) e cielo limpido leggermente annuvolato.

Montagne.
Che siano innevate o no, adoro vederle al tramonto, tanto belle da mettere i brividi.

Riflessi e luci contrastanti.
Mi piacciono gli ambienti che moltiplicano le forme pur mantenendo un certo ordine geometrico. Mi vengono in mente il buio, le superfici riflettenti come specchi e acqua, e la luminosità debole del fuoco o di qualche vecchia lampadina.

Ora giro a voi un paio di domande: avete qualche particolare input che vi scatena pensieri e favorisce il processo di scrittura o creazione? E riguardo gli ambienti, avete qualche debole come succede a me?

02/01/15

Potrei scrivere di questo.

C'è il caminetto acceso, due tipi improvvisano con le chitarre. Chiara, di fronte a me, si stringe nel maglione fissando Gimmi che suona, Matteo, invece, si passa un preservativo tra le mani. Giulia è persa a guardare le fiamme. Gioco coi suoi capelli. Ha gli occhi scuri, sembrano i miei, il fuoco ci si riflette dentro. La rossa che le sta di fronte, intanto, è un tutt'uno con quel caldo.
Finiscono di suonare.
''Dai, bella questa! No?'' fa Gimmi appoggiando a terra la chitarra.
''Certo, sì...'' risponde Chiara. 
''Ahh è la cosa migliore che abbiamo suonato fin'ora e non apprezzate un cazzo.''
Anche l'altro posa lo strumento. ''Io vado su.'' dice, prendendo il vino e scomparendo per le scale. La musica riparte.
''No a me piaceva sul serio comunque...'' riprende Chiara, coi riflessi delle fiamme sulle scarpe nere.
''Oh, chi è che vuole un preservativo?'' fa Matteo lanciandone uno.
''Tanto a te non serve, no?'' risponde Giulia sarcastica, mentre le intreccio a caso i capelli.
''Ahah, simpatica.''
''Non c'è di che.''
Potrei scriverci su qualcosa di sta roba, penso tra me, e l'altro suona ancora, e Chiara pare incantata a sentirlo mentre bevo un sorso e riprendo coi capelli dell'altra.
''Sì, tanto qua non va mai come dovrebbe.'' ricomincia Matteo.
''Cioè?''
''Cioè il buono perde, Dio c*n!''
Il chitarrista ride, Giulia e la rossa pure, io anche. Chiara invece è persa nelle note, pare sciogliersi. Potrei scrivere qualcosa di questo, penso. Ma cosa?... non mi viene in mente nulla, zero. Bevo un altro sorso, Matteo mi tira il preservativo addosso. Quanti cazzo ne ha? Decido di fissare la rossa. Non sono bravo al gioco di fissare la gente e restare serio, ma stranamente ora mi riesce. Mi guarda, ride, distoglie lo sguardo, mi guarda di nuovo, come a dire che cazzo hai da guardare? e poi sorride e prende fuoco. Davvero, letteralmente: le prendono fuoco i capelli, ma lei non fa una piega.
Che cazzo di roba è? Le note vanno più rapide, mi rompo di giocare col ciuffo di capelli e metto la mano dietro al collo bollente di Giulia. La rossa mi guarda e si rigira, frustando l'aria di scintille. La musica sale ancora ed ecco svelato tutto l'interesse di Chiara per il chitarrista: si sta sciogliendo, per lui. Parte dalle scarpe nere e lucide, che gocciolano formando una pozzanghera nera petrolio a terra. Poi gocciolano via anche le calze, le unghie dei piedi, la pelle, le gambe, pian piano, a tempo con la musica. Ma tu guarda che cosa strana, un'altra! Potrei scrivere di questo? 
Smetto di giocare col collo. Mi stravacco sulla sedia per quanto possibile e Matteo mi allunga la bottiglia. 
''Guarda come si scioglie.'' dico a Giulia prima di buttar giù il vino.
''Eh?'' 
''Guarda Chiara come si sta sciogliendo guardando Gimmi. E' proprio persa, non vedi?''
''Naa, cosa dici?'' fa tornando a fissare il fuoco. 
Che tipa strana, che razza di tipa strana. Forse potrei scrivere di lei? No, la donna che si scioglie vicino a quella che va a fuoco è più divertente. Ed è quasi alle ginocchia ormai, e sotto di lei si spande un lago scuro come la pece, con le striature di rosa pallido della pelle, il sangue cremisi e il bianco delle ossa. Non ho idea di come possa andare a finire, tra un po' non dovrebbe nemmeno più riuscire a stare seduta.
Matteo si alza e se ne va: ''Vado su anch'io, ciao.''
Gimmi suona, Giulia si sposta nella sedia, la rossa è un incendio e io guardo Chiara nel suo punto più interessante: le cosce. Sono lì per metà sì e per metà no, ma non è una cosa macabra da vedere, qualcosa che fa senso o schifo o vomito. E' un fenomeno con una sua certa eleganza, con forme dolci che vanno via via assottigliandosi, sempre di più, cadendo verso il pavimento in rivoli fini, come la cera bollente. Le gambe sono quasi finite, barcolla, si dondola infastidita sulla sedia. E ora che succederà? Potrei scrivere di questo, diavolo se potrei! Ma devo vedere che succede quando si scioglie tutta la parte sotto. Ancora pochi secondi, poche gocce...
''Oddio oddio oddio basta, devo andare.'' fa la ragazza mezza sciolta alzandosi, distogliendo finalmente lo sguardo da Gimmi e la sua chitarra. ''Devo fare la pipì, me la sto facendo sotto!'' e detto questo, si fa strada passandomi di fianco, e se ne va.
La pipì. Si stava facendo la pipì addosso. Come ho fatto a non pensarci prima? Bella mossa Chiara, questa sì che potrei scriverla! Però ora mi manca un finale e Gimmi non suona più.
''Ou Gimmi.'' gli faccio mentre Giulia e la ragazza in fiamme si dicono qualcosa. ''Ma, come potrei finirla secondo te tutta questa storia?''
''Non lo so.'' fa lui senza un'espressione precisa in volto, senza chiedermi Quale storia?, massaggiandosi il pizzetto. ''Di' qualcosa di conclusivo!''. Poi si alza, pesta per sbaglio la pozzanghera di ragazza sciolta, e va a prendere le sigarette. Credo di sì, potrei proprio scrivere di questo.