03/03/24

Blu

Ero blu come il cielo di marzo,
come i riflessi su Riva del Garda,
come un pomeriggio ancora ghiacciato.

Ero blu di malinconia,
blu a pensare alla primavera,
blu la domenica prima
di una settimana di lavoro in ufficio.

Ero blu ma c'eri tu,
e guardavamo il lago insieme,
aggiungendo una sfumatura di blu
al colore che ami di più.




21/02/24

Luci e ombre

Non puoi pretendere sia solo luce,
altrimenti rimarresti accecato.
Aggiungici invece l'ombra
e inizierai a capire lo spessore
di quel che hai davanti.




09/02/24

A un passo da una nuova rivoluzione

Credo ci troviamo a un passo da una nuova rivoluzione digitale. Digitale?! Ma che dico? Sarà qualcosa di ancora più potente!

Non so se lo sapete ma è da poco uscito il nuovo Apple Vision Pro, un visore che ci permetterà di vivere nella realtà mista.

Questo aggeggio promette di fare meraviglie ma, conscio di tutte le criticità già emerse con l'utilizzo degli smartphone, che hanno cambiato il nostro modo di relazionarci con gli altri e con noi stessi, non posso che mettere le mani avanti e pormi qualche domanda.

Prima tra tutte: ha senso credere di aver bisogno di vedere di più?
Ne parlo approfonditamente nel nuovo articolo del mio sito Punto e a Copy, quello dedicato al mondo della comunicazione.

Se vi va, lo potete leggere qui: Credere ciecamente al bisogno di vedere oltre



15/01/24

A cosa serve soffrire?

Questi primi giorni del nuovo anno sembrano volermi far riflettere su una domanda: a cosa serve soffrire?

La questione del dolore, fisico o mentale che sia, e del perché lo si debba affrontare, mi sta seguendo attraverso tre opere totalmente scollegate tra loro: il romanzo Il mondo nuovo di Huxley e i film Saltburn e Perfect Days.

Tre storie che apparentemente non c'entrano davvero niente l'una con l'altra ma in cui invece, a me, pare d'aver trovato un filo conduttore. Un filo che riguarda proprio la domanda iniziale.


Vi spiego in brevissimo di cosa parlano, così poi capite il senso del discorso.

29/12/23

2023 in due minuti

Un 2023 in cui sono successe tante cose, sia belle, sia brutte, ma che come da tradizione (questo ormai è il decimo anno!) riassumo in appena due minuti.

Qui trovate: 2022, 2021, 2020, 2019, 2018, 2017, 2016, 2015 e 2014.


Gennaio
L'idea è di rimettersi in forma e crearmi una routine. Dai Cervello, corri almeno due volte a settimana pure se fa schifo e non mollà! Per il resto snow a manetta e il bellissimo Scheletro Femmina.


Febbraio
[...]
una risata, decisa e ispirata,
cenerino in spalla
battuta in canna:
oh, è appena salpato, un vero pirata!

21/12/23

Il primo bacio

I suoi dicevano che lì dentro si praticasse la magia nera. Che gli spiriti maligni venissero invocati da loschi figuri che potevi sentire qualche volta di notte.

Quell'estate Marco, proprio lì dentro, diede il suo primo bacio a Celeste, la ragazza più bella che avesse mai visto. E allora rise, ripensando alle stupide storie dei grandi, che volevano soltanto tenerlo lontano da un luogo che associavano più a un bordello che alla casa del demonio, e rise ancora di più quando raccontò tutto anche a lei, che poi di ridere a un certo punto non la smetteva quasi più, tanto lo trovava divertente, e rideva, e rideva, rideva, in un crescendo di spasmi scomposti che le rimbombavano per tutto il corpo, deformandole il petto e trasformandone il torace, che si aprì in un fiotto grigiastro di tentacoli marini che lo afferrò per la faccia e lo inghiottì per dilettare il Male.

Caro Marco, e che cavolo, la prossima volta ascoltali i tuoi genitori!






