30/05/14

Di quando gli inciuci amorosi erano 'cciuci inciorno a noi!

Io il cellulare ce l'ho avuto in terza media, dopo aver rotto insistentemente le palle ai miei genitori che ''Ma alla tua età, ma a che cazz ti serve il cellulare?''. Che oggi mentre mi guardo intorno vedo i bambini poveri noto regazzini delle elementari smanettare sugli smartphone scrivendo a non si sa bene chi e facendo su internet non si sa bene cosa. ''Chi devi chiamare, Peppa Pig?'' dice pure un meme su facebook. Comunque sia arriviamo al MusicalMente...
Il mio mirabolante telefono.

Il maggio 2005 lo ricordo perché, appunto, smanettavo col cellulare. Dovessi rispondere sinceramente ai miei (e a tutti gli altri) genitori che si chiedevano che ce ne facessimo di sti telefoni, abitando tutti in un paesino minuscolo e andando a scuola a due passi da casa, risponderei che ci serviva per approcciare, chiaro! La terza media, specie con la primavera, era l'anno della tempesta ormonale per noi maschietti. Si era cresciuti tutto su un colpo, si stava cambiando voce, brufoli dappertutto, baffetti orripilanti sotto al naso e sudore ascellare come si fosse corsa una maratona di 40km usando le braccia. Uno spettacolo sensazionale, nel senso che facevamo davvero senso... Le donzelle invece iniziavano ad esporre sotto i nostri occhi sognanti la prima mercanzia di stagione. Ecco, quello era un bel vedere in effetti!
Nel mentre, la pubblicità vodafone ciuccia inciorno a ce, da marzo, sparava Lift me Up di Moby a palla, canzone che io tenevo nell'ipod nell'mp3 nel lettore cd e che m'ascoltavo pure a maggio. Ed è proprio per questo che me lo ricordo sto mese 2005. 

Faceva caldo, c'erano le ultime lezioni dell'ultimo anno, e il gioco dell'ammore era magicamente nel suo momento de fuego all'interno della mitica, vecchia, ormai agli sgoccioli, 3 A musicale. Preparavamo a giorni alterni il concerto di fine anno, così come i pezzi da suonare durante l'esame (che oltre alle materie normali dovevamo pure suonare qualcosa ai professori). Definivamo inoltre i lavori per Tecnica, che ricordo c'era la scelta disegno tecnico o lavoro di gruppo, fate voi! Noi si era scelto di fare una diga in polistirolo, con l'acqua e tutto quanto, una cosa non dico brutta, ma piuttosto... particolare nel suo genere, ecco. Però ci si divertiva a farla, ritrovandoci i pomeriggi e le ultime mattine di giugno prima degli esami a tentare di capire come far fluire l'acqua senza sbrodolare tutto (il fatidico giorno bagnai accidentalmente la professoressa di arte, che bel momento!).

Gioco primavera 2014: trova CervelloPelato ;)
E insomma... nulla di che. Non ho un solo ricordo preciso da raccontarvi, ma piuttosto ho queste quattro righette che parlano in generale di maggio. Un mese pieno di emozioni, di voglia di farla finita con quei cazzo di esami, di ansia e curiosità per il futuro, di dispiacere per i compagni di classe che non sarebbero più stati al nostro fianco ogni giorno. Un mese, così come tutto un periodo, pieno di risate, litigi, strambe teorie di conquista amorosa, e appunti tanti, infiniti, improbabili Sms sparati a palla sfruttando christmas card, summer card, infinity chennesò card e altre mitiche offerte telefoniche. Era proprio ciuccia inciorno a noi quella vodafone, come diceva quella bonazza di Megan Gale!

27/05/14

X-men: Giorni di un futuro passato: la strada della discriminazione.

