29/12/13

L'infinito fine anno di neveneveneve, religiosità e ''è dopo il ponte eh!''

2 ore prima.

AmoGesù: "Si ma ti ricordi dov'è?" 
Cervello: "Hai capito la zona vero?"
QuellocheSa: "Masssìiii, non vi preoccupate, è un po' dopo il cartello del paese Sperdutoneimonti, in un via laterale che si segue dopo aver attraversato il ponte. Tranquilli raga...".
Io, AmoGesù e gli altri 4 ragazzi ci tranquilliziamo.

2 ore dopo rispetto al '2 ore prima', quindi, nel caso vi foste già persi, fissando la conversazione di prima ad un tempo zero, 2 ore esattamente dopo...

Le auto si fermano in un piazzale poco distante dal cartello di Sperdutoneimonti, i genitori alla guida ci salutano.
Genitoreperplesso1: "Sicuri che vi lascio qui?"
QuellocheSa: "Sì tranquilli è dopo quel ponte, là dietro.".
Genitoreperplesso2: "Ok, quindi andiamo?".
QuellocheSa: "Siii si andate pure, a domani e buon anno eh! Ciao mà, ciao Genitoreperplesso1".

I nostri accompagnatori ci lasciano tornandosene a casa per festeggiare la sera del 31, noi 7 siamo pronti a incamminarci verso quell'ex scuola in cui si terrà la festa trovata dal carissimo QuellocheSa.
Lo seguiamo, arrancando su per quella strada di montagna fredda e buia come la morte. Il ponte da attraversare è a 100 metri da noi, la presunta scuola, appena dietro l'angolo.
Superiamo il ponte, svoltiamo a sinistra, la strada finisce in una corte chiusa, niente scuola. Torniamo sui nostri passi, svoltiamo a destra dopo il ponte, la strada scende nel buio, non v'è traccia di feste nell'area di 300 cazzo di chilometri!
AmoGesù, gli occhi iniettati di sangue, un macete nella mano sinistra, si avvicina a QuellocheSa ed esordisce dopo un efficace preambolo di sole bestemmie: "Dove cazzo è sta Dio xxx di scuola di merda?! Senti che Dio xxx di freddo, non dirmi che ti sei perso Dio xxx e Dio xxx!!!".
QuellocheSa, da come posso analizzare la situazione, ha l'aria di uno che al momento non è proprio proprio sicuro di sapere. Risponde balbettando qualcosa, travolto dallo tsunami, anzi dalla valanga, visto che s'era in montagna e io voglio contestualizzare bene pure le figure retoriche giusto per avere un testo più efficace nonchè piacevole, ma insomma dicevo, travolto dalla valanga di insulti e imprecazioni, ecco che QuellocheSa ha il colpo di genio:
"Torniamo indietro intanto..."
AmoGesù: "Dio xxx!".
QullocheSa: "Intanto chiamo un attimo mia mamma e vedo se ci riprende su e tu chiami tuo padre e gli dici pure a lui di tornare.".
AmoGesù:" Si ma sei un Dio xxx di ingestito, cazzo! E senti che freddo del Dio xxx!.".

Sarà la sfiga, sarà il signoreiddio che un poco si sarà pure offeso, ma i telefoni...
"Non prende un cazzo!" esclama nervoso Amico1, mentre in sottofondo AmoGesù recita un rosario.
Siamo perduti, al freddo, senza una meta. Esploro con Amico2 la zona in velocità, con la speranza di trovare un qualche passaggio segreto tra i cespugli. Nulla.
QuellocheSa(che verrà ucciso): "Oh raga, può essere che mi son sbagliato ma... beh sarà un po' più avanti, se non ricordo male andando sempre su per la strada principale si arriva comunque a Sperdutoneimonti, insomma, è solo quella la strada, quindi...".
Amico1, 2, 3 e 4 si lamentano un po' ma concordano. Il religioso tace, io sdrammatizzo. C'è tempo, sono appena le 22.