12/12/23

La partita di Ugo

Piangeva dandogli le spalle, verso le ombre lunghe degli alberi, pensando che se ne poteva anche andare al diavolo lui e il suo Street Fighter.
Ugo era il bambino più odioso, maleducato, violento e maledetto che avesse mai incontrato, e stava giocando la sua partita con quella che era la sua mancia. Gliel'aveva rubata con una scusa stupida, un Famm' veré! che in teoria voleva dire Fammi vedere, ma detto con quell'accento del sud che le dava fastidio, perché era odioso, maleducato, violento e maledetto proprio come Ugo, e che significava Comando io, è casa mia!
Forse era cattiveria gratuita, o forse era invidia, perché di tenerle testa a quel tipo proprio non gli riusciva. Fatto sta che partita dopo partita non mancava di dargli una lezione e lui, per ripicca, la tormentava fino a farla piangere.
Quindici anni dopo, sotto le fronde degli stessi alberi, poco distante dalla sala giochi in disuso, era ancora intenta ad asciugarsi le lacrime, che stavolta erano di gioia.
Estate dopo estate quello era diventando un posto speciale, e soprattutto, era speciale lui, Ugo, col suo accento gentile, buffo, caldo e benedetto, che la conosceva come non aveva mai conosciuto nessuno.
Fu così che in ginocchio, rosso per l'agitazione e l'imbarazzo, le chiedeva di passare il resto della sua vita al proprio fianco. Un'ultima partita da giocare, ma stavolta assieme.






06/12/23

Lunatica

Oggi è dolce,
domani non la puoi avvicinare.

Ama l'arte,
la letteratura,
la lettura.
Piega gli angoli delle pagine
e sottolinea
con la matita
le parole che la disorientano.

Non vuole sembrare incoerente,
ma se rinunciasse
a quel cambiamento
non sarebbe più lei,
non si capirebbe.

Parlassero pure gli altri.
Ridessero.

Che tanto a che serve
sembrare d'un pezzo
se puoi essere
felicemente lunatica?






02/12/23

Tutta la tua Volontà

Desiderava così tanto lasciare quel posto che quando ne ebbe l'occasione gli mancò - per un pelo - il coraggio.
Prese il suo bolide e pedalò giù per il pendio, sempre più giù, tra i monti di sale viola che si imponevano come le guardie di una prigione.
Visualizzò le strade, i profumi, i suoni e i sapori di una terra lontana lontana. Poi si aprì al vuoto con tutta la sua Volontà e cominciò a proiettarsi all'altro capo del mondo.
Svanì prima la ruota, poi un pezzo di manubrio e allora capì che succedeva davvero. E se avesse sbagliato? Se non fosse pronto?
Bastò questo a tenerlo fermo. Rimase lì: solo in mezzo alla strada, ferito e sanguinante con la metà di una bicicletta. Il resto era andato, là nel suo luogo del cuore. Quello che non aveva avuto il coraggio di prendersi.





27/11/23

L'osservazione del pilone

Il pilone zurbzicone,
l'erba frizzillèra,
il sole oleosmatico e poi io, io, io:
che non colgo neanche un tarfuglio!


Quello che avete appena letto è un mio tentativo di poesia metasemantica.

E che roba è?

Il linguaggio metasemantico è un'espressione artistica e letteraria che crea linguaggio seguendo un processo piuttosto particolare.

Anziché partire dai concetti per poi associare loro suoni e segni grafici, fa il contrario: prima vengono i suoni e poi si attende che il patrimonio d’esperienze interiori di chi legge o ascolta, magari il suo subconscio, dia significati, valori emotivi, profondità e bellezze.

Se volete saperne di più, ci ho scritto un bell'articolo (ma bello davero davero!) su Punto e a Copy, il mio sito dedicato al mondo della comunicazione. Lo trovate qui.

23/11/23

Il Temporale di Arquà Petrarca

Ha smesso di piovere e l’aria è fresca, ma Elvira non se ne accorge.
Deve correre, arrivare dall’altro lato di Arquà Petrarca. Deve dirlo agli altri e allora scivola tra i vicoli in salita senza fermarsi, col cuore e i polmoni che esplodono.
Ha smesso di piovere e l’aria è fresca, ma Elvira non se ne accorge perché sta bruciando.