Dopo sei pellicole dedicate agli x-men, tra saga ''originale'', spin-off e prequel, X-men: Giorni di un futuro passato è la ciliegina sulla torta di un universo cinematografico che, tra alti e bassi, ci ha portato in un mondo in cui i super eroi non sono osannati e idolatrati dall'umanità, ma temuti e discriminati. Un mondo duro, violento e spietato, che ora viene portato alla sua più tragica conclusione mostrandoci scorci di un futuro distopico devastante.

Proprio riuscendo a rapportare futuro e passato, questo nuovo capitolo riesce nell'impresa di collegare due filoni narrativi altrimenti distanti tra loro, divisi non solo dalle logiche di trama, ma anche e soprattutto da quelle puramente cinematografiche. Due cast diversi, quello classico e quello tutto nuovo del prequel cominciato con X-men l'inizio, vengono qui riuniti con l'espediente del viaggio nel tempo, dando la preziosa occasione di uniformare tutto ciò che di questi mutanti s'era visto fin'ora sul grande schermo.
La cosa incredibile poi è che ci si riesce davvero a sfruttarla quest'occasione, e pure in maniera convincente.
La trama, in breve, racconta di un ultimo gruppo di mutanti che riuscendo ancora a resistere agli attacchi delle sentinelle, enormi macchine umanoidi ideate per estirpare la loro razza, tenta  in un ultimo atto conclusivo di risolvere la questione alla radice, ovvero sfruttando il viaggio nel tempo per impedire la costruzione stessa di quest'arma micidiale. Grazie a Wolverine e al suo potere rigenerante che lo rende immortale, diventa perciò possibile il ritorno al passato proprio verso quelle versioni giovani di Xavier e Magneto che ora, nel futuro, lo stanno incoraggiando a trovarli e a riunirli.

23/05/14

Romanzaa... (giorno 1 e 2)

Calda, piovosa, splendida, tennistica, confusionaria e dispensatrice di vesciche ai piedi. Che altro potrei dirvi di Roma? Lo so che magari non vi frega niente della mia mini vacanza ma io ve la racconto lo stesso (veloce, rapida e indolore) così, per sport! Dato che non sono più anonimo però vi beccate un bottanaio di foto, almeno vi passa in fretta e dovete leggere meno.

Giorno 1: turisti della democrazia
Toglietegli tutto ma non il fazzoletto.
Sveglia alle 4, si arriva in stazione a Vicenza con F, si piglia il treno per Padova e da lì si arriva nella capitale alle 9: ad accoglierci un cielo grigio piombo... evvai! La missione numero 1 è fare colazione e tentare di arrivare al Foro Italico e prendere i bliglietti per vedere Federer il giorno successivo, vero (e quasi unico) motivo per cui sono qui in Roma. Segue quindi colazione potente e si arriva, non senza qualche difficoltà, al Foro. Incrocio le dita, sento il tizio davanti a me che chiede se ci sono posti per il campo centrale, e l'altro gli dice che no. Inizio a piangere, mi strappo i capelli, arrivo semi calvo dall'omina dei biglietti e invece sì, c'è ancora posto, che culo, domani vedo Federer, lo vedo, lo ggiuro, oddio domani muoro.
Felice come una Pasqua mi incammino con F verso una metro per iniziare il nostro tour della città. Lui ha il raffreddore, forse è allergico alla calca esagerata che abbiamo notato esserci su qualsiasi mezzo pubblico.

20/05/14

Godzilla: chiamate uno jeager che mi son rotto l'cazzo.

Di Godzilla c'è che visivamente non è malaccio, anzi, ma di quelle scene potenti che ti aspetteresti te ne mostra davvero pochine, trasformando un film di botte e botti coi mostri megaggiganti in un film di soldatini americani che scelgono di intervenire con una strategia più stupida dell'altra. In mezzo a queste ridicole scelte quindi, ci sta lui: Godzilla, lì bellino sullo sfondo. 

