29/07/14

Estate è...?

Piove. Piove sempre.
Ammirate i miei occhiali tamavvi presi dal benzinaio.
Ma la settimana scorsa sono riuscito ad abbronzarmi. Un giorno e mezzo di mare, più o meno, in un posto che si chiama Isolaverde, e che per inciso non è un'isola e non vanta nemmeno l'acqua smeraldina che ci si potrebbe aspettare dal nome, semmai è sMerdina. E allora perché si chiama così? Boh, però è stato bello. Un diciottesimo pieno di diciottenni/diciassettenni tutti molto teenager cciofani con cui si è passato quel breve periodo di sole. Sì perché piove di nuovo, e mi sto spellando. Non avendo nulla da fare (giusto, ho finito la sessione estiva passando tutti gli esami che dovevo) sfoglio un libro assieme all'abbronzatura che se ne va. Evvai!

C'è stato anche un torneino di tennis in questa scorsa settimana, in cui, colpo di scena, agli ottavi di finale le ho prese per bene. In realtà sono entrato in campo ma la testa era da tutt'altra parte, dove non saprei dirvelo. I misteri della vita...
E poi venerdì c'è stata la laurea di un amico, tutto molto divertente, tra risate, alcolemia portami via, tette finte che sparavano spritz, dottore dottore del buso del cul vaffancul vaffancul e finalmente una giornata di sole che è durata dall'inizio alla fine.
Il nostre dottore del buso del cul!

Di altro da raccontarvi oggi ne ho poco, e vorrei dire che è colpa dell'estate e del caldo ma in realtà qui di caldo non ce n'è nemmeno. Sono pigro, suvvia! Vi dico però due cose...
La prima è che se avete voglia di scrivere c'è un bel concorso organizzato da Riccardo Sartori, il Sere Marroni Contest, in cui si deve scrivere un racconto brevisssimo che ha come tema le serate marroni, cioè di merda. Si vince un libro! Mica male no?

La seconda è che venerdì arriverà sul web un mio splendido giochino, giochino intitolato La notte dei desideri. Di che si tratta precisamente lo scoprirete venerdì, ma vorrei chiedervi già da ora di preparare le vostri ditini sui tasti di condivisione di ogni social possibile e immaginabile, ve lo chiedo così proprio sulla fiducia. Secondo me sarà una roba carina, se viene fuori insomma. Quindi vi chiedo in anticipo sta mano, e poi vedete voi se darmela o tirarmela in faccia con una cinquina.

Detto questo vi saluto di già e vi auguro una buonissima estate piena di sole, donzelle in costume, e mare. Ccciao cervelli! Stay tuned!

25/07/14

Open Minded | Diventare grandi (di Nadia Ferrazzo)

Benvenuti a un nuovo articolo di #OpenMinded. Quest'oggi è mia ospita una simpatica donzella anch'essa blogger e pure fotografa. Date il benvenuto a Nadia Ferrazzo e... aprite la vostra mente!

PROLOGO: “no no, ma a me quello non piace mica. E’ brutto. No no, non mi piace”.
EPILOGO: convivenza, ad oggi, da ormai un anno e mezzo.

Tra il prologo e l’epilogo sono, ovviamente, successe un mare di cose. Ma partiamo dal principio.
Io ed Ale ci siamo conosciuti, o meglio intravisti, ad un suo concerto a gennaio 2011. Incontro che ho rimosso perché mi stava altamente sulle palle, per dirla con un francesismo. Verso la fine dello stesso anno, ci siamo rincontrati in un pub. Lui è venuto a sedersi al tavolo dove ero con le mie amiche. Da lì la mia frase “non mi piace mica”, semplicemente atta a mantenere quell’orgoglio dovuto al primo incontro, in cui pensai “ma uno così mica mi può piacere, maddai”. E invece, intuirete dal prologo com’è andata a finire.
Il fatto è che io non ho avuto dei “buoni esempi” dalle mie amiche. V., è andata a convivere con il suo fidanzato qualche mese prima del mio fatidico incontro al pub ed ora è in dolce attesa e S. … Beh S. pochi giorni dopo che ho cominciato ad uscire con Ale ci ha annunciato che saremmo diventati zii in 9 mesi e si è poi sposata a settembre 2012. Quindi siamo a quota due bambini, una convivenza ed un matrimonio.
Ad aggravare le cose, si aggiunge il fatto che lui, quello che non mi sarebbe mai piaciuto, all’epoca della proposta aveva “già” 27 anni e quindi con l’orologio biologico (o almeno una parte) che batteva il ditino sul quadrante a dire “ci muoviamo o cosa?”.
Così, dopo neanche un anno di litigate un giorno si e l’altro pure, di giorni passati a guardarlo mentre lava l’ambulanza (era un soccorritore del 118, quelli che in Ammmerica chiamano paramedici), di orari impossibili siamo arrivati ad una conclusione: dobbiamo andare a vivere insieme.