23/12/13

Lunedì mattina: attacco fascino!

Mercoledì è Natale e io i regali non li ho ancora fatti. O meglio, mezzo regalo per mia madre si, ma rimangono l'altro mezzo e quello di mio padre. Checcavolo, lavorare e avere soldi spendibili è un'esperienza un po' strana per me medesimo. Comunque sia, mercoledì Natale. Che bello, siete contenti? Che vi porterà il caro babbo? Io mi sono auto regalato una lampada di sale che cambia colore, ed è stupendissima. Ne ho sempre voluta una e ieri vaffanculo, l'ho presa mentre cercavo i sopracitati regali per gli altri.

Oggi è lunedì, e non è Natale, e io vi avviso già che probabilmente questa settimana non aggiornerò il blog, se non con post veloci come questo. Insomma, per la roba seria (ma quando mai c'è roba seria qui?!) ci si vede l'anno prossimo. E dato che mi piace farlo vi anticipo: nuovi episodi dell'arte del portapizze, un racconto horror, che devo finire di sistemare ma è già pronto, le interviste bacate, che qua mi son preso largo coi tempi, e compagnia bella... forse pure i gurmatroidi, ma chi lo sa se è tempo... 

Al momento sono a casa, solo, giacché i miei sono nel profondo sud, e festeggerò le feste (incredibile gioco di parole) con nonni e parenti. Dicevo però che al momento sono a casa, sul divano, col gatto che mi guarda sfoggiando il suo temibile "attacco fascino" mentre mi rilasso un po', che dopo si lavora, e tanto, visto che la gente correrà a pigliare gli ultimi fottuti regali. Bastardi!

Per oggi è tutto, noi ci si vede mercoledì per cyber auguri veloci, magari andando tutti a vederci il blog panettone di Moz, che uscirà nei cinemi proprio a Natale e che avrà pure me (ma pure voi, suppongo) nel cast. Sia mai che vogliate chiedermi un autografò... ;) Quindi un salutino, da me e Auronzo che sta seducendomi, e un paio di domande:
Che state a fare di bello? e Come festeggerete il Natale? Ah, ecco, in nome dell'ansia vi chiedo anche: cosa farete a capodanno?!?!

20/12/13

Le tesi dei 3 minuti

18.10
Divano, tablet, silenzio in casa. Lucine di albero e presepe schiarano il buio a intermittenza.
Presto mi alzerò, andrò in bagno, farò della cacca. Mi laverò, mi vestirò e per le 18.30 sarò nella carriola, tentando di metterla in moto in meno di un minuto. 
Alle 18.31 starò presumibilmente guidando per andare a lavorare.

Sto pensando a me che porto le pizze. Prima pioveva, spero abbia smesso. 

Sono passati tre minuti da quando ho iniziato a scrivere. In tre minuti ho scritto solo questo, il che mi fa dire che scrivere col tablet richiede più tempo e toglie la voglia. 
Le cose che impiegano tempo, annoiano. Fare sesso, farlo a lungo, non annoia. La mia tesi, dunque, è crollata. Riformulo: le cose che impiegano tempo, a parte il sesso, annoiano.

Sono passati altri tre minuti, e nello stesso tempo ho scritto meno di prima. Il tempo, passando a fare la stessa cosa, fa perdere energie e porta a rallentare l'attività, di conseguenza i risultati finali saranno meno soddisfacenti dei precedenti.

Sono ancora sul divano. Penso a me che sto scrivendo e che non so come continuare questo post. Quel che è certo è che presto smetterò di scrivere, in quanto devo azionare quel meccanismo di cacatura-pulitura-vestitura di cui sopra.

Sono le 18.19, altri tre minuti sono passati, la mia tesi della riduzione di risultato mediante calo dell'efficacia dell'attività durante un prefissato periodo di tempo, è esatta. Penso ancora però alla tesi sbagliata sul sesso.
Ne formulo un'altra, agganciandomi a quest'ultima: il sesso duraturo piace, ma con lo scorrere del tempo, durante l'amplesso, l'efficacia (maschile) cala... forse ho detto un'altra cazzata.