Probabilmente nessuno si aspetta chissà quale profondità da una storia del genere, ma il solo fatto che avessero promesso un approccio molto più realistico rispetto a tutte le precedenti pellicole sul kaiju faceva ben sperare, complice un trailer davvero evocativo. Sono proprio le scene da ''trailer'' quelle migliori infatti, ovvero quelle che giocano sul classico vedo non vedo, che ti piazzano un mostro grande quanto un grattacielo semi nascosto dall'onnipresente fumo, dalla nebbia, dalle esplosioni dei missili, dalla pioggia e dalli mortacci sua.
Assieme al vedo non vedo giocano forte anche i richiami alle tragedie naturali avvenute in anni recenti, prime tra tutte, chiaramente, i terremoti del sud est asiatico e di Fukushima. Entrambi gli episodi vengono infatti messi in scena sfruttando le conseguenze dei titanici cazzi dei mostri, che o cercando nutrimento o cercando di fare a botte, provocano il disastro in una centrale atomica prima, e uno tsunami post-bagnetto nel mare poi. Della serie ''Ti piace vincere facile ficcandoci sequenze impressionanti per la loro terrificante attitudine con la realtà?'' Zak! E ti mettono sti due disastri.

13/05/14

Pausa e anticipazioni gagliarde.

Al momento che leggete dovrei da poco essere giunto a Roma con l'amico F. Oggi vi scrivo quindi molto molto rapidamente per dirvi che non aggiornerò il blog questa settimana (esultanza con detonazione di petardi) e per darvi l'arrivederci a martedì prossimo. 
Volevo però anticiparvi qualcosa sulla nuova gagliardissima rubrica che inizierà a fine mese o giù di lì. Ebbene si chiamerà Open Minded e sarà principalmente costituita da guest post un po' particolari, sia perché avranno ogni volta forma diversa a seconda delle esigenze, sia perché tratteranno temi leggermente al di fuori dalla solita routine. Se qualcuno comunque avesse voglia di saperne di più (e partecipare anche e soprattutto non possedendo un blog) può contattarmi 'ndo cazzo je pare, che tanto sono socialmente raggiungibile quasi ovunque.

Con la speranza di riuscire a beccare Federer (potrei morire felice), che m'ha personalmente confermato la sua presenza al master di Roma, di incontrare qualcuno di voialtri bloggerss là fuori e sì, di vedere anche e soprattuttamente la grande bellezza, vi saluto affettuosamente e mi preparo ad ammorbarvi con un sacco di foto in diretta dal twitter! E se vi steste chiedendo (steste è una parola che mi piace tantissimo) quale sia il mio uccello blu, vi basterà guardare la colonna di destra del blog, ecco sì così bravi, e cliccare sull'icona ;)


09/05/14

Ma vuoi che quello guardi proprio me?

Sono fermo in mezzo alla strada, circondato da automobili scassate e pezzi di cemento e vetro che piombano dall'alto. I grattacieli sono sfondati, accasciati l'uno all'altro, e la poca gente corre in cerca di riparo, sono delle ombre urlanti perse nel fumo grigio. Ho il cuore a mille e sento di nuovo la terra che trema... un ruggito mostruoso in lontananza, pelle d'oca. Corri Davide, corri cazzo, corri corri corri corri...

Benvenuti al secondo appuntamento con I sogni distorti.
Ora, non è che tutti i sogni che faccio sono piacevoli e idioti. Alcuni capita siano piuttosto spaventosi, ma raramente mi sveglio di soprassalto col cuore in gola. Altri invece, fortunatamente aggiungerei, sono un misto tra i due, ovvero sono sia idioti sia seri. Quello che sto per raccontarvi ne è un esempio, quindi no, chi s'era già immaginato qualcosa di terrificante resterà (forse) deluso, anche perché il sogno in questione inizia in maniera piuttosto stupida.

