28/08/14

Latte con Lorzo?

''Woahhh, è verde!''
''Certo che è verde, te l'avevo detto io.''
''Ma come fai?''
''Eh caro, magia!''
''Ma che magia, è perché il giornale sotto ha un'immagine col colore verde.'' fa l'altro mio cugino.
''Oh ma fatti i fatti tuoi tu!'' gli risponde il fratello minore.
''Ohh, verde...'' faccio io incantato.

Siamo sotto le scale del palazzone dei miei cugini, mi stanno mostrando come fare il fuoco colorato con l'intendo di impressionarmi. Siamo nell'agosto 1998, forse 99, che qua è un casino esser precisi andando troppo indietro, e io ho 7 anni e sono impressionato. Dato che non si va a scuola, qualche sera capita che dormo a casa dei cugini. Siamo io e M in particolare, il minore dei due, che ha due anni più di me, a stare spesso insieme. 
La notte dormiamo nel divano letto in salotto, indossiamo canottiere vecchissime, del mio bisnonno a quanto dicono (che è suo nonno in realtà, quindi non siamo proprio cugini cugini ma è una cosa così complicata che se va la spiegassi vi verrebbe mal di cranio) e quando i suoi dormono il caro cug infila le videocassette dei documentari sugli alieni.

Guardo dischi volanti, esseri umanoidi grigi che vengono aperti come angurie, raggi che rapiscono le persone e altre scene molto adatte a un pischello di anni 7. Ci gode a torturare i suoi amici con quei video, ma ne ha una paura fottuta anche lui. Io d'altro canto sono identico a quell'ebete, ne sono affascinato, ma mi cago in mano.
La notte dormiamo sereni, più o meno, chiudendo la finestra che non si sa mai, magari arriva un disco volante e ci porta via. Il mattino mi sveglia presto e accende Mtv, o comunque un canale di musica che io a casa non prendevo, e guardiamo un video pieno di brave regazze che sul finale sono mezze ignude. Stanno passando Pretty Fly (For a white guy) degli Offspring.  Io e lui siamo incantanti più che con gli alieni.
E infine in salotto entra sua madre, cioè mia zia, e ''Che cosa fate svegli a ste ore, cosa guardate!? Filate a dormire che è ancora presto!''. E noi si torna a far finta di dormire mentre lei torna a letto.

''Oh!'' mi fa lui. ''Sai che so fare il latte con l'orzo?''
''E che roba è... lorzo?''
''Mio fratello non lo sa fare anche se è più grande, dai vieni di là che facciamo latte con l'orzo.''
''E se poi torna la zia?''
''Dai ho anche la nutella dai vieni.''
''Nutella?'' gli domando, e sono già in cucina ad aspettarlo.

Questo il ricordo di agosto con cui riparte MusicalMente, con una delle molte serate passate a dormire dai cugini, con le canottiere del bisnonno, coi video degli alieni, con mtv, e il latte con Lorzo che facevo finta che fosse caffè. E a voi, che non ve lo chiedo mai, sta canzone che vi ricorda? E che facevate nel 1998?

25/08/14

Quando muore Peter Pan.

''Nel preciso istante in cui dubitate di poter volare, perdete per sempre la facoltà di farlo. La ragione per cui gli uccelli volano e noi no, risiede nella loro fede incrollabile, perché avere fede vuol dire avere le ali.'' [Peter Pan nei giardini di Kensington, J.M. Barrie]

Quando è morto Robin Williams ho pensato ''Cazzo, è morto Peter Pan, non è possibile!'', e ci sono rimasto da merda. Fa strano perché infondo non è che eravamo amici io e lui, insomma, non sapeva nemmeno della mia esistenza, così come pure della tua che stai leggendo, però succede sempre così, ti pare di conoscerlo da una vita il personaggio famoso, il cantante, lo sportivo, l'attore. Quando ho letto di lui ho pensato allora a Peter Pan, perché è stato Peter in Hook- Capitan Uncino, un film che amo così come amo il personaggio di Barrie, quel bimbo sperduto che è fuggito dalla finestra perché aveva paura di crescere e diventare grande, di invecchiare e sparire, soprattutto, di essere dimenticato, perché così fece sua madre.