Giulio si stiracchia al sole, sbadiglia e annusa i ricordi che il temporale gli ha portato.
Se la passa bene, davvero bene, e quasi quasi farebbe una pisciatina sulla siepe, se non fosse per la pazza che corre su e giù per il suo vicolo, si appoggia al cancello, lo fissa e poi... riparte.
Giulio sarà pure speciale, uno che vede lontano e capisce al volo, ma è anche un gatto irritatabile, perché con la vescica timida, a volte, anche un’occhiata storta ti manda al manicomio.

20/11/23

Not all men... ma quindi che facciamo?

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin infuria la rabbia.
Anch'io sono arrabbiato. Ma anche molto turbato. Perché il problema della violenza sulle donne è qualcosa di complicato che, a mio parere, non può essere risolto se non con un'educazione generalizzata sui temi della gestione delle emozioni e delle relazioni, del consenso, della libertà, del rispetto, nonché, della comunicazione tra persone.

Prima di scrivere queste righe ci ho pensato bene. Un po' perché è un argomento delicato e non vorrei essere banale, un po' perché mi chiedo quale possa essere l'utilità di condividere un mio parere personale.

Ho deciso che in questo post vorrei provare a offrire qualche ragionamento, destinato non solo agli uomini e alle donne (le parti in causa in questo conflitto) ma a tutte le persone che avranno voglia di riflettere o di dire la propria in modo costruttivo.
E lo faccio perché, siccome credo sia proprio dalla cultura, dallo scambio di idee e dal parlarne, che può nascere qualcosa di buono, allora è giusto, per il poco che posso, provare a stimolare qualche discussione.


17/11/23

Hunger Games: serpenti, usignoli e tributi sfigatissimi

Riapriamo la rubrica Cinema con una vecchia (ma anche nuova) gloria del blog: gli Hunger Games!

E allora bentornati a Panem, cari cervelli, con il quinto film dedicato al mondo di Capitol City e dei suoi 12 sfigatissimi distretti, i quali sono costretti (rima simpatica) ad offrire, ogni anno, due giovani tributi che parteciperanno a questi fantastici giochi a premi.

Esiste ancora qualcuno all'oscuro di cosa siano gli Hunger Games?
In pratica Capitol City, che ha vinto la guerra sedando la ribellione, ogni anno, come punizione, pesca un totale di 24 teenagers che in diretta tv si uccideranno tra loro in una gara di sopravvivenza.
Ah già: il premio è solo per l'ultimo ed è... rullo di canguri... poter vivere!

Ora, a me questa saga ha sempre suscitato sentimenti contrastanti.
Idea affascinante.
Resa dei giochi a volte benino (vedi il primo film), a volte molto bene (vedi secondo film).
World building niente male.
Messa in scena di tutto l'anbaradàn... alti e bassi.

Questo quinto capitolo però l'ho trovato davvero piacevole.
Assieme al secondo, è in cima alla mia personalissima classifica. Che d'altro canto è l'unica che conta, qui dentro.

15/11/23

Il giardino segreto

C'era un giardino segreto dove certi pensieri danzavano riflessi leggeri sull'acqua.
Di primo mattino potevi incrociare forme incantante tra la bruma e i vapori.
Nel mezzo del giorno, sovrastata dal sole, l'immaginazione era così limpida che potevi scambiarla per una vita vera.
E poi, come quei sogni che si dimenticano tanto più li realizzi, la luce celava, tra note di sera, i più bei desideri agli occhi indiscreti.




10/11/23

Aggiornamento scrittura

Oggi post veloce, pratico, buono (quasi come i Ritter Sport) per fare il punto su racconti e su quel progetto più impegnativo che citavo giorni fa qui.

Partiamo dai racconti brevi.
Mi sono accorto che il recap di storie horror per Halloween l'avete trovato utile e la cosa mi fa molto piacere. In effetti più volte ho ragionato su come dar visibilità ai miei scritti, passati i giorni di pubblicazione. Vista la struttura del blog, finiscono in fretta nel dimenticatoio...