Sono nella palestra del mio liceo, stiamo facendo educazione fisica, la professoressa continua a blaterare che ''La corsa è vita'. Ok grazie prof! Sto correndo assieme agli altri, una rottura di palle, e penso che sarebbe proprio divertente correre a testa in giù. Quindi? Quindi salto e mi incollo al soffitto. Bene, vedo tutti capovolti. Gattono un po' per testare la mia presa e poi provo ad alzarmi e correre. Non è che sia proprio semplice rimanere appiccicato là sopra con le suole delle scarpe, deve fare una gran fatica Spiderman...
Ora le pareti della palestra non ci sono più. Sono sempre a testa in giù, ma appeso a un ponte. Sotto di me un fiume enorme, tutt'attorno una città esagerata. Mi stacco dal ponte e lanciando ragnatele lo percorro tutto dirigendomi verso il ''centro'': esatto, sono l'uomoragno, praticamente gli stessi sogni che fanno i regazzini!
Mi dondolo di qua e di là sparando le mie liane appiccicose, volteggiando per aria, osservando il riflesso della mia figura sui vetri delle finestre. Che gran figo! Poi sento le urla, e l'edificio che ho davanti si sgretola come un castello di sabbia pestato da un bambino un po' troppo stronzo. Una figura colossale mi passa rapidamente davanti, sgattaiolando per la città, devastando tutto, rapida e terribile: è Godzilla.

06/05/14

13/16 maggio blogger tutti a Roma?

Cari regazzi e regazze, come v'avevo accennato dal 13 al 16 maggio sarò a Roma per la prima volta in vita. Sì, lo so che è una vergogna non averla mai vista, ma che vi devo dire? Cose che capitano, suvvia. Se però credete io vada per visitarla da semplice turistadellademocrazia, verità vera fino a un certo punto, vi sbagliate. Io vado a Roma per cacciare una particolare preda di nome Roger e di cognome Federer!
I giorni non li ho scelti a caso infatti. Per chi di voi non mastica di tennis deve sapere che durante quella settimana si terrà un torneo molto importante nella nostra capitale, e Federer, essendo il tennista più forte di tutti i tempi ed essendo il mio idolo indiscusso di tutti i tempi (che razza di frase è?) merita d'esser visto  dal sottoscritto, che tenterà di farsi come minimo un selfie con lui e come massimo due palleggi a tennis... e se non va in porto scavalco le transenne ed entro in campo a costo di prendermi i pugnazzi in pancia dai bodyguard!

Vi dico questo, comunque, perché pensavo che magari ci si può beccare da qualche parte. Probabilmente ci saranno la carizzima Ele, che già sta organizzando qualche bloggeresco incontro, e i sussurranti dottor Jekyll con la sua Miss Hyde, sempre che non abbiano impegni e ostacoli, e pure Lorenzino (sarà alto due metri) dovrebbe abitare da quelle parti, sempre che non sia a L'Ondra.
Si sarebbe anche dovuto celebrare il matrimonio tra me e MikiMoz, ma quel coglionazzo ha deciso che deve lavorare, lui che come lavoro fa il... il... il? Insomma, m'ha tirato pacco, dopo tanto di dediche amorose che m'aveva fatto. Ditegli qualcosa! L'altra amante invece, Misamisa, risulta non pervenuta per mancanza di fondi, quindi QUI potete accedere al progetto di crowdfinding per farla venire.
Quindi, chi di voi pensa di poter capitare per la capitale nei giorni tra il 13 e il 16 maggio, batta un colpo, che magari ci si fanno due chiacchiere e potete toccarmi pure i capelli, che porta fortuna.

V'abbandono con un'ultima richiesta però... chi c'è già stato e conosce la città, cosa mi consiglia di vedere? I giorni in cui ci starò sono solo 4, uno dei quali quasi totalmente dedicato al tennis, and so, in tre giorni cosa non mi posso assolutamente perdere? Cosa vedere, mangiare, frequentare, provare? Fatemelo sapereeee, e io v'amerò forevah!

02/05/14

Lo spirito di un chirichetto.