Sono le 18.21, altri tre minuti sono passati ma ho prodotto qualcosa in più. Crolla pure la tesi di cui tanto andavo blaterando.
Ora cerco un'immagine scema, la metto nel post, lo pubblico, e vado a cagare. Ciao.

18/12/13

Alexander Sawney Beane

A sud, le colline erano coperte da uno sgualcito manto di nebbia. Steli d'inchiostro si cullavano di tanto in tanto al soffio del vento, incantati da un sorriso di luna pallido. Lui inspirò a fondo, distese i nervi, e sentì paura.
Si mosse nelle tenebre, risalendo il pendio, il profumo del peccato che gli solleticava le narici. Scivolò tra gli arbusti, sempre più spaventato, il cuore in tumulto. Croci e tombe, reliquie piante solo dalla pioggia: non c'era altro lassù, dove si apriva l'orizzonte. 
Silenzio, nulla; finché il vento non riprese a ululare restò dimentico del disagio che l'aveva assalito. Con esso tornò prima il profumo, di fiori e miele, e poi venne la musica. Una melodia ipnotica, una lirica di sospiri che gli fece indurire l'intimità e lo terrorizzò al contempo.
Si avvicinò alla fonte delle sue ansie, nascondendosi dietro un albero spogliato dalle intemperie, nudo come i seni di quella donna. Era minuta, giovane, sottomessa a un'ombra scura che la toccava avidamente, succhiando ogni suo languido lamento.
Guardò l'osceno spettacolo per attimi che non finirono mai, spaventato, eccitato. Poi cedette, e lo fece ancora.
Un taglio netto attorno alla gola, lo scaraventò via, lasciandolo a contorcersi ai piedi di una croce in pietra, il suo idolo immondo. Poi prese lei, una mano premuta forte sulla bocca, a fermare le urla, impossibili, irresistibili. Incrociò i suoi occhi di ghiaccio per pochi istanti, occhi assurdi quelli, e infine affondò i canini nella sua pelle di latte, bevendo il suo sangue, inebriandosi del suo odore, prosciugandole la vita.
Quelle creature, in quelle terre, non si erano mai spinte prima. Si rialzò a fatica, ubriaco di piacere. Barcollò fino al cadavere del maschio, lo fissò con occhi ardenti, e tornò a casa, sperando di non incontrare mai più quei mostri pieni di orrore e fascino.




16/12/13

La nobile arte del portapizze #2: monetine a varchi dimensionali.

La scorsa volta abbiamo visto gli strumenti e i mezzi che vengono forniti quando si è un portapizze. Chiariamo una cosa: avendo io fatto questo mestiere in più di tre differenti pizzerie, le disgrazie che andrò a raccontarvi saranno chiaramente una somma di tutte codeste mirabolanti esperienze lavorative.

Cominciamo.
Il tempo, dovete sapere, è un concetto piuttosto particolare quando fai questo lavoro, e tale particolarità concettuale risiede tutta nel fatto che il tempo non esiste. Esatto, non esiste, non c'è. Tu, portapizze, il tempo non ce l'hai mai, nemmeno quando credi di averlo. Un errore piuttosto comune per i neo portapizzaioli infatti, è quello di guardare l'orologio mentre si è in pizzeria nell'attesa di caricare il proprio baglio termicamente imperfetto. Guardandolo, l'orologio, ci si accorge appunto dell'assenza di tempo, ovvero del ritardo cronico. Che ci puoi fare, tu, omino portapizze, se sei in ritardo ancor prima di partire? Nulla, chiaro! Quindi mettiti l'animo in pace, prendi atto di questo malus ritardo, e preparati a correre come un pazzo imparando la filastrocca d'esordio che dice ''Buonasera signore scusi per il ritardo...''.
Comunque sia, un occhio alla via sulla mappa, memorizzi la strada, e parti, ma senza navigatore, che quello a impostare le destinazioni e ad aspettare che ricezioni i satelliti ci mette vent'anni ogni volta. Stai guidando, per radio ''Ho visto un posto, che mi piace si chiama mmmmoooondoooo...'' di Cremonini e la pioggia che accompagna ogni cazzo di week end e non si sa nemmeno bene il perché. In fretta ma guidando con sicurezza, giungi, miracolosamente, alla via del cliente, e lì iniziano i cazzi...
Ringrazie che non stai in vespa...