Motivo per cui ho aggiornato tutta la pagina racconti, che a menu si chiama "Scrivo Storie".
Seguendo l'idea del post di Halloween ho riordinato i titoli in ordine di pubblicazione, scrivendo per ognuno: il genere, se è breve o brevissimo (così vi gestite pure col tempo) e una piccola sinossi.

Tipo:

Pulp - Drammatico | Racconto brevissimo scritto nel 2016 ]
Una storia di vendetta (da leggere e ascoltare) che sperimenta un testo sempre più esagitato seguendo il ritmo crescente della musica. 

Pulp - Splatter - Assurdo | Racconto brevissimo scritto nel 2016 ]
George R.R. Martin, scrittore e sceneggiatore di Game of Thrones, subisce una sorte peggiore di quella riservata ai suoi personaggi.

Assurdo - Umoristico - Psicologico | Racconto brevissimo scritto nel 2016 ]
Che fare se l'apocalisse zombie mostra aspetti alquanto... allettanti?!

Inoltre, rispolverando vecchi appunti, è saltata fuori almeno una trentina inedita (qui sul blog) tra racconti e poesie, quindi per il prossimo futuro, ho un bel po' di roba fresca da pubblicare potendomi concentrare sull'altro progetto.

Ecco: circa il progetto più corposo, uno dei motivi per cui ero bloccato era dato dalla struttura.
La parte finale non mi era del tutto chiara, c'era solo un'idea più o meno vaga di come sarebbe dovuta essere e perciò niente... ho scritto e schematizzato tutto ciò che prima era nebuloso, e ora che esiste nero su bianco, andare avanti è più facile. Basta solo sapete cosa?! La COSTANZA!

E per oggi è tutto!
Ve l'avevo detto che era un post velocepraticobuono.
Vi lascio solo ricordandovi che se mai doveste leggere qualcuno dei racconti, un commento per sapere che ne pensate mi è sempre molto utile. 

Alla prossima cervelli!

07/11/23

Qui e ora

Il Caffè si affacciava su uno dei tanti canali investiti dai turisti. Era da poco iniziato novembre e, anche se il weekend si avvicinava, il via vai di gente, a quell'ora del pomeriggio, sembrava tranquillo. 
Stefano, seduto a un tavolino, osservava là fuori i colori riflessi sulla superficie dell'acqua: gli scafi delle imbarcazioni color nero, verde e azzurro pastello, i rossi accesi e gli ori luminosi delle foglie degli alberi, le facciate così particolari degli edifici, che lo guardavano dalla sponda opposta. 
D'istinto prese il telefono per immortalare il momento. Lo avrebbe condiviso su una storia Instagram. Era anche meglio della foto del locale di poco prima. Forse ci sarebbe stata bene anche una frase d'accompagnamento, ma poi pensò No, non ne vale la pena. La scena si presentava tanto equilibrata e pulita che aggiungerci una scritta avrebbe rovinato l'incanto. Aveva appena deciso come ridimensionare e posizionare il tag di Amsterdam, ovvero appena sopra il ponte, che senza darsi una spiegazione ci si ritrovò sopra. 
Non capiva.
Mise il telefono nella tasca del giubbotto, che stranamente indossava, e fissò in lontananza la vetrina dietro la quale, fino a pochi istanti prima, stava bevendo il suo té. Ma com'è possibile? Pensò a un effetto collaterale dei funghi che aveva mangiato due giorni prima. Era l'unica spiegazione logica per un evento percettivo così singolare.
Ero lì un secondo fa e ora sono qui fuori. Non ho finito il té, non mi sono alzato, pagato nemmeno e uscito proprio no. 
Si toccò la testa esclamando Oh merda... poi, preoccupato, ragionò sull'eventualità di parlarne con un amico. Anche Hans li ha presi, avrà buchi di memoria come questo?
Si incamminò perciò verso la sponda su cui stava il Caffè di prima ma, Di nuovo?! eccolo al centro esatto del ponte. Un passante gli diede una spallata per sbaglio. Lo avrebbe volentieri fermato e preso a pugni tanto era il nervoso. Si appoggiò quindi al parapetto. Respira. Le mani sbiancate da quanto stringeva la ringhiera.
Stavolta, esclamò tra sé, mi sono fuso il cervello! 