Succede che quando un personaggio di questo tipo se ne va i social si riempono di citazioni, di video, di frasi e immagini che in un modo o nell'altro ci ricordano chi è stato, e tanto più le bacheche sono intasate tanto più la celebrità era apprezzata. Resta comunque sempre valido il fatto che la morte pulisce e nobilita chiunque, e pure le peggio merde talvolta si beccano il ''era tanto un bravo ragazzo, povera anima''. Ma non è questo il caso.

Il caso stavolta ha voluto che fosse un grande ad andarsene, uno ammirato da tutti, uno considerato un cuore grande, un attore grande e una persona ancor più grande. Uno che forse, mia idea, viene un attimo confuso (da noi massa di spettatori) coi personaggi da lui interpretati, ma che ovviamente non è nessuno di quei personaggi. Ha senso allora dire ''Robin, eri un grande in Patch Adams, grazie!'' se quel medico non era veramente lui ma è stato invece un'adattatore a scriverlo e poi a farglielo interpretare? Ha senso dire ''Capitano mio capitano'' se quel professore, con quelle idee, con quelle trovate geniali non era lui per davvero?
Forse sì, ha senso, ha un suo perché tutto questo. E' vero che lui non era quei personaggi, ma li ha impersonati, ed è entrato in loro, è diventato loro per un po' di tempo, cogliendone la psiche, gli ideali, lo spirito, e trasmettendo tutto a noi attraverso una telecamera puntata addosso, perché è questo che fanno i bravi attori. Rendono veri i loro personaggi e creano e condividono qualcosa con noi che osserviamo, emozionandoci.

Ma perché proprio Peter Pan? 
Perché Robin è morto, a quanto vomitano giornali e siti d'informazione, suicida e malato di Parkinson, alcolizzato, drogato o Dio solo sa come. Perché non è morto di vecchiaia dandoci l'opportunità di dire ''Vabè, prima o poi doveva succedere.'' ma se n'è andato via senza avvisarci, prima del tempo, e perché per uno come lui in questi casi è bene sparare tutte le puttanate possibili e immaginabili per aumentare ascolti tv, visite ai siti, vendite di carta stampata. 
Ho sentito spesso un miscuglio di frasi riassumibile in ''Ma cazzo, vedi? Aveva tutto e si è ammazzato. Ma come si fa? Noi qui a spaccarci il culo per due soldi di merda e lui che fa la bella vita, non è contento e beve si droga si uccide. Sti famosi lo fanno tutti!''. Un pensiero questo, che a me lascia un po' così... come dire, stupito. Che cazzo vuol dire che aveva tutto? Avere è sinonimo di star bene, di essere soddisfatti e in pace con se stessi?

Peter Pan è il simbolo della spensieratezza e della voglia di avventura e di ricerca continua, ma soprattutto della fanciullezza interiore, fortemente contrapposta all'oblio della vecchiaia e della morte. Il Peter di Robin Williams era già un uomo bello cresciuto, che aveva trovato l'amore capendo cos'era un bacio vero, che aveva perso l'innocenza e si era scontrato con la merda della realtà, perché aveva scelto di abbandonare il riparo sicuro dell'Isola che non c'è; e l'Isola che non c'è, fin che ci sei dentro, fa dimenticare ogni cosa, fa dimenticare i problemi, le responsabilità e persino di crescere, fa scordare gli affetti e le persone che ami. 
Quando ho letto di lui ho pensato che forse, quel Peter Pan allegro e spensierato di cui ci dava immagine, aveva perso la sua Isola che non c'è, era stato derubato della semplicità e della serenità, e così ha smesso di esistere, scordandosi come volare via e rimanendo intrappolato in qualcosa di brutto da cui non è riuscito a liberarsi. Ho anche pensato che possedere tutto non somiglia molto a essere felici, ma piuttosto si avvicina paurosamente a non avere niente

12/08/14

Un giorno in più.