"Numero 37, dispari, quindi, fammi vedere, qui c'è il 288, sicchè i dispari sono dall'altro lato della strada, ok!" ti dici quasi col buon umore (povero illuso coglione). Percorri la via abbastanza deciso, che tanto sono un centinaio di numeri quelli che devi passar via, e a un certo punto, sempre tenendo d'occhio le abitazioni, ti capita di fare un conteggio del genere: 57, 55, 53, 23, 21, 19... No scusate, che cazzo è quel buco di numeri tra il 53 e il 23?? Dove sono finite quelle fottute abitazioni? Possibile mai siano scomparse?
Amici cari, ve lo dico io, è possibile, è possibile che le case spariscano nel nulla, inglobate da un buco nero di insensatezza e bestemmie. A quel punto fai retromarcia, se la via è semi deserta, o la percorri tutta sperando di beccare l'obiettivo quando tornerai indietro non appena sarai in grado di fare inversione. Nulla, quei numeri mancanti non si trovano, docazzo sono, merda, suona pure il telefono e oddio è il proprietario che mi chiama e dice di fare in fretta perché siamo in ritardo. Bene. Tu ti arrendi e scendi dall'auto, qui si deve esplorare di persona, con la massima disponibilità dei tuoi 5 sensi, non da dentro un'auto che ti protegge dal diluvio, che qua ci si è capitati in un maledetto paradosso spaziotemporale per cui 20 numeri sono spariti nel nulla. Passano i minuti, sale l'ansia, non sai che fare, poi l'illuminazione: controlli se possiedi il numero di telefono del cliente, e quando lo trovi, lo chiami.

11/12/13

Il meme del buon Natale 2013!

Benvenuti, cari cervelli, al meme del buon natale 2013! Questo, come avrete intuito, è lo stesso identico meme dello scorso anno, ma rimaneggiato. Perché ho deciso di intraprendere questa strada? Semplice, perché lo scorso anno pubblicai tale meme il giorno della vigilia, e giustamente, essendo lo spirito natalizio forte e prolifico soprattutto nelle settimane che precedono il Natale, e non il giorno prima, il post se lo cagarono in pochi. Oggi quindi ve lo ripropongo, con la speranza che l'aria piena di lucine e canzoncine zuccherose vi riporti indietro nel tempo ai vostri ricordi più felici e... ok, ma come funziona sto meme?!
Dunque, è semplicissimo: 

  • basta fare un breve elenco di quei doni che c'hanno fatto battere forte forte il cuoricino (e/o c'hanno reso isterici nell'attesa di scartarli)
  • invitare 6 blogger a fare altrattantamente!
Facile no? E allora viaa...


Lavatrice giocattolo!
Okkei. Potreste davvero pensare che io avessi qualche rotella fuori posto nel trovare summo gaudio (spero queste due parole latine abbiano il senso che credo) da una lavatrice giocattolo. Inizio dicendo che ero molto ma molto piccolo. Facciamo 4 anni, 5 dai! Il motivo a tutt'oggi non è chiaro di questa mia passione, fatto sta che io amavo le lavatrici. Più erano grandi e più io godevo nel vederle in funzione. Quando si andava in pulitura poi... Probabilmente la mia passione per le lavatrici di allora è paragonabile a quella che ho per le donne adesso. Le amavo, bramavo, volevo! Quale regalo migliore quindi se non una lavatrice giocattolo? Facciamo che 'sta cosa delle lavatrici poi la racconto meglio in un altro post, perché ora mi vengono in mente alcuni aneddoti che s'hanno da dire!