03/11/23

Come una corsa lenta e costante

Da gennaio di quest'anno mi sono detto Senti, è inutile che te ne stai sul divano. Piuttosto prenditi che ne so, mezz'ora, almeno un paio di volte a settimana, e vai a correre!

Dopo le prime due settimane di bestemmie ho notato che la mia resistenza per quest'attività infida e deprecabile è migliorata e, per quanto continuassi a schifarla, tale minuscolo miglioramento mi ha convinto a non mollare.

Oggi, che siamo a novembre, posso dire di essere riuscito, per tutti questi mesi, ad andare a correre almeno una o due volte a settimana, facendola diventare una vera e propria abitudine.
Correre mi fa comunque sempre schifo, ma il dopo corsa mi fa sentire bene e il non andarci mi infastidisce. Sento quindi la necessità di non fermarmi più. Wow!

A testimonianza delle mie imprese

Questa della corsettadimmerda è un'abitudine che non avrei mai pensato di riuscire a far mia. Sul serio: tra le possibili attività sportive, niente, per me, fa ribrezzo quanto correre. 

E ora quel che vorrei fare, prendendo esempio dalla corsa, è riuscire a rendere un'abitudine anche la scrittura.
Ma non quella facile e divertente del blog o in generale dell'internet, ma quella seria e lunga e impegnativa di un progetto che mi trascino dietro da anni.

31/10/23

I miei racconti horror per Halloween

Ho pensato, visto che questo blog è stato fermo per tanto tempo e che ci sono molti cervelli nuovi a leggerlo, di approfittare di Halloween per riproporvi qualcuno dei miei racconti più... tetri!
Anche perché dai, sarebbe un peccato lasciarli lì nel dimenticatoio.

Quindi facciamo che ve li elenco qui di seguito con un micro cenno di trama e distinguendoli, come faccio anche nella sezione Racconti, tra brevissimi e brevi. Scegliete voi a seconda di quel che vi sentite e Buon Halloween a tutti!

Racconti brevissimi
che proprio guarda in due o tre minuti li finisci

All'Isola che non c'è (2016)
La notte in cui Wendy e i suoi fratelli incontrarono Peter Pan accadde qualcosa che non tutti sanno.

L'ottantacinquesimo passaggio (2015)
La scienza, a quanto sembra, ce l'ha fatta: il teletrasporto esiste! Durante gli esperimenti però, qualcosa pare non andare per il verso giusto.

I racconti delle tre V. (2015)
1) Viola
2) Vanesia
3) Veleno
Tre micro storie dalle tinte oscure collegate tra loro da sentimenti di violenza, passione e vendetta!

L'occhio di Emily (2014)
Una bambina nella sua stanza e qualcosa che la osserva...

Un sorso di vita (2014)
Un racconto che, nel lontano 2014, pubblicai per un'antologia intitolata 365 racconti d'estate. Ci troverete una festa in spiaggia, sguardi infuocati e ovviamente le onde del mare.

Alexander Sawney Bean
 (2013)
Uno dei primissimi esperimenti col genere horror. La storia prende spunto da un personaggio realmente esistito, tal Alexander Sawney Bean, serial killer del XVI secolo vissuto in Scozia e condannato per omicidio e cannibalismo.

24/10/23

Speranza nella fine, speranza nella pace

Volevo scrivere un pezzo su Punto e a Copy che parlasse dei problemi del giornalismo e dell'informazione e... niente, non ce l'ho fatta!
Il motivo è che io, su Punto e a Copy, vorrei essere imparziale e chiaro, e quel che accade in questi giorni mi coinvolge troppo a livello emotivo, perciò bonanotte e tanti saluti.

Ho preferito leggere e condividere qualcosa qui. Quindi eccoci, cari cervelli!