Si passano di mano in mano lo spinello, chi beve, chi suona la chitarra e canta, illuminati dalle fiamme del falò. E' una bella serata, la loro ultima lì in vacanza, limpida e calda, e il mare li accompagna col lieve rumore delle onde.
Lui la guarda dall'altro lato del fuoco, i capelli ancora bagnati sono raccolti lasciandole scoperto il collo. Lei lo vede, sorride. 
E allora andiamo, si convince.
Si alza e le va incontro, qualcuno lo osserva incuriosito, qualcuno vomita in disparte sostenuto da qualcun altro, ridono e altri continuano a cantare, un paio limonano duro. La prende per mano e la porta via, lontano da tutti gli altri.
''Dove andiamo?'' chiede lei, arrostendo ancora un po' il cuore di quel povero pollo già cotto da una settimana.
''Ti devo mostrare una cosa'' risponde, andando verso il pontile. Lo percorrono tutto e si siedono sul bordo, guardano il mare. Finisce la sigaretta e tira fuori l'mp3, si mette una cuffia, una è per lei.
''Tutti soli a vedere le stelle cadenti? Ma sarai mica un romanticone?'' domanda in un tono abbastanza versione presa per il culo, facendolo saltare punzecchiandogli il fianco.
''Niente anuanuei alla Dawson's Creek, e stai buona su!'' dice prendendole la mano. ''Adesso guarda lì'' fa indicando il cielo ''e stai mooolto rilassata.'' aggiunge sorridendo.
Quattro scie rimbalzano da una parte all'altra rischiarando le poche nuvole che ci restano pure male, a venir disturbate in quel modo. Fanno una faccia tutta arrabbiata che lo diverte. Si tuffano in acqua a un metro da loro, affondano, e tre enormi tonni, brutti non come i soliti tonni ma invece piuttosto simpatici e ammiccanti suonano basso, chitarra e batteria. Una sirena canta.
Lei li squadra sconvolta, poi guarda lui, sconvolta. Sta per dire qualcosa ma il ragazzo la ferma facendo segno di silenzio col dito, ridendo.

08/08/14

Cose che mi bloccano la crescita (della barba).

Come ben sapete c'è quel modo di dire che fa ''Sta cosa m'ha bloccato la crescita!'' per sottolineare il fatto che ciò che si vede è orripilante, impressionante, osceno, quasi degno di un cinepanottone con De Sica e Boldi, o insomma brutto. 
Io non ho mai avuto particolari problemi di crescita, voglio dire, sono alto ben un metro e 72, un gigante proprio, però se davvero davvero devo andare a trovarmi un difetto (come siamo modesti oggi) posso ammettere di non avere quella folta barba che ora mi permetterebbe di essere un tipo dannatamente alla moda. 
Ecco dunque un po' di motivazioni per cui io la barba non ce l'ho, ovvero un elenco di cose che mi hanno bloccato la crescita della barba!

Gli ''amici'' Leo e Frigo (vaffanculo!)
Gli alternativi, tutti vestiti uguali, coi capelli rasati ai lati, coi risvoltini primavera sui pantaloni.
La uber criticata moda dei selfie in bagno, che tutti ridicolizzano salvo poi cacare in bacheca facebook album su album con cessi sullo sfondo.
Le ragazze che se la tirano.
I ragazzi che se la tirano.
Chi non sorride mai.
Chi ti serve più ghiaccio nei cocktail che cocktail.
George R.R. Martin che accoppa tutti, indistintamente, e vaffanculo.
Gli spoiler che Game of Thrones si auto fa rispetto  alla serie tv.
La Golden Week e le settimane di pausa in Giappolandia.
La pioggia come non piovesse da mesi e mesi quando il meteo dice finalmente tutto ok dopo mesi e mesi di pioggia.
Le ferie estive.
Il tutto ok quando il meteo, rincoglionito, dice pioggia.
Francesco Sole che mi intasa il facebook di banalità sentimentali che però fanno bagnare un sacco di vagine.
Le donne volubili.
Chi non ha autoironia e chi approfitta dell'autoironia altrui, dei simpaticoni che plis, cerchiamoci di calmiamoCi che non sono tuo fratello e tra un po' t'arriva un calcio carpiato con triplo axel nel culo.
Le persone che tirano una bestemmia ogni due parole.
Le persone che non bestemmiano mai mai mai.
La gente che non capisce quello che scrivo e mi chiede delucidazioni.
La gente che non legge quello che scrivo e fa finta di aver letto e me ne parla pure, cioè piuttosto stai zitto ammigo.
La gente che ride alle battute di merda.
La gente che non ride alle mie battute (quando non sono di merda).
Il film di Capitan Harlock.
Pier che mi mostra il video delle europee di Cecchi Paone.
21 giorni di pioggia a luglio su... aspetta... 30 giorni a novembre con... ok, 21 giorni su 31.
Le canzoni di David Guetta che son belle finché non ci ficca dentro il ritornello.
Le persone che ti tagliano la strada per immettersi in carreggiata e poi vanno ai due all'ora.
Chi a 5 minuti dalla fine del mio turno portapizzaiolo ordina una pizza a domicilio da portare in Culandia.
La cera per i baffi... 