Camion dell'immondizia
Altro straordinario effetto ipnotico ce l'aveva il camion dell'immondizia. Quando quello passava a prendere i cassonetti per svuotarli dentro di sé, col suo intricato e affascinantissimo sistema di meccanismi fatto di pompe idrauliche e pura magica magia direttamente presa dai cciofani cuori di tutti i pargoletti che vedevano in questo mezzo qualcosa di speciale, ovvero soltanto da me, io restavo estasiato! Quello del rovesciamento dell'immondizia era un rituale incredibile. Cioè lui arrivava, l'omino piazzava il cassonetto dietro al camion e... Vabè, ch'è devo spiegarvi come funzia un camion raccogli munnezza?! Comunque sia, data la tanta passione per questo mezzo, i miei mi fecero la sorpresona di farmelo trovare sotto l'albero. Un bel modellino di camion dell'immondizia con cassonetti allegati. M E R A V I G L I O S O!

La fabbrica dei mostri!, mostri, na na na na ...(non ricordo più la canzoncina, scusate!)
Ve lo ricordate quel cartone animato eccezionalmente bello? Ecco, l'ho rivisto sul tubo e ho pensato ''Ma come diavolo faceva a piacermi 'sta cosa?" E' animato male e le battute tanto quanto le storie sono il peggio del peggio! Fatto sta che la fabbrica dei mostri, quella specie di forno che sfornava ragni, scorpioni e altre amenità grazie al gel speciale che trovavi in allegato, era bellissima! Ma fosse solo il gioco in sé che m'esaltava... No cari miei, la goduria maxima arrivava notando l'invidia assassina dei miei amici! Erano pronti a vendersi un rene o a srotolarsi tutto l'intestino pur di possedere quella fabbrica delle meraviglie!!!

Playstation
Droghello com'ero di Super Nintendo (Snes, quanto ti ho amato, e quanto ti amo ancora!!!), arrivò poi il salto generazionale in ambito di consolle. Quella Nintendo mi fu ''prestata'' dal cugino, quindi non era mia in realtà, e arrivate nelle nostre tv le incredibili pubblicità riguardanti la leggendaria Playstation io non potei che implorare i miei di regalarmela. Quando la scartai, con assieme Crash Bandicoot 3 e altri due giochi indegni di nota, fu probabilmente il Natale più incredibile della mia vita. Almeno a livello di regali. La desideravo con tutto me stesso, e non potete (ma si che potete!) capire la gioia e i momenti intimi/sacri/magici passati quei giorni con la stanza buia, a casa di nonna (si, quella sordissima!),  e con la sola tenue luce della tv e del mio gioco preferito a tenermi compagnia. Magico!

Ciotola misteriosa...
V'avevo già narrato di quanto fossi ossessionato dal GameBoy Color, oggetto delle mie più profonde e radicate brame che non riuscii mai ad ottenere. Quel Natale nell'aere respiravo il presentimento che finalmente tale sacra gingilleria tecnologica potesse cadere nelle mie mani. Il pacchetto regalo che scrutavo e analizzavo nei giorni che rincorrevano la ''scartatura'' me ne dava più o meno conferma. O meglio, era il mio cervello bacato a plasmare tale forma (che non assomigliava minimamente a un gameboy) adattandola a quella desiderata. Come detto sopra, non fu il gameboy ad uscirne, bensì una ciotola... Al massimo sconforto iniziale però, susseguì una grandissima gioia giacché nel bigliettino ad essa allegato c'era scritto ''Quando torneremo a casa ci sarà un bel gattino ad aspettarti! Buon Natale!''. E quello, devo ammetterlo, è stato di gran lunga preferito al giocattolo Nintendo.