18/07/14

Disavventure di una nonna sorda #5

Squilla il telefono, mi sveglio. Nessuno risponde. Aspetto un po' ma quello continua a suonare.  Che palle, scendo dal letto, corro rincoglionito giù per le scale e afferro la cornetta.

Cervello: ''Pronto?''
Nonna: ''Uè, mini-Cervè!''
Cervello: ''Ciao nonna, sono Cervello.''
Nonna: ''Ah hai fatto la voce uguale a tuo fratello!''
Cervello: ''Ma...'' (dato che sono io il più grande sarà il contrario forse!)
Nonna: ''Ma ti sei appena svegliato?''
Cervello: ''Eh sì.''
Nonna: ''Ah ecco, è per quello che hai la voce così allora. Come stai?'''
Cervello: ''Eh può essere. Tutto bene tutto bene.''
Nonna: ''E papà ci sta?''
Cervello: ''No è via, non c'è nessuno.''
Nonna: ''Eh, passami papà allora.''
Cervello: ''No nonna, è via non c'è.''
Nonna: ''Eh allora passamelo.''
Cervello: ''No non c'è il papà, è andato viaa!''
Nonna: ''E passamelo allora ià!''
Cervello: ''NONNA! IL PAPA' NON C'E', E' ANDATO VIA!''
Nonna: ''Ahhh non ci sta?''
Cervello: ''Ehhh!''
Nonna: ''Ah vabbuò, allora richiamo più tardi.''
[segue piccola discussione a tema studi che censuro senza alcun rimorso]
Cervello: ''Okkkei! Gli dico io di richiamarti tranquilla. Ciao nonna.''
Nonna: ''Ciao cià.'' :*

15/07/14

La ragazza che c'inculò con la sabbia.

Siamo in mare io, un paio di ragazze e un allegro trio di ragazzi, tra cui il mio amico F. L'acqua è già alta, che in Calabria, nel Tirreno, fai due passi e già non tocchi più, e il fondale da sassoso è diventato sabbioso.

''Gara!'' propone uno dei ragazzi. ''A chi riesce ad andare fino al fondale e tornare su con un po' di sabbia in mano?''.
''Uhm... come cazzo si fa ad arrivare fin là? Saranno... quattro, cinque metri?'' fa uno.
''Sì, settemila, che cazzo!'' risponde l'altro.
Ci guardiamo un attimo, poi tutti d'accordo, proviamo.

Vado sotto io, occhi chiusi che sono senza maschera, non capisco quanto manca al fondale. Torno a galla con un pugno d'acqua salata in mano. ''Vaffanculo, è troppo fonda non capisco dove arrivo.''.
''Eliminato, mezza sega!'' mi fa il lanciatore di sfide. Va sotto pure lui e... ''Merda, niente, ci riprovo tra un attimo dai, andate voi prima.''.