Mi fermo, credo ce ne siano molte altre, ma qui ho già perso due cm buoni di potenziale barbara per questa settimana. Voi piuttosto ce l'avete qualcosa che vi lascia un po' così, che v'ha bloccato la crescita di qualche parte del corpo? Cervello, pene, seni, che ne so! Dicetemelooo chiamando lo 048/929392 o inviando un sms via watsapp. Anche commentando qui, sì, dai.

05/08/14

Apes Revolution, l'intelligenza e la forza.

Ed ecco arrivare lo splendido sequel de L'alba del pianeta delle scimmie del 2011, un Apes Revolution che racconta di cos'è successo anni dopo che il virus si è diffuso sulla Terra, decimando quei deboli e sprovveduti omini rosa che sono gli umani, ora nella cacca fino al collo.

Ci viene dato un quadro generale della situazione, con gli immuni al virus da un lato che tentano di ripartire da San Francisco, città da cui tutto è partito, provando a riprendersi la vita che hanno perso cercando disperatamente energia, e dall'altra parte, nei boschi, l'enorme famiglia di scimmie guidata da Cesare, uno splendido Andy Serkis che è davvero un asso della recitazione in motion capture, qualcosa di impressionante oltre ogni immaginazione. I due gruppi, da prima separati, sono ovviamente destinati a incrociarsi, e questo non porterà a nulla di buono.
Apes Revolution è allora davvero un buon film, come il suo predecessore, e lo è sia per la storia che racconta e sia per come la racconta. Il mondo post apocalittico presentato è credibile e plausibile, gli scenari e le ambientazioni sono maestose, le scimmie, quelle dannate scimmie, sono meravigliose, sono realistiche, anzi no, sono vero cazzo, sono vere!!! Tanto che più volte durante la visione c'è scappato un ''Ma guarda come cavolo le hanno fatte bene, possibile siamo riusciti ad arrivare a questi livelli?''.

La trama in sé è interessante e ben strutturata, senza particolari buchi logici o inesattezze, e questo è un bene visti certi blockbusteroni roboanti e stupidi che ci sono stati proposti nei mesi caldi dell'anno. Ehm ehm, qualcuno ha detto The Amazing Spiderman 2? No ecco... Oltre alla storia a rendere tutto stuzzicante è il tema dell'intelligenza e del ragionamento, che è quella caratteristica che in genere distingue gli uomini dalle bestie e che qui viene condivisa proprio con queste ultime. Le scimmie di Cesare sono intelligenti, sono una tribù che ricorda gli uomini primitivi, con la differenza che queste sono fisicamente molto più forti di com'erano e come sono gli uomini, e hanno coscienza di ciò che si può fare per raggiungere un miglior benessere grazie alla cultura umana acquisita.
Ci viene mostrato allora quanto sia debole ora l'umano al confronto con questi animali non più tanto animali, che concorrono a divenire la specie dominante sul pianeta, non senza qualche difficoltà. Se noi infatti siamo alla disperata ricerca di fonti d'energia, da cui siamo tanto assuefatti da esserne dipendenti, le scimmie cercano approvazione, cercano sviluppo, equilibrio, identità.
L'intelligenza è allora portatrice di sentimenti più complessi, di emozioni profonde e spesso infide, come la paura, la gelosia, la brama di potere. Viene mostrato come davanti al lume della ragione tutti diventino uguali, o perlomeno simili, uomini come scimmie, scimmie come uomini, e le forze e le debolezze di una specie siano le stesse che prima appartenevano a un'altra.