Dunque, i 6 blogger invitati, sempre che abbiano voglia di spandere questa botta di spirito consumistico natalizio per la blogosfera, sono: Misantrophia, Baol, Olivia, Orso Chiacchierone, Nadia e Marco Goi!

09/12/13

Il cielo su Torino

Che noi ci si invita alle case degli sconosciuti un po' così, all'improvvisamente. "Ch'è ce lo famo il week end a Torino? Io non l'ho mai vista! Dai, tutti a casa di cosa, quella tipa là, Piera, Maria, la sorella di coso, come si chiamava? Boh! Però era simpatica! Ma tu poi, non c'avevi il mezzo inciucio? Sì? Via, Torino sia! Ah, dille che la ringraziamo!".
Si parte che sul serio il viso di codesta donzella, avendoci parlato una volta un mese prima, io non me lo ricordavo bene. Ma l'amico, dell'inciucio, beh lui era già lì da lei ad attenderci, il volpe. E quindi un po' di ore io e l'altro mio amico UomodiOrzo (nome di fantasia per tutelare la privacy) ce le facciamo in treno fantasticando su quante mille avventure ci attendono.
Ora buie, ore di fame, verso le sei siamo a Torino, dopo un interessantissimo viaggio di letture che tra le altre vedeva quella scritta da Girola il milanese uè, che merita ciatatio magna giacché molto bella, e la trovate qui. Ma dicevo, l'ora è buona per salire sul bus, senza pagare of course, e affrontare un hamburger ignoranissimo e alette di pollo intasacuore, che chissà poi quali sono sti polli dotati di "alette" sittanto minute. Boh! 
"Progetti per la serata?" ci domandiamo a Mariana, a Giuseppa, alla tipa dell'inciucio che ci ospita il cui nome proprio non mi veniva. E quella con la precisione e la compostezza della signorina Rottemmaier (chissà come si scrive) scandisce compiaciuta ma decisa (ovviamente aveva qualcosa in mente): ci si gira un po' la città, si va da me, ci si sbronza da me con gli altri che arrivano, si esce a vedere la città con occhi nuovi, e si balla!... in una discoteca gay!... eee, dimenticavo, non ci sono le donzelle da me perché blablabla (non stavo più ascoltando tanto ero sconvolto). Discoteca gay solo uomini...  bene...

06/12/13

Grazie veloce, ma a tutti e 100mila!!!

Dovevo alzarmi presto, finire il post e pubblicarlo, far colazione e andare a lavoro. Invece ho spento la sveglia tre volte, mi sono precipitato in macchina, ho infranto milioni di miliardi di divieti stradali e son giunto a lavorar in ritardo di 5 minuti, accorgendomi poi che avrei iniziato alle 10, mica alle 9, scemo!

Visto quindi il rapido susseguirsi del tutto non mi pare il caso di finire e pubblicar il bellissimo post torinese proprio adesso. Ee sono sfaticato, mi conoscete. Sicché, dato che la mattina è andata, colgo l'attimo per ringraziarvi. 
Ringraziarvi tutti, tutti e 100mila (si lo so che non siete in centomila), per queste tantemila visite che mi sono arrivate in poco più di un anno e mezzo di blog, e per dirvi che senza di voi, che mi leggete e commentate, non mi divertirei così tanto a stare sul webbo! Grazie grazie grazie!!!


04/12/13

Le tre cose e Pieraccioni, per tre volte o forse più...

Oggi volevo parlarvi un po' di quel week end in Torino ma sapete, causa poco tempo, non lo farò. Che poi diciamocelo, al poco tempo non ci crede più nessuno, che uno se c'ha proprio voglia il tempo se lo trova sempre in qualche modo. E il fatto quindi è che ieri non c'avevo cazzi di scrivere e oggi, ovvero stamattina, starei studiando (anche se al momento vi sto scrivendo) dato che questo pomeriggio si ricomincia a lavur!