E' che io sono sempre stato un tipo che prima di imparare a far qualcosa, anche di molto elementare, come ad esempio fare la pipì centrando il buco, ha bisogno del numero X di tentativi. Non lo so il perché, ma se non mi riesce subito di fare quel qualcosa ho la necessità di riprovarla finché non mi sento sicuro, altrimenti è molto probabile sbagli come la prima volta. Il punto è che, a questo punto, come avrete notato, c'è un punto nascosto che crea problemi grandi ben più d'un piccolo punto, ovvero: se non ho la possibilità di fare i miei tentativi X, come posso evitare i casini?
Nella mia giovine vita ho avuto la possibilità di ripetere il mio numero X di tentativi in diversi ambiti, ad esempio sono stato un karateka, sono stato un nuotatore, ma anche un tennista, uno scalatore, un imbianchino, un cameriere, un commesso, un arrampicatore, un videogiocatore, e molto, molto altro. E tra questo molto molto altro di sicuro è bene ricordare che sono stato anche un chirichetto. Il chirichetto, è giunta l'ora di dirlo, perché sto preambolando da diverse righe, è proprio uno di quei ''qualcosa'' che non da la possibilità di provare il numero X di tentativi. O almeno, non lo è stato nel mio caso.

Ricordo ci si trovava tutti noi pischelli un quarto d'ora prima della messa, assieme al don, per decidere quale componente della sterminata squadra chirichettaiola doveva fare che cosa. Uno doveva suonare la campana, un altro doveva... ehm... doveva... scusatemi. E' che mi sono appena reso conto che la mia lunga assenza dai divini festeggiamenti domenicali mi causa amnesia. Non ricordo più che cosa di preciso fanno i chirichetti. Ricordo il punto importante della storia però, e questo è molto importante, altrimenti arrivati a questo momento non saprei più come andare avanti.
Dicevo, oltre a un lunghissimo elenco di altre cose che gli angioletti della comunità cristiana facevano lassù vicino all'altare, c'era il compito di portare le ampolle col vin santo e con l'acqua, con cui il prete si doveva poi lavare le mani. Ora, è vero che io sono un po' ritardato, come v'ho spiegato prima, ma è anche vero che spesso e volentieri mi appioppano compiti senza una mezza pippa di spiegazione.
''Tanto l'hai già visto fare dagli altri, no?'' mi si diceva.
''Eh...'' rispondevo io, pensando alla carta di Charizard che dovevo farmi scambiare assolutamente.
''Prendi l'ampolla, vai dal prete, versi l'acqua nel catino e lui intanto si lava le mani.''.

E quindi era tutto pronto: la comunione è finita e la gente è sparaPanzata al proprio posto dopo aver ricevuto il corpo di Cristo. Eccomi lì, chirichetto timido e insicuro, che mi alzo quando si alza il prete, afferro l'ampolla, e mi avvicino al caro don per lavargli le mani. C'è silenzio, sono tutti in stato meditativo, anche se in realtà, crescendo, ho scoperto essere più stato vegetativo che contemplativo, ma non è ora il momento di mettere in dubbio la fede degli spettatori domenicali, suvvia. Insomma, sono lì immerso nel silenzio con gli occhi puntati addosso, o questo almeno era quel che mi sentivo, e incomincio a versare l'acqua al prete in modo che si lavi le mani.
''Ma che...'' fa lui fulminandomi con lo sguardo e facendo voltare santi, Gesù e madonnine che s'aspettano l'imprecazione da un momento all'altro. 
Subito non capisco, poi il criceto gira la ruota e la lampadina s'accende...
Eh sì, ho sbagliato ampolla, e il carissimo ministro di Dio si è appena sciacquando le mani col vin santo. Al che i chirichetti divertiti dietro di me mi mostrano l'ampolla dell'acqua, e io, nel silenzio generale, che in realtà immagino lì lì per esplodere in una risata sguaiata, corro indietro, prendo l'ampolla giusta, e lavo le mani santificate finalmente con l'acqua. 

Le belle figure? Già! Voi ne avete fatte? E che rapporto avete con lo spirito?