Ci provano tutti e nessuno ce la fa. Rimangono F., il mio amico nuotatore, un venetazzo come me insediatosi assieme alla mia famiglia nel profondo sud in quel luglio 2005, e M., una delle due ragazze.
''Dai dai, te che fai nuoto ce la fai, facci vedere dai dai vediamo se te sei capace dai!'' dicono tutti.
F. va sotto, scompare sott'acqua come un pesce (una similitudine migliore non mi veniva, scusate) e dopo qualche secondo torna su. ''Bahh... cazzo è fonda sul serio! Fermi un attimo che riprovo.'' dice subito prima di prendere una boccata d'aria e tornare alla carica.
Sta giù un bel po'. ''Cazzo questo è morto?'' ci diciamo. Poi riemerge tra le bolle. Alza la mano al cielo: sabbia. ''Uahhhh ce l'ho fatta!'' esulta col sangue che gli esce dal naso.
''Oh cazzo, F. ti sanguina il naso!'' faccio io.
''Merda, che cazzo hai fatto?''.
''Ops!'' fa lui pulendosi. ''Forse era un po' troppo fonda eh?'' chiede con sufficienza, fregandosene bellamente, felice per l'impresa.

''Ok ma tocca a me adesso.'' ci interrompe M., la ragazza.
''Ma sei sicura? Guarda che è impossibile quasi eh?''.
Nemmeno finiamo la frase che è sotto. Passano i secondi e... non torna più. E' l'ultima volta che la vediamo...

No ok, scherzo, era per darvi un po' di brividi. Dicevo, comunque, che scende e dopo qualche secondo riemerge con, sorpresa sorpresa, la sabbia in mano! E soprattutto senza un naso sanguinolento. Che classe!
Consci del fatto che la donzella c'ha inculato a tutti quanti passiamo il resto del pomeriggio in acqua e in spiaggia e di nuovo in acqua. Giochiamo a beach volley, prendiamo il sole, partita a carte, tuffi e cazzate varie. Una pacchia.
Io e F. ce ne stiamo sul materassino in relax, il mare è calmissimo, commentiamo delle tipe poco distanti. Dal chiosco parte Nuvole e lenzuola, e quando mai? 
''Cos'è hanno solo sta canzone?'' chiedo, e nel mentre le due signorine a qualche metro da noi, su un materassino, la cantano guardandoci. Rispondiamo, ormai la sappiamo anche noi, e cantiamo urliamo con loro.
''Son carine mi pare, no?''
''Eh sì... ma vuoi metterle con M.?''
''Eh... non tutte sanno andar sotto e prendere la sabbia con quella classe. Che femmina!''.

11/07/14

TrailerZ #5

Benvenuti al quinto appuntamento con TrailerZ, la rubrica che vi invita ad andarvene a fffilm. Oggi vi porto 6 spot tutti molto invitanti, ma vi ricordo che se volete dare un occhio a cosa offrono ora le sale è meglio dare una sbirciata ai vecchi episodi di TrailerZ (che trovate nella sezione Cinema assieme alle recensioni), dato che qui i film ve li sto mettendo con un bel po' d'anticipo.
Ok, cianco alla bande, via...!

Exodus: Gods and Kings



Ridley Scott in regia ci racconta del Principe d'egitto e dell'inizio dell'esodo del popolo ebraico. Dopo Noè quindi sotto con Mosè in un altro film biblico. Dal trailer comunque, questo mi pare più fico, pur non avendo visto il film con Russel Crow.

Frank

Non lo so, ma mi piace un sacco, e non riesco a capire quando diamine è la data d'uscita italiana. Fate qualcosa perDindirinDio!

08/07/14

L'estinzione dei dinosauri, la verità.

Ci sono davvero molte teorie su come abbiano finito di vivere questi enormi rettili puzzolenti. Chi parla di gigantesco sassone focoso schiantatosi sulla Terra accoppando tutti, chi sostiene l'avvento di un'era glaciale (guardatevi Era Glaciale 1,2,3 e 4, acculturatevi) che li ha colti di sorpresa in quanto non abituati a procurarsi vestiario invernale e/o bere brodino caldo, chi invece teorizza malattie strane, microbi, germi imbruttiti e altri orrori vari, praticamente un'influenza stronza tipo l'aviaria o la suina, con la differenza che polli e suini però non c'erano. Chissà che nomi bizzarri, nel caso, gli erano stati appioppati.
Comunque sia, la vera estinzione, quella che io conosco per certo, è avvenuta all'incirca così. Dico all'incirca perché sono passati anni e la memoria dopo tanto tempo si annebbia, chiaro.