Quindi, che ne faccio io di voi? Nell'attesa del racconto (spostato a venerdì) di Torino vi annuncio un po' di cose. La prima, è che il tempo ce lo si può sempre trovare, e quindi non credete a chi vi tira pacco perché sommerso dagli impegni. Sapete, ci si lascia giù mezzo stipendio per accattarsi l'iphone 5c, quello low cost, quello che basta vendere soltanto uno dei due polmoni per averlo, e poi ti vengono a dire che il tempo per scriverti e/o chiamarti non ce l'hanno perché super impegnati... sì, come no! Super impegnati ad ammazzarsi di pugnette davanti a candy crush.
Poi, la seconda cosa che volevi dirvi, è che non mi ricordo più le tre cose che volevo dirvi, e quindi per questa number two rimedio dicendovi: avete visto che bella la nuova grafica del blog?! 

E ora arriviamo alla terza. Notate, ho saltato una riga così da rendere visivamente questo post più gratificante, per dargli un'aria di completezza. Poco importa insomma se coi contenuti questa scelta non centra na mazzuola laser. Comunque dicevo, terzo punto, è che...
Davvero, non so che dire. Brainstormingando la mia mente mi vengono i seguenti argomenti: le Iene, i cinesi, Pieraccioni, un incubo terrificante di cui scriverò un racconto, i benefici per l'università, la moglie di Pieraccioni, il freddo che proverò nello scaricare i camion, la faccia di Pieraccioni, il post sui post più letti di ottobre che ho scordato di postare e che posticiperò assieme al post dei post più letti di novembre, le gnocche che si è fatto Pieraccioni essendo attore e regista dei suoi stessi film, e a basta così che mi rimetto a studiare.

A venerdì allora eh! Si parlerà di Torino, di sicilianità, di blogger, di ubriachezza, di arte, di treni, di bionde e di uomini tutti stronzi. Buona giornata! 
Ah, se questo post non v'è piaciuto lamentatevi con Pieraccioni, che forse non centrerà nulla, ma merita comunque lo scatenarsi della nostra invidia anche solo sotto forma di insulti aggratis, fuori contesto, così, per sport... Guarda là che bocce... 

02/12/13

Hunger Games: la ragazza che mi fa andare a fuoco.

Se esci di sala e hai voglia di rivederlo, il film è un successo. Hunger Games- La ragazza di fuoco mi ha stampato il sorrisetto ebete sulla faccia e m'ha rimesso quel tarlo in testa di "appena esce in dvd tu lo scarichi, stronzo!", e questo è merito certo di quella bravaragazza di Jennifer Lawrence, sicuro, ma pure di un tutto il resto che non scherza, sapevatelo.
Uno sguardo e vai a foco...
Il primo episodio mi aveva piacevolmente sorpreso, anche se non era riuscito a convincermi del tutto. Troppe direzioni appena accennate e che avevano buon potenziale venivano abbandonate per permettere la masturbazione davanti agli Hunger Games, un po' come fossimo noi gli spettatori "reali" di quei giochi per disgraziati sfigati. Qui invece, con mia grande delizia, si riprendono le redini abbandonate la scorsa volta, e ci viene dato un quadro un pochino più ampio della situazione, fatto che finalmente ci lascia sbirciare meglio in questo futuro distopico. Conosciamo meglio quindi quel potentissimo governo centrale, che tiene a pigrecomezzi dodici distretti che se la cavano chi male male e chi un po' meno male, e la sua gente, quella ricca e "cieca" e quella che nuota in un mare di sterco e che inizia a stancarsi della puzza. La rabbia, è certo, è il sentimento che si respira in tutta la pellicola.