Proprio mentre iniziavano gli anni da partigiano di Meneghello, di cui vi ho raccontato nel post precedente, una ragazzina ebrea, reclusa nel suo nascondiglio con altre sette persone, scriveva:

Ma no, era una splendida notizia, così belle non ne avevamo udite da mesi, forse mai in tutti gli anni di guerra. "Mussolini ha dato le dimissioni, il re d'Italia ha assunto il governo." Eravamo felici. Dopo tutti gli spaventi di ieri, finalmente qualcosa di buono e... una speranza. Speranza nella fine, speranza nella pace.

Il testo, come immaginerete, arriva dal Diario di Anna Frank, altro libro di cui avevo letto giusto qualche spezzone e che, per non so bene quale motivo, mi è capitato tra le mani.


La prima cosa che mi sento di sottolineare è l'importanza fondamentale delle testimonianze di chi ha vissuto certi orrori.
Questo perché, soprattutto grazie al potere delle storie, tanto più se personali (come per Anna Frank e Luigi Meneghello) si può empatizzare con qualcuno di profondamente lontano da noi (nel tempo, per esempio) facendone propri i pensieri, i sogni, le paure e le speranze. 

Credo fermamente che la capacità di metterci nei panni degli altri sia, oggi più che mai, merce molto rara. Al momento in cui scrivo è in corso il conflitto tra israeliani e palestinesi (oltre a quello già dimenticato Russia - Ucraina) e i termini ignobili che circolano tra opinionisti, giornalisti e politici sono: morti necessarie, guerra necessaria, danni collaterali, reazione forte, civili morti e soprattutto, armi.

Ciò che è lontano, come i freddi bollettini numerici sulle migliaia di vite distrutte, non ci fa provare compassione. Si perde il senso del "patire con", e nel mentre ne guadagna il cinismo, coi suoi freddi calcoli che identificano le persone come cose.

Ora, a me è parso tragicamente ironico leggere il terrore di Anna Frank sotto le bombe e di come non si spiegasse l'odio che il popolo tedesco aveva verso gli ebrei (e non solo).
Dico tragicamente ironico perché da anni, nella Giornata della Memoria, sopratutto noi occidentali  amiamo ripeterci Mai più, affinché certi orrori non si ripetano.

E però... sappiamo quel che sta avvenendo, addirittura col nostro (neanche troppo mascherato) assenso: Israele, il popolo ebraico, nell'intento di distruggere i propri nemici mette in scena una risposta totalmente fuori misura (e questa non è solo la mia opinione, anche le Nazioni Unite criticano duramente quanto sta avvenendo).

16/10/23

Per farmi un'idea di Luigi Meneghello

A Malo, paese in provincia di Vicenza in cui ho vissuto fino a praticamente ieri, è celeberrimo lo scrittore e partigiano Luigi Meneghello

Nonostante a scuola ci invitassero a leggerlo più e più volte, in particolare con Libera nos a Malo e I piccoli maestri, io non me lo filavo di striscio.
Un po' perché leggere mi faceva sinceramente noia, un po' perché, sfogliate quelle due o tre pagine, non riuscivo a seguire il senso dei suoi discorsi, rimanendo sempre con un E quindi?! che mi rimbombava per la testa.

Mi spiace non aver saputo cogliere il valore di una persona (e personaggio) del genere. Ma che posso dire? Ero preso da cose ben più importanti, tipo che ne so... l'adolescenza, le ragazze, i compiti per casa, l'xbox! Quanto poteva fregarmene di uno che aveva vissuto un'epoca in cui il mondo era ancora in bianco e nero?

Meno male sono cresciuto e cambiato e così, complice la mia passione per la lettura, unita a una bizzarra propensione all'adorazione di Malo (comune a tutti i maladensi, nonostante la trovino una cittadina piuttosto noiosa e priva di chissà che opportunità o forma di intrattenimento) sono finito col leggere, appunto, queste due sue opere: Libera nos a Malo e I piccoli maestri.

Era arrivato il momento giusto per farmi un'idea di questo famigerato compaesano!