E' interessante notare come non sempre le scelte apparentemente migliori portino ai risultati sperati, perché dietro a ogni decisione presa da un leader ruotano un mondo di animi diversi, con storie diverse, con emozioni diverse. Chi ha il potere di cambiare il mondo che lo circonda (è splendido vedere quel che succede con l'introduzione delle armi da fuoco, simbolo vero della parte forte dell'intelletto in grado di plasmare con la coercizione ciò che per natura non si potrebbe) sembra destinato a inciampare nei soliti errori ripetuti di secolo in secolo, e questo Cesare lo capisce, e lo capiscono anche alcuni uomini. Provare e sentire di più e poter costruire qualcosa di nuovo è una medaglia a due facce: opportunità di creare e opportunità di distruggere.
Non ci resta che vedere come andrà a finire! Voi intanto andate al cine però!

01/08/14

La notte dei desideri

Per cosa viviamo a fare noi, se non per sognare e cercare pian piano di realizzare i nostri desideri? E quand'è che i nostri occhi tornano a essere come quelli di un bambino? Pieni di quella fantasia creativa che ci porta aldilà di ogni confine, liberi da tutti i limiti imposti dagli altri e da noi stessi? 
Il 10 agosto è la notte dei desideri, è la ricorrenza di San Lorenzo che vede il cielo riempirsi di stelle cadenti, il simbolo dei nostri sogni più nascosti, espressi nello stupore di una scia luminosa nel buio. Ma è anche il simbolo di tutti quei momenti che ci fanno tornare proprio come i bambini, puri ed egoisti, pieni d'amore per noi stessi e per la vita, che ci fanno immaginare di poter cogliere tutto il meglio possibile, anche se impossibile.

La notte dei desideri è allora anche ogni notte in cui siamo al buio da soli, in quel momento in cui prima di addormentarci, in silenzio, pensiamo alle nostre vite e a ciò che siamo stati e a ciò che saremo e vorremmo essere. E' quel momento in cui desideriamo anche l'impossibile, che tanto non c'è nessuno che può dirci che i sogni sono stupidi, che non si possono fare, che sono una perdita di tempo.

Cosa voglio fare dunque con #LaNottedeiDesideri, perché sto organizzando tutto questo?
E' un gioco, il cui scopo è quello di avere il coraggio dei propri sogni, di condividerli quindi, dato che siamo nell'era in cui tutto è social, e di mostrare con orgoglio ciò che il vostro cuore vuole per davvero, proprio come quando siamo soli e liberi nel silenzio del nostro letto, o mentre fissiamo le stelle cadenti.
Se vi va, allora, giocate anche voi a colorare La notte dei desideri, e aggiornando le immagini copertina dei vostri social mostrate con un'immagine quali sono i vostri sogni più appassionati, e sognate assieme agli altri facendovi incantare dai sogni altrui.

Istruzioni in breve
-Usate l'hashtag #LaNottedeiDesideri ogni volta che potete
-Mettete partecipa all'evento facebook ''La notte dei desideri'' e invitate i vostri amici.
-Scegliete un'immagine copertina (facebook, g+ o twitter) che rappresenti un vostro sogno.
-Scrivete, aggiungendo #LaNottedeiDesideri come hashtag, una didascalia all'immagine, raccontando cosa è per voi quel sogno, grande o piccolo che sia,  in modo da rendere partecipi gli altri.
-Parlatene in giro, anche nei vostri blog se l'idea vi piace, diffondete più che potete.
-Fatevi incantare dai sogni degli altri, scoprendo come tutti siamo simili e al contempo profondamente diversi.

 N.B l'evento parte da oggi e potete partecipare in qualsiasi momento per tutto il mese di agosto. L'ideale sarebbe ovviamente avere un sacco di gente coi loro desideri in copertina per il 10 agosto.

Sperando sia un gioco gradito, vi saluto e vi invito a sbirciare anche la mia di immagine copertina. E ricordate di continuare a sognare, che almeno quello è gratis! ;)
Ci tengo a ringraziare, per concludere in bellezza, la dolcissima Silvia, che ha creato lo splendido disegno che mi ha permesso di realizzare quest'idea che negli ultimi tempi stava quasi per non essere attuata. Grazie, grazie, grazie!