Non mi piace dilungarmi sulla trama, mi pare scemo svelarvi qualcosa che si può capire già troppo bene dal trailer, che come di consueto rovina qualcosina del film, ma posso dirvi, come al mio solito, i punti che m'hanno fatto rizzare l'asta (quella che uso per misurare la gagliardezza di un film, non pensate male pornomani) e fino a dove questa è arrivata.
I personaggi sono senz'altro un grosso punto di forza. Jennifer Lawrence è bravissima e convincente nel suo ruolo, e ti piace questo personaggio sia per come è stato scritto sia per come è reso. Sta povera stronza ne ha viste di tutti i colori nel film precedente, e giustamente adesso un pochino sclera male anche lei. Momenti di difficoltà a parte, la nostra beniamina s'è finalmente data una svegliata, e ora agisce in modo furbo e calcolato, pur avendo i sentimenti (che qua ci stanno pure quelli) un po' sballati, vuoi per l'età e gli ormoni suini, vuoi per il contesto anti sesso in cui si trova. Manco na sana trombata in mezzo ai boschi ci si può fà, che la nebbia poi ti trasmette cose sessualmente non auspicabili...
Personaggi comunque, non divaghiamo. Non c'è solo Katniss, ma pure il suo compagno, Peeta, e il suo mentore, sto fiodena alcolizzato e disilluso che riesce a regalare piccole perle di umorismo alternate a momenti davvero intensi. Un bel gruppetto, nulla da da dire, seguito a ruota da una carovana di avversari stavolta tutti cazzuti, in quanto ex vincitori, e tutti sopra le righe, in quanto... sì: ex vincitori! Gente che va bene, ricalca un pochino i classici stereotipi di figone, ribelle, genio incompreso, e stronzo imbecille che vuole solo accoppare tutti senza usare il cervello e non capendo una sega di niente per tutto il tempo, ma fortunatamente sono ben resi grazie a dialoghi non banaNi e situazioni lollose posizionate strategicamente.
Gli antagonisti? Male, maluccio anzi. Perché se il nuovo stratega ti attizza, il presidente pare un rincoglionito che non sa cosa vuol fare. Ha l'aria del convinto, non fraintendete, ma se la piglia nel culo di continuo sia fuori che durante i giochi. A ciccio, non fai paura a nessuno!
Gran bel ruolo pure per lo stilista e
la svampita, che stupisce.

Effetti speciali, ritmo, sentimenti, patos e patatos sono tutti in buone dosi, soprattutto le patatos direi io, ma non mi piace scadere in volgarità, sicchè sorvoliamo su questo punto. Dicevo però, che la parte tecnica n'è mica male, così come la nuova regia (fottuta shacky camera finalmente ti sei levata dalle palle grazieaDioamen) e la sceneggiatura, che magari qualche buchino fastidio ogni tanto ce l'ha ma non ci fa di certo storcere il naso, specie se andiamo a considerare tutto il buon film che abbamo davanti.
Il bello di tutta la giostra poi, è il tempo. Io odio i film sbrodolati, quelli che scorrono via in fretta, saltando passaggi, che non osano predersi il tempo che meriterebbero per raccontarsi. Qui il tempo, questa pellicola se lo prende tutto, e ci tiene lì a guardare dove invece troppi altri blockbusteroni si perdono via per dedicarsi a botte, mazzate e azione per pugnettari professionisti. Buon ritmo insomma, e lunghezza totale ottima.

Poi, perché un poi c'è sempre, anzi ho sbagliato a scrivere, volevo dire ''però'', e quindi però, perché un "però" poi c'è sempre, non è che di difetti non ce ne siano. Il più grosso è capire già dove andrà a parare la storia, lasciandoci quindi soltanto la sopresa del come ci si arriverà, mentre altri nei possono essere scene d'azione un po' al limite dell'assurdo (Katniss doveva rompersi a metà in in trioudio di viscere e cacca a spruzzi) e un finale leggermente troppo rapido che affida moltissimo al sequel, lasciandoti in bocca un sapore amaro, perché infondo era palese, diavolo, che il finale era quello, e si voleva vedere un pochino di più, bastardimaledetti!

In conclusione, questo Hunger Games lo consiglio, perché diverte, sa emozionare, si prende il suo tempo e vi infuoca le mutande sia siate maschietti sia siate donzelle. Così mi fan sapere loro insomma. Quindi, buon cinema ;)