Il tirannosauro era morto con la mascella superiore completamente staccata, al triceratopo invece mancavano le corna e anche la coda, e non ce l'ha fatta. Lo pterodattilo dal canto suo aveva perduto le ali e non poteva più volare, e notate che per lui le ali erano come per gli altri le zampe, mica piacevole in fin dei conti rimanere solo con quelle posteriori. Il velociraptor invece era rimasto senza piedi così come il brachiosauro si ritrovava col lungo collo spezzato, a penzoloni, e tutti i dinosauri più piccoli, infine, avevano perso loro stessi chissà dove. Non vi dico nemmeno gli spuntoni dello stegosauro dov'erano finiti...
La verità, come dimostrerebbe la brutalità di tali informazioni, è che nessuno dei tre casi precedentemente discussi dalla scienza sono esatti, perché mancano di quell'ovvia componente quale è la brutalità che invece ha palesemente caratterizzato l'estinzione di massa. La risposta, a ben vedere, è una e una sola: un predatore nuovo! 

Dall'alto del mio ormai polveroso diploma scientifico andrò perciò ad analizzare le caratteristiche di questo rappresentante di una nuova e temibile specie, in grado di azzoppare con siffatta audacia e violenza quelle mastodontiche creature quali erano i dinosauri. 
Partendo dal carattere e dall'istinto, esso era violento, scaltro, talvolta menefreghista, nel senso che non si curava di finir lui stesso preda o vittima delle possibili reazioni delle altre bestie preistoriche, poiché l'unico pericolo reale era caratterizzato dai suoi simili, punto. Parecchio più grande dei dinosauri più massicci, il nostro predatore era munito di artigli e zanne non troppo affilate, ma di una muscolatura tanto ben sviluppata da poter amputare facilmente arti e teste persino dei più resistenti T-rex. Infine, espelleva grandi quantità di bava appiccicosa accompagnate da ruggiti di approvazione nel momento in cui faceva vittima uno dei poveri (e ormai prossimi all'estinzione) amici dinosauri.
Ma chi diavolo era mai questo potentissimo predatore? Questa calamità naturale talmente rompicoglioni da ammazzare la totalità della popolazione preistorica che noi tutti, grandi e piccini, abbiamo imparato ad amare dopo aver visto Jurassik Park?...
Semplice, era mio fratello, e tutti i miei splendidi dinosauri giocattolo li ha stesi all'età di quattro o cinque anni aprendoli come si aprono le angurie in una calda e torrida estate bisognosa di un po' di frescura. E ora, dato che mi torna la nostalgia per quelle splendide creature da me tenute con la massima cura fino al suo nefasto arrivo, vado a mangiarmi un'anguria, che m'è venuta voglia... 

Mi mancano i miei dinosauri.

04/07/14

Grand Budapest Hotel e il piacere di farsi raccontare una storia.

Uno degli espedienti narrativi che preferisco sono i flashback, in particolar modo se usati per raccontare uno dopo l'altro più pezzi di storia che vanno poi a unirsi nel finale, ricomponendo un piccolo puzzle. Grand Budapest Hotel è un film che ricalca, ma solo in parte, questo modo di raccontare, però semplificandolo e senza puntare sul necessario scervellamento dello spettatore come può invece capitare in altre pellicole più o meno recenti, che fanno di questo aspetto il solo punto di forza.

Ciò che colpisce guardando il film è allora il piacere semplice di ascoltare una storia, consci del fatto che piccoli punti interrogativi verrano risolti con la conclusione dei vari ''livelli temporali'', e questa storia di cui si parla, giusto per non citare soltanto lo stile, è tutto sommato semplice ma molto piacevole.
In primo luogo, dato che ho tirato fuori la piacevolezza (che razza di parola) non si può non notare la stravaganza che aleggia un po' ovunque, tanto nell'ambientazione quanto nei personaggi e nel loro modo di affrontare le situazioni. Legato a questo aspetto poi, si aggiunge perfettamente un umorismo che trova sfogo in tempi comici molto azzeccati perché piuttosto strani. Tanta imprevedibilità  e leggerezza, con momenti d'azione talvolta esilaranti che ricordano scene da cartoon.
C'è quindi uno humor grottesco favorito appunto da personaggi eccentrici, e assieme a questi una regia che si adatta fantasticamente al tono spesso surreale di ciò che ci viene presentato.

Il fatto che tutto sia frutto di un racconto nel racconto poi, giustifica in un certo senso le stramberie che troviamo strada facendo, perché siamo appunto nelle parole scritte di chi racconta una storia proveniente a sua volta dalla testa di qualcun'altro che gliel'ha presentata. Se poi il qualcuno in questione si porta dietro ricordi, affetti, e sentimenti stiamo a cavallo. E' un'altalena di sensazioni ed emozioni contrastanti.
Di contrastante infatti c'è l'atteggiamento dei personaggi, piuttosto scanzonato e frivolo, e il contesto storico e geopolitico (anche se mostrato in maniera filtrata e alterata in alcuni aspetti) in cui si trovano a vivere, contesto che rimane sulla sfondo e da il pretesto per alcuni accadimenti anche piuttosto disturbanti. 

C'è un piccolo difetto in questo bizzarro ma preciso delirio: la storia d'amore. Non sono affatto un fanatico dei sentimenti, intendiamoci, ma qui l'ammore meritava più spazio, anche perché si parla di una relazione importante sia per l'arricchimento interiore di uno dei protagonisti sia per quello del pathos che alla pellicola è abbastanza mancato. Un'occasione un po' sprecata soprattutto perché lo spettatore avrebbe potuto empatizzare maggiormente coi giovani piccioncini, e di certo sarebbe stato più coinvolto e scosso alla fine di tutto. 

Ma infine che ci si può fare? No dico, niente in effetti. Grand Budapest Hotel lo si può guardare piacevolmente, ci si può lasciar trasportare dalla storia e dal modo in cui è raccontata e presentata, e si può (o meglio: deve!) anche godere dei piccoli accenni che formano la storia d'amore. Credo che questi avrebbero scaldato maggiormente i vostri cuoricini e dall'altro lato aumentato il senso di gelo glaciale ragionando su ciò che la storia di quegli anni ha fatto vivere a più di qualche persona.

01/07/14

Top 10: i tennisti più iconici di sempre!

Benvenuti alla seconda top 10 tutta tennistica. Oggi tento una classifica che vi porta a conoscere i tennisti più iconici di sempre, quelli più conosciuti, quelli rimasti impressi per motivi sportivi e non. Chiaramente la lista è stilata sia tenendo conto dei miei gusti personali sia tentando di cogliere le tendenze dei fan. Tenete presente poi che sono favoriti giocatori un po' più ''moderni'' rispetto a quelli più datati. Io ci provo eh!
E ricordate, se vi piace, condividete! Tre, due, uno... via!


10) Adriano Cristo del Parioli Panatta
Essendo italiano non si può non riservare un posto a lui! Panatta diventa una stella nazionale nel 1970 vincendo i Campionati italiani assoluti di tennis, sconfiggendo in finale il più quotato Nicola Pietrangeli. Vince nel '76 il Roland Garros e conqusita l'unica Coppa Davis vinta dall'Italia sempre nello stesso anno.
Unico tennista in grado di sconfiggere Bjong Borg agli Open di Francia, capace di issarsi alla quarta posizione del ranking mondiale, Adriano è un'icona del tennis nostrano a tutti gli effetti. Il soprannome, giusto per precisare, deriva dal circolo tennistico nel quale si allenava. E' inoltre celebre per la relazione con Loredana Bertè e l'amicizia con Borg, che poi vabè, gli soffia la donzella che lui stesso gli presenta. Ad oggi è il solo assieme a Pietrangeli ad avere una fama e un rispetto simile nel tennis italiano.

9) Michael Banana Chang
A soli 17 anni vince il suo primo (e unico) torneo dello Slam a Parigi e conquista nella sua carriera la seconda posizione nella classifica mondiale. Celebre per l'agilità nonché per la corporatura per nulla robusta, Banana Chang è colui che ha introdotto l'abitudine di mangiare banane nella pausa tra i vari game, con l'intento di prevenire i crampi. Davvero fuori di testa poi gli imprevedibili servizi ''da sotto'' che spiazzavano pubblico e avversario.